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LA ROULETTE RUSSA

LA ROULETTE RUSSA

Quando alle stragi incominci a dare un nome – la strage del pane, quella del teatro…- vuol dire che sei nel mezzo di una strage più grande, che scomponi con la rassegnazione con cui si registrano alluvioni o terremoti, scioglimento dei ghiacci o pandemie. Come ricorda chi ha visto il film Il cacciatore, la roulette russa è quel gioco al massacro che consiste nell’infilare un solo proiettile in un revolver, nel far ruotare il tamburo, puntare la pistola alla tempia e fare fuoco. A me sembra il gioco che stanno facendo due uomini, uno davanti all’altro: Volodimir Zelensky e Vladimir Putin. Zelensky, tra i due, mi sembra il più baldanzoso. E’ un grande comunicatore: al Congresso americano ha citato Pearl Harbour e l’11 settembre. Ha detto di avere un sogno, come Martin Luther King, e quel sogno sono i cieli di Ucraina liberi: la no fly zone. Quando temiamo un incidente ai confini con la Nato, dobbiamo ricordare che, invece, lui se lo augura. E' lui in queste ore il più intransigente sui negoziati. Pensa che l’esercito russo possa arenarsi alla periferia della capitale. La prima guerra mondiale fu fatale alla dinastia dei Romanov ? Questa lo sarà per Putin. Male che vada, pensa di sedersi al tavolo delle trattative con in mano un buon gioco. In questa sua convinzione ha l’appoggio, quanto ad armi e a soldi, della Nato e dell’Occidente, che stanno a vedere.
Putin ha perso il bluff della guerra lampo, e il suo asso nella manica è uno solo: sa che la Nato resterà distante dal campo di battaglia. La cosa che unisce i due giocatori – no, non dimentico che uno è l’aggressore e l’altro l’aggredito – è il tempo, che non è eterno per entrambi. Invadere costa, e resistere anche. Ma è un costo pagato innanzitutto dai civili. Ieri mattina La Stampa ha fatto, forse, uno strafalcione, perché non credo fosse una fake new consapevole: ha pubblicato la foto di quell’anziano che porta la mano agli occhi, davanti alla strage dei suoi coetanei a Donetsk, per un colpo sparato dall’esercito ucraino, anche se Kiev dice che si è trattato di fuoco amico, un' auto strage. E titolava, il giornale, “Carneficina”. Giocandosi cioè la possibilità di titolare, stamattina, allo stesso modo, se si saprà quello che è successo nel Teatro di Mariupol, dove centinaia di civili avevano trovato rifugio dalle bombe, che invece hanno centrato proprio il teatro, accanto al quale c’erano le scritte, visibili dal cielo: BAMBINI. Anche qui, accuse reciproche. Il fatto è che, persino più importante delle bombe, si combatte la grande guerra della propaganda. E le stragi servono, smuovono le coscienze, spingono alle decisioni. La salvezza nostra ? Non credere ad alcuno, ragionare, diffidare. Ma come, metti sullo stesso piano la disinfomazia russa e la libera informazione ucraina ? Che io sappia c’erano almeno otto canali televisivi filorussi chiusi d’autorità a Kiev, ma il punto è che tutti combattono le guerre con tutti i modi, non è un pranzo di gala, e nessuno – se non le vittime civili – è del tutto innocente. Neanche la nostra informazione è del tutto innocente : le foto, le dichiarazioni, le interviste ai prigionieri sono una violazione delle Convenzioni di Ginevra. Un prigioniero ha il dovere di dire solo nome, cognome, reparto di appartenenza. Tutto quello che viene in più, anche se spontanea dichiarazione o appello, è illegale. L’unica salvezza, per chi sta in mezzo, è porre fine alla guerra. Perché, in attesa che i leader vadano incontro al destino delle loro scommesse, a morire sono gli altri, perché si spara nel mucchio. La cosa sfugge di mano ai leader di un’Europa che avrebbe potuto essere meno generosa nell’allettare con un tesserino Nato (c’erano 11 centri Nato in Ucraina, eh) e di più nel concedere la patente europea. Cioè promettere non missili, ma un futuro di benessere, che avrebbe fatto dell’Ucraina un paese benestante, in cui le badanti per questi anziani ucraini che vediamo arrancare e morire sarebbero state russe, e le repubblichette filorusse dei floridi Sudtirolo. La pace si compra, e sono soldi meglio spesi che le armi.


TONI CAPUOZZO

Anonimo - inviato in data 17/03/2022 alle ore 14.47.07 - Questo post ha 1 commenti

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COMMENTI
- GLI UNDICI CENTRI NATO - da Anonimo - inviato in data 18/03/2022 alle ore 2.26.50
L'Ucraina voleva e vorrebbe fortemente entrare nella NATO. Il motivo è chiaro. La NATO è un bell'ombrellone che mette i suoi soci orientali al riparo da una possibile 'reconquista' russa. Varrebbe qui dunque porsi una domanda. Come mai l'Ucraina nella NATO non è mai entrata al contrario delle nazioni dell'ex Patto di Varsavia e delle tre repubbliche baltiche? Il motivo è semplice. L'Ucraina non è mai entrata perché la Russia non l'ha mai permesso. La Russia non l'ha ovviamente permesso quando riusciva ad avere a Kiev un governo amico, ma non l'ha comunque permesso neanche quando questo governo è stato anti russo. Se Kuchma fu prima filo russo e poi, nel 2002, chiese l'adesione alla NATO, Yuscenko fu filo occidentale (subì un pesante avvelenamento e questo penso voglia dire qualcosa), mentre come noto, Yanukovic era filo russo e Poroshenko e Zelensky ancora filo NATO. Come mai la richiesta ucraina di entrare nella NATO si trascina da venti anni? Chiaro. Perché la Russia ha sempre lasciato intendere che, in caso di ingresso effettivo nella NATO, l'Ucraina sarebbe stata preventivamente invasa. Anzi nel 2014 una invasione, sia pur parziale, c'è effettivamente stata. La domanda è dunque: l'Ucraina era in procinto di entrare nella NATO tanto da giustificare una mossa russa azzardata e costosa come la guerra? La logica dice che non era così. Il cancelliere tedesco Sholz, un paio di giorni prima della guerra, si era recato a Mosca assicurando che per altri dieci anni (e dal 2002 sarebbero stati 30 anni di congelamento dell'Ucraina) delle richieste di adesione di Kiev non si sarebbe più parlato. Dunque perché Putin ha fatto quel che ha fatto? Penso che l'abbia fatto per riportare l'Ucraina nell'orbita russa. Come la Bielorussia e come l'Asia centrale. Zelensky fa la roulette russa? Certo che la fa. E''obbligato a farla. Infatti la Russia gli chiede di rinunciare alla propria sovranità e dire si non sarebbe un accordo, ma una capitolazione. In verità Putin può scegliere di abbassare le pretese o non trattare. Zelenzky oggi può solo capitolare. Se Putin darà a Zelensky una via di uscita, penso proprio che Zelensky la percorrerà. Quanto all'adesione alla UE, si ricordi che proprio Yanukovich, bloccando il processo di avvicinamento dell'Ucraina alla UE innescò la rivoluzione del 2013 - 2014. La Russia non vuole neanche l'adesione alla UE perché desidera che l'Ucraina sia nello spazio politico, militare, ma anche economico di Mosca.

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