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Perde un rene per negligenza medica al San Luca 'Tira e molla sul risarcimento'


Lucca, 18 novembre 2021 - Quanto vale un rene? E in particolare un rene perso a 26 anni per una grave negligenza medica in ospedale, a causa della quale hai persino rischiato di morire? Difficile rispondere, soprattutto per chi non si trova a vivere in prima persona questa delicata situazione. Comunque per l’Asl Toscana Nord Ovest non vale più di 80mila euro, comprese le spese mediche e legali, nonché le consulenze tecniche risultate necessarie per affrontare una causa civile, ovvero altri 30mila euro circa. Prendere o lasciare, con tanto di firma per chiudere qui una causa che si trascina da anni e rinunciare in futuro a ogni eventuale ulteriore pretesa economica.
E’ la sconcertante vicenda che ha per protagonista, o meglio per vittima, Sarah Del Bianco, una ragazza lucchese oggi 32enne che da ben sette anni attende un adeguato risarcimento. Finora non ha visto un euro, nonostante il suo caso sia veramente da brivido.

'Senza un rene per un errore, ma l’Asl non paga'
L’odissea giudiziaria di Sarah, oggi 32enne, che nel 2014 fu vittima di un drammatico caso al San Luca. 'Tira e molla sul risarcimento'

Anonimo - inviato in data 18/11/2021 alle ore 15.07.33 - Questo post ha 1 commenti

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COMMENTI
- I FATTI - da Anonimo - inviato in data 18/11/2021 alle ore 15.17.42
Ci puoi raccontare cosa successe sette anni fa?
'Ero entrata all’ospedale San Luca nel settembre 2014 – racconta Sarah – per togliermi un semplice calcolo renale. Un intervento programmato. Dovevano “bombardarlo” con la sonda in ureteroscopia'.



Eri preoccupata?
'Assolutamente no. Sembrava una cosa da nulla. Invece quando mi sono risvegliata, dopo aver passato sette giorni di coma farmacologico in rianimazione, ho scoperto che non avevo più il rene destro. E’ stato un vero choc e ancora oggi ovviamente non smetto di pensarci'.



Cosa era accaduto?
'Durante l’intervento si era verificato un consistente sanguinamento. L’urologo aveva interrotto tutto e mi aveva semplicemente rimandata in camera, spiegando poi a mia madre che aveva eliminato solo una parte del calcolo e che avrei dovuto aspettare un mese per ritentare l’intervento. Ma dopo un paio d’ore di febbre alta e di dolori lancinanti all’addome, i medici si accorsero che ero in piena emorragia...'.



E a quel punto?
'Mi riportarono d’urgenza in sala operatoria e lì invece ebbi fortuna: il primario di chirurgia Andrea Carobbi intervenne con grande tempestività e competenza, anche se per salvarmi la vita dovette asportare d’urgenza il rene destro, sanissimo, ma compromesso. Altrimenti non sarei qui a raccontarlo'.



E l’Asl si è fatta avanti per scusarsi e risarcire il danno?
'Francamente in quel periodo ci ho messo un po’ a riprendermi e a capire cosa fare, ma l’Asl non si era fatta sentire. Così mi affidai a un legale, l’avvocato Deborah Pistoresi, che presentò una richiesta di risarcimento danni all’Asl. Eravamo nel 2015. Credevo che fosse quasi una cosa semplice. Invece da allora è iniziato una specie di braccio di ferro a suon di lettere, perizie di parte che parlano di una grave negligenza medica, consulenze del tribunale che mi danno ragione. Ma non ho visto ancora un euro, pur avendone già spesi molti'.



Alla fine nel dicembre 2019 il consulente del giudice, come spiega l’avvocato Deborah Pistoresi, ha indicato per Sarah un 18[[[]]%[]] di invalidità per danno biologico (senza indicare quello patrimoniale) che porta a una cifra base di almeno 64mila euro il risarcimento cui andrebbero cui andrebbero aggiunte le spese per l’invalidità temporanea, la personalizzazione del danno e soprattutto gli interessi. Oltre a spese legali, mediche e consulenze tecniche attivate in tribunale e risultate necessarie per accertare la responsabilità medica dell’Asl e chiudere una trattativa. Altri 30mila euro circa, in pratica, senza considerare il danno patrimoniale, visto che all’epoca Sarah perse anche il lavoro di parrucchiera.


Quindi, Sarah, a che punto siamo dal 2014 a oggi?
'Noi abbiamo chiesto almeno 100mila euro in tutto, ma l’Asl è ferma a 83mila. E pretende che io firmi anche un impegno a non pretendere in futuro altri soldi. O accetto questi, che paradossalmente sono assai meno di quello che mi spetta e di quello che ho dovuto spendere per colpa loro, oppure sarò costretta a fare una nuova causa civile. Nel frattempo l’Asl non ha più risposto alle nostre proposte. Per questo ho deciso di parlarne sul vostro giornale. Oltre ad aver perso un rene per una loro grave negligenza e ad aver rischiato la vita, me la sto rovinando ad attendere un risarcimento doveroso. E mi sento pure trattare come se fossi una specie di ragazzina bizzosa. Una vergogna...'.



DA LA NAZIONE




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