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ALFIO

ALFIO
Pochi giorni fa ci ha lasciato Narciso Parigi, il cantore melodico di Rirenze. Mi è tornato alla mente Alfio che cantava molte delle sue canzoni. Alfio frequentava l'INCIS, era amico dei ragazzi più grandi ma spesso si intratteneva anche con noi piccoli raccontandoci sue avventure in cui senz’altro la fantasia prendeva il sopravvento sulla realtà. Non ricordo il suo cognome, non credo di averlo mai saputo e neppure dove abitava di preciso. Era piccolo di statura, biondo, simpatico, ciarliero: due occhi chiari sempre sorridenti che lo rendevano simpatico a prima vista. Aveva fatto la guerra in marina e lì aveva avuto la cattiva idea di farsi vari tatuaggi sul dorso delle mani, sulle braccia e sul resto del corpo. Ricordo un’ancora, una bussola ma anche una testa di Mussolini con elmetto, il breve motto fascista, “vincere”ed una svastica. Finita la guerra questi tatuaggi cominciarono ad essere per lui molto imbarazzanti e decise di farseli cancellare. Le tecniche di allora però erano quelle che erano. Il suo corpo rimase tutto costellato di cicatrici e faceva una certa impressione guardarlo. Aveva una voce limpida e ben intonata che spesso esibiva a nostra insistente richiesta. Fu anche chiamato ad esibirsi a Radio Firenze nell’ora de “il grillo canterino”, trasmissione allora molto seguita. Quel giorno a quell'ora tutti, all''INCIS e dintorni, tutti avevano l’orecchio attaccato alla radio e lui non ci deluse. Ebbe molti complimenti dai conduttori della trasmissione. Il suo genere era il melodico. I suoi pezzi forti: “Madonna mia degli angeli” ed “In cerca di te” che molti ricordano come “solo me ne vo'per la città” che erano poi le parole iniziali della canzone. Quest’ultima cantò a Radio Firenze quel giorno. Al ritorno venne a raccogliere il nostro plauso; ci disse fiero che aveva avuto promesse per altre esibizioni che però, a mio ricordo, non ci furono. Poi sparì dalla circolazione ; sapemmo che si era imbarcato su un mercantile che girava il mondo. Un giorno i ragazzi grandi vennero a mostrarci una cartolina di saluti che aveva inviato a noi tutti. Sul retro portava la scritta: “Saluti da Copacabana dove la donna è regina, la donna è p…….” e giù tutti a ridere anche se noi piccoli non capimmo lì per lì il motivo delle grasse risate. Finita la guerra se ne andarono gli americani lasciando il giardino dell''INCIS completamente stravolto a causa delle manovre dei mezzi meccanici degli alleati. Dopo varie richieste andate a vuoto, finalmente arrivò un’impresa di costruzioni a riparare l'impiantito del giardino costituito da lastroni di cemento. E fu per noi una bella sorpresa perché riapparve Alfio, questa volta in qualità di manovale. Lavorava in canottiera, come tutti i muratori di allora in estate. Teneva in testa un cappello di carta di giornale che lasciava uscir fuori qualche ricciolo biondo. A volte la canottiera se la toglieva ma l'effetto non cambiava perché il sole gliel'aveva disegnata sulla pelle. Pur piccolo, aveva una muscolatura possente. Spaccava a mano con una grossa mazza quei blocchi di cemento ammalorato con una tal forza che il terreno sotto i nostri piedi tremava tutto. Poi non lo vedemmo più, forse si era imbarcato di nuovo. Dopo alcuni anni seppi che era morto. Qualcuno ipotizzò che il suo fisico fosse stato debilitato da qualche malattia raccattata in chissà quale parte del mondo. Per me fu un grande dolore.
Gian Paolo Licheri

Anonimo - inviato in data 03/02/2020 alle ore 8.50.22 - Questo post ha 7 commenti

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COMMENTI
- per Massimo - da Anonimo - inviato in data 04/02/2020 alle ore 23.41.54
grazie anche a te. Io cito l'INCIS ma per me il nome comprende anche tutto il vicinato perché, anche se eravamo tanti, i nostri cancelli erano sempre aperti agli amici esterni. Sai quando si chiudevano? Quando facevamo la guerra con i ragazzi di Corte Capanni guerra che a volte si dichiarava all'uscita della scuola elementare Giuseppe Giusti. Loro erano più forti e spregiudicati di noi e finiva che noi fuggivamo fino a casa sbarrando i cancelli. Loro, tirato qualche sasso qua e la, se ne tornavano via dopo averci ben insultato. Inutile dire che crescendo siamo diventati tutti amici.

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- Per Giuliano - da Anonimo - inviato in data 04/02/2020 alle ore 23.29.20
Ho scritto altre cose sull'INCIS dove ho citato anche il fabbricato nel quale tua madre aveva la merceria, fabbricato che io ho visto costruire. In pratica è stata la prima costruzione del dopoguerra presso l'INCIS. Li ho pubblicati via via su FB ma potrei anche mandarne qualcuno su queste pagine.
Gian Paolo Licheri


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- incis, quanti ricordi - da Anonimo - inviato in data 04/02/2020 alle ore 16.58.33
Grazie giampaolo, per avermi ricordato l'incis, anche se in verità non lo ho mai dimenticato. E come avrei potuto?
Per tutti noi ragazzi della zona era, come si direbbe ora, un punto di aggregazione formidabile.
Subito dopo pranzo si andava giocare a calcio nella strada sul retro, con le scarpe da ginnastica ed il pallone di gomma, interrompendo la partita quando passava una delle rare macchine. Avevamo formato una squadretta, cui demmo il pomposo nome di Real Incis. La nostra fama si sparse e presto vennero ragazzi da tutta Lucca a sfidarci in epiche partite.
Poi, nelle cantine dell'incis, opportunamente risistemate fondammo il Piper Incis, dove la domenica pomeriggio si ballava (ingresso:uomini 500 lire, donne gratis, cosumazione, rigidamente analcolica compresa, con i più piccoli che fungevano da baristi) Anche in questo caso, l'iniziativa ebbe successo e ricordo che il locale era spesso esaurito e conosco molti che si sono incontrati lì e poi felicemente sposati. Ricordo anche il negozio di alimentari Chicca, dove ancora studente universitario, svolsi il mio primo lavoro come garzone, sotituendo il titolare Giovannino, partito per il servizio di leva. Ora tanti di quegli amici sono cresciuti ed hanno occupati il loro posto nella società come professori universitari, funzionari di banca, primari ospedalieri. Ma quando ci incontriamo la nostra amicizia è sempre inatta e lo sarà per sempre. Grazie Incis.
Massimo Di Grazia


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- Gian Paolo - da Anonimo - inviato in data 04/02/2020 alle ore 8.54.26
Sono nato nel 1949 e mia mamma si chiamava Marisa Pinochi e la merceria era nel primo fondo commerciale(venendo dal Viale Europa verso piazzale Italia) prima del negozio di alimentari.
Giuliano


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- ricordo bene - da Anonimo - inviato in data 04/02/2020 alle ore 7.44.13
il negozio di tua mamma. se mi ricordi il nome ed il cognome può darsi mi risvegli qualche ricordo in più.
i chicca di montuolo erano almeno 4. i maschi, vito e giovanni, quest'ultimo più o meno mio coetaneo ed amico. tu quanti anni avevi allora?
gian paolo licheri


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- Si - da Anonimo - inviato in data 04/02/2020 alle ore 0.09.40
Si si chiamava Chicca

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- INCIS - da Anonimo - inviato in data 03/02/2020 alle ore 12.53.40
Passa il tempo, mia mamma aveva un negozio di merceria accanto al negozio di Alimentari che era sull'angolo(mi sembra che si chiamasse alimentari Chicca) erano signori di Montuolo.
Erano gli anni '50 io ero molto piccolo. Grazie per avermi riportato, con il tuo scritto, al ricordo dell'INCIS.
Giuliano Fanucchi


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