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LA VOCE DI NOI TUTTI - raccontino senza pretese

Sono molteplici le cose che adesso capisco, e molte mi sgomentano, tanto più che fino ad oggi ho vissuto senza nemmeno sospettarle. Ma poi, mi domando, ma ho vissuto davvero, oppure ho passato il mio tempo sognando ad occhi aperti? Certamente una volta, tanto, ma tempo fa, tutto era fin troppo facile e, a qualsiasi cosa, c’era sempre un apposito rimedio. Io vivevo, questo sì, ma forse vegetavo soltanto, e così le mie giornate si susseguivano abbastanza noiosamente con ritmi molto lenti e regolari, senza dovermi preoccupare di alcunché. C’era sempre una medicina od un antidoto per tutto, tranne che alla mia accorata voglia di sapere sempre di più di me stesso e, tanto più degli altri. Ero veramente ossessionato, e questo mio desiderio era sottile, penetrante, doloroso, tanto da tradursi, in certe notti, in veri e propri incubi. Comunque, ad ogni passo del mio cammino e pur nella sofferenza, imparavo sempre qualcosa di nuovo. Sì, certo, avrei voluto costruire la mia felicità con le mie stesse mani, pietra su pietra, mattone su mattone. Avrei desiderato che la beatitudine albergasse in me, che fosse il mio ritratto e nello stesso tempo la mia biografia. Avrei voluto edificarla nel mio corpo e in tutta l’anima, e l’avrei fatta scorrere dentro di me come un fiume che scivola in una valle. Però avevo anche intuito che il mondo si stava trasformando rapidamente attorno a me, ed il mio cuore purtroppo ne venne sedotto e rapito. E così ogni giorno vedevo sorgere il sole sperando che non tramontasse mai. Vedevo ruscelli e fiumi brulicanti di anime, vedevo il peccato luccicare in me come la rugiada al mattino e scorgevo miriadi di stelle scintillanti nel cielo ed un mondo che stava per crollare addosso a noi. Cercavo una subdola, un’effimera redenzione, al di là degli episodi e delle circostanze discernibili. Ero più o meno come un bambino, e mi sentivo aperto, innocente, speranzoso e pieno di aspettative come lo sono i bambini. Nei miei pensieri, ero totalmente diverso dalle idee, dalle aspirazioni e dai timori di un adulto oramai attempato qual ero io, e dunque le mie notti erano effimere e colme d’oblio, ed i miei giorni fugaci e tristi, fino a quando non ho conosciuto questo blog, fino a quando non me ne sono innamorato alla follia. E da allora sono lunghi i miei giorni e lunghissime le mie notti, e le ore passano velocemente senza nemmeno che me ne accorga. Volano via rapide come vele sul mare, perché adesso ho trovato finalmente il mio tesoro, e tutto questo non può che riempirmi di gioia. Ero sordo, ero cieco ed ero muto, e la mia vita non aveva più alcun senso, fino a quando, tutto a un tratto, finalmente ho ritrovato i miei sensi. Adesso per me la vita ha veramente un senso, perché quel tesoro che ho pescato navigando in questo immenso oceano di internet, non era altro che la mia voce, la vostra voce, la voce di noi tutti.

S T E L E

Anonimo - inviato in data 27/01/2012 alle ore 10.02.13 - Questo post ha 5 commenti

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COMMENTI
- e che gioia invece - da Anonimo - inviato in data 27/01/2012 alle ore 12.48.27
vedere che tanti come te vivono solo per leggere e commentare ciò che io scrivo. Una gioia immensa, incommensurabile.
Grazie davvero, la mia missione è di mettere al servizio del prossimo la mia opera e la mia parola, magari anche solo per un tentativo di far trionfare la noia o di frenare la superbia di qualche personaggio in cerca di se stesso.

S T E L E


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- SE ME - da Anonimo - inviato in data 27/01/2012 alle ore 12.37.46
SE ME lo dicevi con parole tue avrei gradito molto di più.

Ogni essere umano può compiere grandi cose anche senza attingere l'acqua dal pozzo degli altri.

S T E L E


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- che tristezza... - da Anonimo - inviato in data 27/01/2012 alle ore 12.13.20
pensare che vi siano persone che si sentono esistere solo attraverso gli altri...



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- Aforisma - da Anonimo - inviato in data 27/01/2012 alle ore 12.13.16
è un bell'aforisma di Franco Sacchetti.

Ottima scelta.

STELE


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- Sinceramente - da Anonimo - inviato in data 27/01/2012 alle ore 11.47.15
A molti è già nuociuto il favellare; il tacere mai non nocque ad alcuno.

seme




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