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POTERE AL POPOLO! DICE NO ALLA BASE MILITARE DI COLTANO

L’intervento infrastrutturale per la realizzazione del gruppo intervento del 1° reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania» e del Centro cinofili nell'area Coltano a Pisa si presenta come un allargamento di un vecchio Centro Radar abbandonato all’interno del Parco Regionale di Migliarino Sanrossore Massaciuccoli, tra Pisa e la Versilia, una delle più belle aree protette della costa toscana, sottoposta a vincolo paesaggistico. A pochi km si trovano già la base USA di Camp Darby, il Centro Interforze della Marina, la 46ma Brigata dell’Aeronautica Militare, la Brigata Paracadutisti Folgore ed altro.

Si tratta di circa 73 ettari comprensivi di caserme, eliporto, poligoni di tiro, depositi munizioni, oltre a tutte le opere di sistemazione esterna all’area (recinzioni, parcheggi, opere di urbanizzazione primaria). Parliamo di un’area paragonabile a quella di più 100 campi da calcio.

Il 22 aprile le deputate Yana Ehm e Simona Suriano di Manifesta, componente parlamentare sostenuta anche da Potere al Popolo!, hanno presentato un’interpellanza urgente al Ministero della Difesa, consentendoci dunque di sapere che l’opera verrà finanziata con 190 milioni di euro tramite il PNRR o il Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021/2027. Il Fondo, istituito con la finanziaria 2021 (approvata alla fine del 2020), avrebbe però tutt’altre finalità, come anche il titolo suggerisce. Nulla insomma a che fare con le spese militari.

A livello regionale, il partito di maggioranza (PD), mantiene una linea contraddittoria sul progetto, ma sostanzialmente possibilista. La suddivisione in due della base (Coltano e Ospedaletto) paventata dalla Regione, sembra mettere d’accordo anche la Lega che, attraverso la Ceccardi, definisce la base un’opportunità per il territorio e una necessità per la sicurezza. Non mancano le ipotesi di altri siti all’interno del territorio regionale (il deputato dem Luca Sani, nel corso di un’interrogazione parlamentare, ha infatti proposto di spostare l’eventuale base nell’area CeMiVet di Grosseto).
Il Presidente della Regione Giani ha inoltre giustificato l’esigenza di tale base militare dato il momento storico attuale e il contesto di guerra in cui stiamo vivendo, come se non sapesse che il progetto di costruzione, con le firme del ministro della difesa Guerini e del presidente del consiglio Mario Draghi, giace nei cassetti della sua scrivania da più di un anno.
Il richiamo della guerra sta adeguando la spesa pubblica alle necessità del complesso militare-industriale, piuttosto che a quelle dell’equità sociale e della sostenibilità ambientale, accantonando transizione ecologica e transizione energetica su pressione delle lobby del gas e di Confindustria. Lo stato di emergenza dichiarato dal governo Draghi stabilisce, infatti, in nome della guerra e della sicurezza, come sia necessario anche nel nostro Paese aumentare le estrazioni nazionali di gas, insistere sull’uso del carbone, investire in nuovi rigassificatori e così via. Significa che l’Italia tradisce tutti gli impegni assunti per il clima e che l’ambiente è sacrificabile ai fini della corsa al riarmo.

Il caso Coltano, quindi, palesa i limiti di un sistema socio-economico non solo inadeguato per quanto riguarda le grandi sfide della nostra epoca (a cominciare dalla crisi climatica), ma anche iniquo e dannoso per l’ambiente e la salute umana.

Su queste basi ci siamo impegnati fin da subito nella costruzione di un fronte che fosse in grado di impedire la nascita di una nuova base e di opporsi alla classe dirigente guerrafondaia alla guida del paese. Il 19 marzo abbiamo promosso una manifestazione regionale all’aeroporto civile e militare di Pisa insieme all’Unione Sindacale di Base, i cui lavoratori, rifiutandosi di caricare le armi, sono riusciti a bloccare il loro trasporto verso l’Ucraina, inchiodando alle loro responsabilità le istituzioni che avevano implementato questo traffico clandestino dal terminal civile.

I punti principali per i quali continueremo a batterci e sulla base dei quali costruire un ampio fronte antimilitarista ed ecologista sono la lotta per il disarmo, a partire dalla ratifica da parte del nostro Parlamento del Trattato di Proibizione delle Armi nucleari che le forze politiche attualmente maggioritarie si rifiutano di votare, e contro un modello di 'warfare'.

Il Governo invece approfitta della guerra in Ucraina per prendere parte al conflitto e raggiungere il 2% del PIL in spese militari tanto richiesto dagli USA nell’ambito della Nato, destinato al costosissimo ampliamento dello scudo anti missilistico all’Europa, per recuperare al blocco occidentale il monopolio dell’impiego del nucleare militare, invece della sua abolizione, come prevede il vigente Trattato ONU per l’abolizione delle armi nucleari (TPAN). Non vogliamo nuove basi, non vogliamo rimpinguare i profitti dell’industria di guerra, vogliamo poter via via smilitarizzare il nostro territorio e l’intero pianeta. Gli investimenti pubblici non possono essere fagocitati dal comparto militare-industriale, ma devono essere destinati al potenziamento dei servizi pubblici e dello stato sociale.

Diciamo anche basta alle devastazioni ambientali: non basta impedire di collocare una base così grande all’interno di un parco naturale, ma pensiamo che i fondi pubblici destinati alla difesa dovrebbero essere reindirizzati anche alla mitigazione degli effetti del cambiamento climatico e alla riconversione ecologica (utilizzando l’attuale patrimonio industriale, compreso quello militare).

Invitiamo pertanto la popolazione a partecipare ai prossimi appuntamenti lanciati dall’Assemblea contro la guerra, il primo dei quali sarà mercoledì 4 maggio a Firenze, sotto la sede della Regione Toscana, in occasione del tavolo aperto tra Ministero della difesa, Arma dei Carabinieri, sindaco di Pisa e Regione Toscana.
Il 2 giugno, inoltre, è previsto un corteo nazionale contro la militarizzazione e la devastazione ambientale dei nostri territori.

Redazione - inviato in data 03/05/2022 alle ore 10.20.19 - Questo post ha 1 commenti

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COMMENTI
- SI ALLA BASE, MA FACCIAMOLA A LUCCA!!! - da Anonimo - inviato in data 04/05/2022 alle ore 1.24.03
Copio e incollo la posizione del movimento Per Lucca e i suoi Paesi:

Il progetto di realizzare a Coltano (Pisa) la nuova sede del Reggimento Paracadutisti Tuscania, del Gis e dei Carabinieri per la Biodiversità sta incontrando notevoli resistenze sul territorio di quella provincia, comprese quelle dell’Amministrazione comunale di Pisa. In considerazione dell’importanza nazionale e regionale del progetto ci permettiamo di chiedere un immediato intervento del Sindaco Tambellini e del Presidente della Provincia Menesini, i quali dovrebbero porre all’attenzione dell’Arma dei Carabinieri la possibile candidatura alternativa del territorio lucchese, che ha tutte le carte in regola per presentare la propria disponibilità ad ospitare la struttura.
Ricordiamo che sul nostro territorio esistono contenitori adatti ad accogliere una sede militare, in particolare l’ex Ospedale di Arliano, che è di proprietà pubblica e posto a debita distanza dalle abitazioni. Sempre sul nostro territorio esiste poi l’aeroporto di Tassignano, già utilizzato come base dalla Brigata Folgore e ovviamente molto utile per le esercitazioni dei paracadutisti, essendo dotato di ampie aree riservate al demanio militare, dell’hangar per il pallone frenato e con strutture per ospitare i militari in via di realizzazione.
Infine il territorio della pianura lucchese risponde perfettamente alle esigenze illustrate dal Comando Generale dei Carabinieri, ovvero risulta essere vicinissimo alla sede di omologhi reparti delle altre Forze armate, all’aeroporto Militare di Pisa e alle strutture adeguate alle attività addestrative aviolancistiche, che come detto hanno già sede all’Aeroporto di Lucca Tassignano.








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