Home
Prima pagina
Login         
 Home page - La Voce di Lucca
venerdì 19 aprile 2024  
  Altopascio e Montecarlo Attualità Attualità & Humor Auto e Motori Bon Appetit C.N.A. Capannori - Porcari Comunicati Stampa Cultura Cultura & dintorni Degrado lucchese Elezioni 2022 Garfagnana La Tradizione Lucchese l'Altra Stampa  
  Lucca Curiosa Manifattura tabacchi Mediavalle - Val di Lima Mondo animale Necrologi Pescia - Villa Basilica Politica Politica Lucchese Racconti Lucchesi Salute Satira Società Spettacolo Sport Venti di guerra a oriente VERSILIA  
Puoi dare la tua valutazione su questo scritto:
1 2 3 4 5
Pianeta città

Arti cinema musica design nella Collezione Rota 1900-2021
Lucca, Fondazione Ragghianti, 9 luglio - 24 ottobre 2021
Tra l’estate e l’autunno la Fondazione Centro Studi sull’Arte Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca propone una mostra insolita e interdisciplinare. Come affermano il presidente Alberto Fontana e il direttore Paolo Bolpagni, “si profila un periodo di sperabile riassestamento e di ripresa dopo la terribile epidemia da SARS-CoV-2. Alla luce di quanto avvenuto, la scelta di programmazione della Fondazione Ragghianti è stata di tornare alle sorgenti della nostra civiltà, del modo che l’uomo ha elaborato per
il proprio vivere in comune: la città. E di farlo riferendoci in maniera speciale allo strumento privilegiato di trasmissione della conoscenza: il libro. La collezione di Italo Rota si è rivelata una miniera cui attingere per creare percorsi di senso che
partono alle radici della contemporaneità, ossia negli anni iniziali del XX secolo. Ne è nata una mostra multidisciplinare, scaturita dall’incontro e dal dialogo tra
competenze differenti, che unisce svariati saperi e consente esplorazioni
affascinanti e scoperte. Una sorta di archivio dell’immaginario visivo legato alla dimensione urbana, unificato dalla prospettiva estetica”.
“Pianeta città. Arti cinema musica design nella Collezione Rota 1900-2021”, in
programma dal 9 luglio al 24 ottobre 2021 a Lucca negli spazi espositivi della
Fondazione Ragghianti, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di
Lucca, la sponsorizzazione di Banco BPM e la sponsorizzazione tecnica di SAIB, è
dunque un’esposizione inerente al tema della città e della trasmissione della
conoscenza, analizzato prevalentemente attraverso gli innumerevoli pezzi della
collezione, eccezionale e unica, dell’architetto Italo Rota, tra i più noti progettisti del nostro tempo.
“L’intento – prosegue Bolpagni – è di creare un racconto del Novecento e del
primo ventennio del nuovo millennio attraverso la visione della città, la sua
rappresentazione nelle arti e nel cinema e l’evoluzione dell’oggetto libro. Da una parte ripercorrendo lo sviluppo dell’idea di città, da quella immaginata da
Antonio Sant’Elia negli anni Dieci fino all’architettura attuale della megalopoli;
dall’altra analizzando come sia cambiato il nostro modo di trasmettere la
conoscenza, fino alle evoluzioni contemporanee e al cambiamento del nostro modo di pensare, con lo sviluppo di una modalità di ragionamento ipertestuale e intertestuale,
ma con la permanenza del libro, rivelatosi ancora attuale e vivo nella sua dialettica
tra la carta stampata e il digitale”.
Il concept della mostra è stato ideato da Paolo Bolpagni con Aldo Colonetti, filosofo e studioso di architettura e design e con lo stesso Italo Rota, in condivisione con un
comitato scientifico nel quale sono rappresentate le differenti discipline coinvolte: la
storia dell’arte, il cinema, la geografia economica, l’architettura, l’urbanistica. Il
comitato scientifico ha individuato alcuni temi cardinali per la definizione dei contenuti
della mostra ed è composto, oltre che da Bolpagni, Colonetti e Rota, da Gianni
Canova, storico del cinema e rettore dell’Università IULM di Milano, da Daniele Ietri,
geografo ed economista e professore ordinario alla Libera Università di Bolzano, da
Francesco Careri, studioso di urbanistica e arte urbana e professore associato
all’Università degli Studi Roma Tre, da Eleonora Mastropietro, documentarista e
geografa e ricercatrice all’Università degli Studi di Milano, e da Alessandro Romanini,
critico ed esperto di videoarte, docente all’Accademia di Belle Arti di Carrara e
presidente del Comitato scientifico della Fondazione Ragghianti.
“La mia collezione – racconta Italo Rota – è stata raccolta secondo una ricerca
incrociata con il mio lavoro e si basa su interessi precisi che vanno alla radice dei
problemi e sono scavi nel sapere del XX secolo. Dopo quarant’anni di collezionismo e
lavoro intrecciati si tratta di un archivio di beni comuni rispetto al tema città, che
nell’insieme servono per immaginare il futuro. Per il visitatore la mostra è un
invito a riflettere sul modo in cui vivremo: il presente di oggi è fatto dai lavori del
passato. Uno slogan potrebbe essere: «Se tutto questo vi ha interessato, nulla sarà più
come prima»”.
“La mostra – afferma invece Aldo Colonetti – è un viaggio dentro le ‘cose’,
sospeso tra testimonianze ‘alte’, i documenti originali delle grandi utopie del
Novecento, dal Bauhaus alla controcultura californiana degli anni Sessanta da un lato, e
la cronaca dall’altro lato, che viene dal ‘basso’: manifesti, oggetti comuni, il tutto
intrepretato e messo in scena attraverso il modello epistemologico di Aby Warburg,
dove la storia dell’arte è intesa in quanto comparazione antropologica. Al centro sta la
città come esperienza fisica, nella quale ciascuno è abitante e protagonista del
cambiamento: ‘Pianeta città’ è un percorso, fisico e mentale, dove ciascuno troverà un
pezzo della propria storia, senza dimenticare, come scriveva il poeta greco Alceo, che
«le città sono gli uomini»”.
In mostra oltre cinquecento pezzi, una moltitudine di oggetti di vario tipo, tecnica e
dimensioni: dai libri alle opere d’arte, dai manifesti al cinema, dalle copertine
dei dischi ai prodotti di design, dalle riviste ai fumetti. Tutto ciò seguendo un
itinerario che va dalla nascita della città contemporanea all’inizio del Novecento fino alla
nuova idea di città che si sta profilando, e sempre ponendo in relazione la cultura di
tutti i giorni con le ricerche più avanzate.
Dieci le sezioni, che presentano al proprio interno diversi macro-temi:
1. Primo ’900: l’alba della contemporaneità
“L’arrivo in città dei veicoli senza cavalli e la nascita dell’aereo”, dove troviamo libri e
manuali sulle prime automobili e i motori a scoppio, le automobili-giocattolo di E.P.
Lehmann, immagini dei primi voli aerei dei fratelli Wright, il magnifico dipinto “Verso
San Siro” (1910-1911) di Aroldo Bonzagni. “L’architettura moderna”, con, tra le altre
opere, libri emblematici di Peter Behrens, Otto Wagner, Adolf Loos, Joseph Maria
Olbrich, il “Manifesto futurista” di Antonio Sant’Elia, i bellissimi giocattoli colorati in
vetro o legno rappresentanti palazzi di Josef Franz Hoffmann.
2. L’utopia delle avanguardie e la città nuova
“Il Bauhaus”, con xilografie e libri di Walter Gropius e Lyonel Feininger sul noto
movimento architettonico degli anni Venti del Novecento e volumi illustrati dai pittori
Vasilij Kandinskij, Piet Mondrian, Kazimir Malevič e Theo van Doesburg, le
banconote in tessuto di Herbert Bayer, gli scacchi di Joseph Hartwig, le carte da
parati secondo gli stilemi Bauhaus. “Metropolis”, con manifesti e il celebre film di Fritz
Lang del 1927. “La grafica delle avanguardie storiche”, con un approfondimento su
quella sovietica degli anni Venti e Trenta, in particolare su El Lissitzky e Alexandr
Rodčenko e testi poetici di Vladimir Majakovskij. “Il flâneur a spasso per la città
d’anteguerra”, con volumi di grandi intellettuali dell’epoca come Louis Aragon, Walter
Benjamin, Bertold Brecht, Robert Musil, August Sander, Upton Sinclair.
3. L’orrore del nazismo
“L’affermarsi dell’immaginario visivo antisemita nella Germania degli anni Venti / L’arte
degenerata / Leni Riefenstahl e l’immaginario pop dei nazisti”, con litografie, stampe,
banconote, manifesti e cartoline dei giochi olimpici di Berlino del 1936, il terribile
stemma giallo con la Stella di David, modellini raffiguranti Adolf Hitler e Eva Braun,
macchinine della Gestapo, fotografie della Riefenstahl: un repertorio dell’orrore
collezionato da Rota con l’intento di non dimenticare l’esperienza malefica della
disumanizzazione nazista.
4. Maestri dell’architettura
“Protagonisti dell’architettura moderna”, con litografie e libri di Frank Lloyd Wright e
Richard Buckminster Fuller e rari volumi in prima edizione di Le Corbusier,
realizzati tra il 1923 e il 1966.
5. Visioni fantascientifiche
“I primi robot”, con libri di Isaac Asimov, Karel Čapek, Ruggero Vasari e robotgiocattolo
del periodo 1950-1960. “Wernher von Braun e l’idea della colonizzazione
dello spazio negli anni Cinquanta”, con film, giocattoli, riviste e manifesti sulle prime
avventure spaziali.
6. Berlino est: l’angoscia del socialismo reale
“Stalinallee: la Berlino comunista”, con cartoline, libri, manifesti e spille della capitale
della DDR nel dopoguerra.
7. Gli anni del boom
“How cybernetics connects computing and counterculture” (anni Cinquanta-Settanta),
con vinili con le prime forme di computer music, volumi sulla cibernetica e sulla
controcultura. “La Londra pop e poi beat dagli anni Cinquanta ai Sessanta” e la
“Summer of Love del 1967”, con manifesti e cataloghi di mostre, i ritratti psichedelici
dei Beatles di Richard Avedon, i celebri dischi beatlesiani “White Album”, “Yellow
Submarine” e “Stg. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, numeri delle riviste “OZ
Magazine” e “IY Magazine”, litografie a colori sulla “Summer of Love”. “San Francisco
LSD city” (anni Sessanta-Settanta), con numeri del “San Francisco Oracle”, manifesti e
libri su Los Angeles e Las Vegas. “Goldrake e l’immaginario manga giapponese”, con
manifesti e fumetti, libri fotografici di Nobuyoshi Araki e Daido Moriyama e figure di
plastica di Takashi Murakami.
8. Immaginare il futuro
“Archigram e l’avanguardia architettonica: una visione del futuro”, con straordinarie
stampe su carta realizzate dal gruppo di avanguardia architettonica formatosi negli anni
Sessanta del Novecento, con sede presso l’“Architectural Association” di Londra, riviste
di design e volumi come il celebre “L’architecture mobile” del 1960 di Yona Friedman e
altri libri di Le Corbusier, Ico Parisi e Claes Oldenburg. “La nascita del movimento
ecologista”, con i primi volumi di cultura alternativa e sostenibilità ambientale ante
litteram.
9. Abitare alla scandinava
“Da Ellen Key a Ikea, un nuovo modo di arredare e di abitare: la rivoluzione silenziosa
degli scandinavi”, con i libri che hanno cambiato il sistema d’arredo mondiale, da quelli
della Key del 1908, ai libri e riviste di funzionalismo svedese degli anni Trenta, sino ai
primi cataloghi Ikea degli anni Cinquanta.
10. Nuove prospettive
“La nuova grafica editoriale degli anni Novanta e Duemila”, con libri di design di Gilles
Clement, Olafur Eliasson, Rem Koolhas, John Maeda, Bruce Mau e Hans Ulrich
Obrist.
“La mostra – afferma Rota – è imperniata sulla relazione tra umani quando si
riuniscono in alta concentrazione: il 70% dell’umanità vive in città, è la storia della
migrazione verso punti precisi del pianeta”. E prosegue Colonetti: “da qui al 2030 il
60% degli esseri umani vivrà in città, le megacities dove abitano più di dieci milioni di
persone aumenteranno da 33 a 43, mentre il nostro Paese fa eccezione: le metropoli
perdono terreno e prosperano i mille campanili di medie dimensioni”.
Conclude Bolpagni: “con questa esposizione si affronta un tema attuale e ricco di
connessioni, in prospettiva storica ma anche presente, e con uno sguardo al futuro.
Lo scopo è di creare un’occasione per ragionare sulla città, sui cambiamenti che
già stiamo sperimentando e che ci attendono in un avvenire non lontano”.
Il libro pubblicato in occasione della mostra (Edizioni Fondazione Ragghianti Studi
sull’arte) include i saggi di Paolo Bolpagni, Francesco Careri, Aldo Colonetti,
Daniele Ietri, Franco La Cecla, Eleonora Mastropietro, Alessandro Romanini e
Italo Rota.
Accanto alla mostra è realizzato un documentario della durata di circa venti minuti,
prodotto dalla Fondazione Ragghianti in collaborazione con La Fournaise, che racconta
la collezione di Italo Rota dalla sua prospettiva personale. Il film, diretto da Eleonora
Mastropietro, esplora la casa di Rota, dove si trova l’“accumulo”, come lo chiama
l’architetto, di migliaia di oggetti, opere d’arte e libri che compongono la sua collezione.
Una congerie di pezzi in cui si alternano “alto” e “basso”, popolare e cólto, che
dialogano tra loro in una collocazione apparentemente casuale, e che Rota usa come
strumenti di ricerca, icone, promemoria per supportare il proprio lavoro culturale e
creativo.
Una mostra che unisce quindi la qualità scientifica e culturale alla
spettacolarità, piacevole e affascinante per il grande pubblico.

Redazione - inviato in data 08/07/2021 alle ore 19.10.01 -

SCRIVI IL TUO COMMENTO
 
Invia post a....
Stampa Post
 
 
Login
Registrati alla Voce
Iscriviti alla news
Blog personali
i Blog dei lucchesi
 
 
 
 
 
Informativa

INFORMATIVA

Chi si ritenesse danneggiato o diffamato da scritti pubblicati in questo blog può richiederne la rimozione immediata scrivendo al nostro indirizzo ed indicando il titolo del post o del commento

P.IVA 02320580463
Le foto presenti in questo blog sono state prevelentemente scaricate da internet e sono state ritenute pertanto libere da COPYRIGHT.
L'autore della foto ha comunque il diritto di chiederne la rimozione semplicemente scrivendo a
info@lavocedilucca.it