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Latte San Ginese, lettere di licenziamento collettivo ai 26 dipendenti

Amedeo sabato (segretario Fai Cisl Toscana Nord): 'azienda sana, non c'e' spazio per immorali strategie di esternalizzazione' i lavoratori proclamano lo stato di agitazione
Nelle lettere arrivate ai 26 dipendenti dell'azienda sarda Arborea 3A - che nel 2018  ha rilevato la storica azienda produttrice di latte fresco e affini San Ginese nel comune di Capannori, prima attraverso una fase di affitto poi maturata in vera e propria acquisizione - due righe choc premettono il corposo testo: 'Procedura di licenziamento collettivo per cessazione attività'. E' quanto scritto in oggetto alla  lettera che il 31 gennaio 2022 ha raggiungo tutti i 26 dipendenti di cui 21 impiegati e 5 operai: il sito di Capannori, negli annunci della proprietà, vedrà cessare tutte le attività. I motivi sono spiegati nella lettera stessa: 'La decisione di chiudere il sito di Capannori è conseguenza di una situazione di mercato complessa e in costante evoluzione negativa che si protrae da oltre due anni nonostante gli sforzi e gli investimenti che il Gruppo Arborea ha realizzato dopo l'acquisizione nel 2018'. Nello specifico la proprietà addita tra le cause 'l'insufficiente conferimento di latte toscano nonostante i nostri interventi a supporto dei produttori locali : negli allevamenti regionali si è passati da 872mila litri del 2017 a 572mila litri nel 2019 con una riduzione, in due anni, del 34% in particolare nell'area della Garfagnana che caratterizzava il principale prodotto del latte fresco San Ginese'. In più il calo dei consumi e, per ultimo in ordine di tempo, la crisi pandemica. 'I nostri volumi di vendita sono passati da 2.607.067 litri nel 2018 a 1.466.697 litri nel 2021, a nulla hanno giovato le riduzioni dei prezzi proposti'. 
Fai Cisl Toscana Nord, per voce del segretario Amedeo Sabato, annuncia azioni sindacali mirate a disinnescare la mina dei licenziamenti. 'È strano come questa comunicazione avvenga senza avere attivato il tavolo di crisi regionale - dichiara Amedeo Sabato,  segretario Fai Cisl Toscana Nord - . È inaccettabile la durezza e la fermezza dei contenuti lasciando le porte del dialogo chiuse. I lavoratori compatti proclamano lo stato di agitazione e se non si trovano soluzione che prevedono l’utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali possibili i lavoratori non si fermeranno qui ma faranno tutto quanto in loro potere per cambiare lo stato dei fatti. Vogliamo discutere un progetto diverso dalla chiusura! Siamo convinti che il fatturato ancora esistente sia da salvare e per farlo vogliamo l’utilizzo dei lavoratori in forza e un'acquisizione di responsabilità sociale nell'accompagnare i lavoratori prossimi alla pensione a questo importante traguardo: questo serve a Capannori e non “immorali “ strategie di esternalizzazione. Chiediamo l’appoggio della politica locale e regionale che come sempre ha dimostrato attenzione al lavoro e ai lavoratori prima CAPLAC e poi Arborea'. 
'Vogliamo un incontro urgente e in presenza - specifica il referente Fai Cisl - :  queste cose non è possibile farle a distanza i lavoratori prima di tutto sono persone e come tali vanno trattate'. 

Redazione - inviato in data 01/02/2022 alle ore 20.13.44 - Questo post ha 5 commenti

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COMMENTI
- Poi poi... - da Anonimo - inviato in data 02/02/2022 alle ore 10.48.15
Se campo voglio poi vedere il ricominciare da zero una qualsiasi attività, con tutti annessi e connessi,
non oggi,
domani!


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- allevatori... - da Anonimo - inviato in data 02/02/2022 alle ore 10.45.45
Suppongo che mandi gli allevatori a fare le statuine.
Vedremo poi chi gli compra le scarpe
e chi entra nei negozi a comperare.
I tardigradi sono molto più evoluti.


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- MA NON STIA LI''A DIRE 'GLOBALIZZATE'!!! - da Anonimo - inviato in data 02/02/2022 alle ore 2.02.15
Allevare animali in Italia è diventato impossibile. Ma in altre parti del mondo è possibilissimo. Anche in Europa. Anche in Svizzera. Anche in qualche parte d'Italia.....mai sentito parlare di SudTirol?!?! Sono scelte politiche. Qui, dal lupo in giù, agli allevatori calci nel culo!!

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- Ed ora è suonata la sveglia... - da Anonimo - inviato in data 02/02/2022 alle ore 0.46.35
Oltre un milione di litri di latte inutilizzato, una ventina di stalle in ginocchio e centinaia di ettari a pascolo a rischio abbandono. E’ l’effetto della “nuova era” San Ginese sull’agricoltura lucchese. La denuncia parte da Coldiretti Lucca preoccupata e delusa per il comportamento e l’atteggiamento della nuova proprietà dello storico marchio lucchese acquistato due anni fa dalla cooperativa sarda 3A Arborea.

https://lucca.coldiretti.it/news/latte-coldiretti-delusa-da-nuova-proprieta-s-ginese-non-utilizza-piu-prodotto-stalle-lucchesia/

La nuova proprietà ha smesso di raccogliere latte locale. Nonostante i ripetuti interventi e le strette trattative con la cooperativa e con le istituzioni, Coldiretti ha dovuto prendere atto che gli interessi commerciali della cooperativa sarda erano ormai chiari: abbandonare i produttori di latte locali al loro destino e commercializzare prodotti con materie prime acquistate a prezzi più bassi e non toscane.


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- 26 dipendenti e coda... - da Anonimo - inviato in data 01/02/2022 alle ore 20.32.01
e coda delle vacche. E chi munge?
globalizzate, globalizzate,
vedrete poi dove globalizzerete,
chi vi compra anche le stringhe delle scarpe!


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