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Qualcuno ha chiesto: “Cambierà qualcosa nel mondo dell'arte dopo la pandemia?”

No, sarà sempre tutto uguale. Le gallerie, i curatori, gli organizzatori di mostre, di concorsi, di fiere e l'editoria artistica continueranno a ricattare gli 'artisti' chiedendo denaro per farli esporre o pubblicarli. Quindi essendo un sistema basato esclusivamente sul business di chi ha in mano il settore, si continuerà a non esercitare la selezione professionale basata su seri valori meritocratici perchè l'unica cosa che conta per chi organizza per business è stato, è e sarà solo una questione di numeri, di partecipazioni a pagamento, da non limitare assolutamente con fastidiose selezioni professionali. Quindi continuerà il malcostume dei curriculum buffoneschi e senza la minima serietà e credibilità in quanto ottenuti solo con partecipazioni pagate e non su invito gratuito per meriti professionali. Come sempre tutti vanteranno critiche ricevute da nomi conosciuti o partecipazioni a mostre dai titoli altisonanti, anche se in realtà nessuno potrà vantarsi di una critica ricevuta a pagamento e nessuno potrà vantarsi di una qualsiasi partecipazione a mostre, premi, rassegne, fiere e biennali avendo pagato per parteciparvi. E nessuno potrà vantare la presenza in qualsiasi catalogo o annuario se per ottenere l'inserimento è stato obbligato almeno a comprarne qualche copia. Quindi continuerà ad essere un settore non credibile, non affidabile, dove ognuno potrà continuare ad inventarsi le proprie 'quotazioni' e chiamarsi 'Maestro' anche se dovrebbe essere il primo ad avere la coscienza e l'umiltà della propria pochezza e decidersi ad imparare una volta per tutte il proprio lavoro. Tutto sarà come sempre, con chi si sentirà più 'fico' degli altri perchè si considererà più 'contemporaneo', oppure perchè magari vende più di altri. Tutto continuerà nella totale e collettiva illusione di successo personale ed alla disperata ricerca di visibilità, che sarà raccolta solo dai 'coccodrilli' del business. Tutto come sempre, ne più e ne meno. Un enorme teatrino tragicomico che difficilmente potrà avere un futuro di nuova coscienza e riscatto. Questa mia vignetta, drammaticamente ironica, è dedicata ad ogni vero artista che con lucidità e determinazione ha scelto e sceglierà di non stare al gioco di questo teatrino, trovando vie alternative.

Bruno Pollacci
Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa

Redazione - inviato in data 05/09/2021 alle ore 10.14.37 - Questo post ha 2 commenti

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COMMENTI
- E''SEMPRE STATA UNA MISCELA DI ABILITA''E MARKETING - da Anonimo - inviato in data 06/09/2021 alle ore 0.51.34
L'artista lavora se il mercato paga le sue opere. Il mercato paga le sue opere se è bravo e se è capace a promuoversi. Era così 500 anni fa ed è così oggi. Più o meno. Oggi infatti molti artisti hanno limitate capacità tecniche e lì conta solo l'autopromozione. Il peso di critici e galleristi è relativo. Oggi esiste internet.

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- Disamina severa e straordinaria - da Anonimo - inviato in data 05/09/2021 alle ore 16.07.20
Eccellentissimo Signor Pollacci, lei può far sentire la sua voce, suppongo. Ha autorità. Esiste il modo di far rumore sugli argomenti che lei ha denunciato?

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