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Solidarietà a Marco

La storia di Marco, educatore lucchese di un nido d'infanzia schernito dalle parole di un genitore e il cui sfogo sui social è diventato virale, ci fa riflettere su quanta strada ci sia ancora da fare affinché l'orientamento sessuale di una persona non sia il metro di giudizio delle capacità lavorative di una persona e, più in generale, il metro di giudizio della vita di una persona.
Perché, pur ammettendo le qualità professionali di Marco ('È un bravo educatore'), si è dovuto rimarcare il suo orientamento sessuale in tono dispregiativo ('ma è finocchio') come se esso fosse un disvalore per il suo mestiere? Cosa fa pensare che amare una persona dello stesso sesso possa costituire un problema nell'educazione del proprio figlio? Cosa lo differenzia dai tanti altri educatori ed educatrici eterosessuali?
Fa un po' impressione, nel 2020, porci questi interrogativi, ma i tanti, troppi, episodi di discriminazione e di violenza contro persone omosessuali, dimostrano che la battaglia da fare per sconfiggere certi pregiudizi e pensieri retrogradi sia ancora lontana dall'essere vinta.
È quindi una buona notizia, quella appresa in questi giorni, la proposta di legge finalmente arrivata in discussione in parlamento contro l'omo, la lesbo, la bi e la transfobia, a prima firma di Alessandro Zan del Partito Democratico. Una legge che il paese aspetta da 24 anni. Una legge dovuta, più che mai necessaria per ribadire che lo Stato, quello che vogliamo, non accetta che l'orientamento sessuale di una persona sia causa di discriminazione o di violenza. Una sacrosanta presa di posizione che ci auguriamo venga approvata il prima possibile per sancire un altro, decisivo, passo verso il riconoscimento di diritti fondamentali. Per un Italia più giusta e più civile.
E se qualcuno tenta di affossare questa proposta di legge diffondendo fake news (fra l'altro facilmente smentibili) o facendo ridicole controproposte di leggi contro l'eterofobia, che non meritano nemmeno commenti, noi rispondiamo che il rispetto e la giustizia saranno sempre più forti dell'odio e della discriminazione, grazie anche alle testimonianze di persone come Marco, che hanno il merito si smuovere le coscienze e di sensibilizzare l’opinione pubblica verso un tema troppo spesso ignorato o sminuito. Lo ringraziamo per questo e gli facciamo un grande in bocca al lupo per i suoi studi certi che, passo dopo passo, costruiremo un Italia migliore.

Stefano Tomei
Segretario Circolo PD Sant’Anna

Redazione - inviato in data 02/07/2020 alle ore 16.30.54 - Questo post ha 3 commenti

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COMMENTI
- ma - da Anonimo - inviato in data 02/07/2020 alle ore 20.19.58
ma eventualmente questa storia e''verificata, chi ha detto che e'''finocchio' ?



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- Nel 2020 PORCI questi interrogativi. - da Anonimo - inviato in data 02/07/2020 alle ore 17.46.38
Porci sono tutti coloro che manifestano le loro tendenze sessuali in luoghi pubblici e massimamente a scuola.
Chiunque in privato può fare i suoi PORCI comodi che nessuno se ne accorgerà.
IO


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- Ma... - da Anonimo - inviato in data 02/07/2020 alle ore 17.29.40
Che tristezza. Siamo nel 2020 e pare che ancora non sia passato il medioevo. A parte il fatto che chi usa termini come ' frocio, finocchio' ci presenta il proprio biglietto da visita di retrogado e volgare, quello che fa veramente impressione è che non siano parole usate da adolescenti a cui difettino i neuroni ma dai loro genitori! Coloro che dovrebbero insegnare l'educazione ed il rispetto. Di fronte a cotanti genitori ci lamentiamo del comportamento dei ragazzi??? Io dico che molti crescono anche troppo bene, nonostante i genitori che si ritrovano. Solidarieta' senza se e senza ma a Marco.
Ortica


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