Oleandri, ginestre e siepi di bosso, foglie verde scuro, foglie verde chiaro, foglie.
Piante di arancio e di limoni, viottoli di sassi, e, laggiù, lontano, la veduta incantevole di un bosco.
Sentieri collinari, piste verdi, pietre logore tappezzate d’edera, cinte cadenti, pareti diroccate, e, sul muro di tramezzo, l’immagine di un povero cristo afflitto e flagellato, e, nel silenzio più assoluto, indecifrabile, misterioso e divino, la realtà fisica del suo immenso dolore.
Angelica C.
Anonimo - inviato in data 15/01/2013 alle ore 18.07.26
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- pro...che? - da Anonimo - inviato in data 17/01/2013 alle ore 8.57.02
cosa c'entri il prozak con questa bella poesia non sono riuscito a capirlo. forse sto invecchiando. ciao angelica pasquino
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- rivelazione - da Anonimo - inviato in data 17/01/2013 alle ore 7.53.51
bella questa poesia, caratterizzata da elementi stilistici e tematici compositi e anche contrastanti, ma significativi. Memoria e fantasia, riflessione e lirismo, allegoria, surrealismo e romanticismo che l'autrice sembra aver riversato sapientemente in questa sua opera poetica. Complimenti. Prof. Cav. Arturo Mangiagalli del FO.BE.S. Toscana
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- soluzione - da Anonimo - inviato in data 15/01/2013 alle ore 19.15.17
Basta un po' di Prozac !
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