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Barsanti (Difendere Lucca) sul Caffè Di Simo: “Il Comune non vuole risolvere la questione.

Barsanti (Difendere Lucca) sul Caffè Di Simo: “Il Comune non vuole risolvere la questione. Propongo un tavolo di confronto”

Lucca, 29 settembre – “Sul Di Simo sindaco e maggioranza arrendevoli, propongo un confronto fra Comune, Fondazione Puccini e fondazioni bancarie”. Così il consigliere comunale Fabio Barsanti dopo la seduta della commissione controllo e garanzia. “Il Di Simo è un bene culturale, bisogna sbloccare questa situazione vergognosa in vista del centenario della morte di Giacomo Puccini”.




“Ciò che temevamo – dichiara Barsanti in una nota – è emerso chiaramente nella commissione di ieri: al Comune manca la volontà di fare la propria parte fino in fondo per arrivare ad una soluzione che possa portare alla riapertura dell’Antico Caffè Di Simo. Nonostante i tentativi annunciati in passato a mezzo stampa, in nove anni di mandato e dalla chiusura del locale, i risultati sono pari a zero, e lucchesi e turisti sono privati del Caffè che ha segnato la storia culturale del Novecento lucchese”.




“Porterò in ogni caso in commissione o in Consiglio – continua la nota - la proposta di coinvolgere le fondazioni del territorio, nella fattispecie la stessa Fonazione Puccini e le fondazioni bancarie. Tutti tentativi probabilmente mai vagliati – conclude il consigliere di Difendere Lucca – ma che adesso si rendono necessari, perché la città non è più disposta a percorrere via Fillungo e imbattersi in un locale sporco e abbandonato”.




“Il Comune, nel tentativo di difendersi, si nasconde costantemente dietro l’alibi della proprietà privata del locale – conclude Barsanti – senza considerare come il Di Simo rappresenti un ‘bene culturale’ a tutti gli effetti, ovvero un bene che, ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio, “riveste un interesse particolarmente importante” a causa del suo riferimento con la storia, la cultura e altri elementi fondamentali per la città e non solo, e tutto questo a prescindere da chi ne sia il proprietario'.






Fabio Barsanti
Consigliere comunale

Redazione - inviato in data 29/09/2021 alle ore 16.08.09 - Questo post ha 2 commenti

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COMMENTI
- MA PER FAVORE, NON VANEGGIAMO!!! - da Anonimo - inviato in data 30/09/2021 alle ore 1.28.54
Il bar in questione è ospitato in un fondo privato. Il Comune e le fondazioni, leggi e statuti alla mano, non hanno alcun modo di intervenire. Non è infatti possibile finanziare con soldi pubblici bar di proprietà privata. Per fare le cose stratosferiche che Barsanti (e prima di lui Santini) propone, si dovrebbe:

1. acquistare il fondo e tutti gli arredi che ci sono dentro

2. Farne una specie di centro culturale con banco bar

Ha senso tutto questo in una città priva di musei civici decenti? Non sarebbe il caso di far altro?

Quale precedente si andrebbe a costituire andando a comprare, da dei privati, un esercizio commerciale in quanto storico??? Se le due o tre gioiellerie storiche del centro di Lucca andassero in vendita dovrebbe comprarle il Comune? Se un negozio storico di granaglie o di dolciumi, o una panetteria del centro, tutte attività tipicissime, andassero in vendita dovrebbe comprarle il Comune?

Cerchiamo di ragionare cari amici, camerati o compagni che siate!!


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- beh, intanto.... - da Anonimo - inviato in data 29/09/2021 alle ore 16.14.56
sarebbe un successo se fosse trovato il modo di pulirlo dentro e tenerlo in ordine ed illuminato giorno e notte con la serranda alzata. Anche a spese del comune. Come se fosse un piccolo museo dei ricordi dei tempi della Cultura che furono della città. Sarebbe già un passo avanti.
Nelle vetrine sicuramente si potrebbero trovare pasticcerie che ci mettano scatole di prodotti (anche vuote) tipiche di Lucca (anche qualche buccellato).
Ma Tambellini è come Tremonti che disse che con la Cultura non si mangia. Paro paro.
Un bel trattore forse gli è più congeniale
cicci


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