IL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO A LUCCA: I RICORDI DI UN GIOVANE CHE HA ATTRAVERSATO IL 1968 E GLI ANNI DI PIOMBO...ED E''SOPRAVVISSUTO, SENZA CAMBIAR BANDIERA.
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Domenica 25 marzo 2018 il quotidiano LA NAZIONE, nella cronaca di Lucca, a pagina 12, ha pubblicato un articolo dal titolo 'Il '68 nei ricordi dei 'ragazzi' del MSI. Tante scazzottate, ma nulla di più', a firma di Fabrizio Vincenti. A corredo dell'articolo una foto piuttosto sbiadita di un gruppetto di giovani che, nella sede storica del Movimento Sociale Italiano di via del Moro n. 2, ascoltano seduti qualche relatore. Tra questi giovani ci sono anch''io (nella foto il primo a sinistra della prima fila). Leggendo le date sui manifesti che fanno da sfondo alla foto, penso che sia stata scattata alla fine del 1973 o ai primi dell'anno 1974; anni in cui partecipavo attivamente alla vita di federazione, da giovane militante della Giovane Italia, a cui mi ero iscritto fin dal 1967 (vedi la mia tessera della Giovane Italia nelle immagini a corredo di questo articolo). Nella foto pubblicata riconosco alcuni amici, come Frediano Bacci, Lido Fava, Roberto Bonelli, Umberto Menesini, Rizzo... Guardando quell'immagine, assai sbiadita, mi è tornata alla mente l'emozione della prima volta che salì le scale di via del Moro ed entrai nella grande sala della federazione missina, pavesata di bandiere e manifesti. Ho rivisto, come in un film indimenticabile, piazza S. Michele gremita di gente per ascoltare Giorgio Almirante e ho riascoltato, nella mia mente, l'''Inno a Roma', di Giacomo Puccini che, immancabilmente, apriva e chiudeva ogni comizio del Partito. C'era tanto entusiasmo, ma erano davvero anni molto difficili per chi aveva deciso, come me, di fare una scelta controcorrente, schierandosi a destra, nel Movimento Sociale Italiano che, per i più, era solo un movimento nostalgico e neofascista. Con il 1968, poi, le tensioni si erano acuite; sembrava, ormai, che il moto di ribellione e di rivoluzione travolgesse tutto ciò che era stato fino a quel momento. Noi giovani del MSI ci ergemmo a difesa di valori e tradizioni e, perfino, a difesa dello Stato, che di certo non ci amava; mi domando, oggi, se quella fu una scelta giusta. A partire dal 1967 e poi negli anni successivi la mia frequentazione della federazione missina di via del Moro fu davvero molto intensa, quasi quotidiana, e, in breve, entrai a far parte degli organi dirigenti, prima in quelli della Giovane Italia, che era l'organizzazione giovanile del Partito e poi del Partito stesso, arrvando ad essere membro della 'giusta federale'. Di certo quella scelta e quella assidua frequentazione influì negativamente sul percorso di studi che avevo intrapreso (facoltà di giurisprudenza di Pisa). Il Segretario della federazione lucchese (il federale) era, in quegli anni, Rino Nissim (classe 1909), apprezzato funzionario delle imposte di consumo, appartenente ad una importante famiglia di origine ebraica. Il federale era un signore burbero ed austero, ma persona carissima, che nutriva per me considerazione e affetto. Nissim aveva subito una operazione alla gola e quindi aveva difficoltà a parlare e così, molto spesso, affidava a me il compito di aiutarlo nel far conoscere la sua opinione e le sue decisioni. Altre figure di primo piano nella federazione e nel Partito erano, in quegli anni, l'avvocato Aldo Campetti (classe 1906) consigliere provinciale, Danilo Ravenni (classe 1913), che era stato tra i fondatori del MSI, l'avvocato Giorgio Nencini (classe 1930), Renato Cervi (classe 1934), Ilio Lelio Martinelli, Fabio Dini, funzionario della Banca Nazionale del Lavoro e più volte consigliere comunale di Lucca; tra i più giovani del gruppo Claudio Riccardi (poi consigliere regionale) con cui ho mantenuto sempre una cordiale amicizia.. La presenza quotidiana in Federazione, con mansioni di 'impiegato' l'assicurava Leo Landi che, come gli piaceva ricordare, era stato un impiegato della 'Casa del Fascio' lucchese ed aveva vissuto, in prima persona, i momenti drammatici del 25 luglio 1943, che portarono alla fine del 'regime'. Ricordo che quando si entrava nella sua piccola stanza, anticamera di quella del Federale, il Landi era solito alzarsi in piedi, di scatto, per salutare, come evidentemente era abituato negli anni del suo lavoro. Ad aiutarlo ed a fargli compagnia, nel quotidiano lavoro di segreteria, c'era un altro pensionato molto attivo: Spartaco Ciani. In quegli anni il compito di noi giovani era quello di fare proselitismo nelle scuole e di curare le campagne elettorali, girando ogni giorno quartieri della città e i paesi dell'intera provincia, per annunciare, con gli altoparlanti piazzati su una vecchia cinquecento, prestataci da Rino Ponzi, manifestazioni, comizi o, semplicemente per invitare a votare 'Fiamma Tricolore', come usava allora. La provincia di Lucca era divisa in due federazioni, quella di Lucca, che comprendeva la Piana, la Mediavalle e la Garfagnana e quella di Viareggio, che aveva competenza su tutti i comuni della Versilia. La nostra attività di propaganda si concentrava, soprattutto, sulla città e i quartieri periferici alla cerchia delle mura, il Capannorese, il comune di Montecarlo, dove avevamo come uomo di punta Ivaldo Fantozzi, e poi nei comuni della Valle del Serchio e Garfagnana, dove avevamo varie sezioni importanti con sedi aperte, come Valdottavo, Bagni di Lucca, Gallicano, Castelnuovo Garfagnana. Ma diversi altri paesi avevano sezioni molto numerose e fiorenti, anche senza avere sedi ufficiali; questo soprattutto nei primi anni successivi alla fondazione del Movimento Sociale Italiano (avvenuta il 26 dicembre 1946, a Roma). Per tutte voglio citare il caso del Comune di Camporgiano dove c'era una fiorente Sezione con persone di grande visibilità e spessore culturale, come il Mario Pellegrinetti, direttore didattivo, Giorgio Santarini, maestro elementare, il prof. Raffaello Crudeli, la maestra Giovanna Fiorani e il 'maresciallo' Giovanni Fiorani. Il paese più missino del Comune era senz'altro Casatico, il paese dove viveva il Fiorani. Con l'arrivo alla segreteria dell'MSI, nel 1969, di Giorgio Almirante, Pino Rauti, che aveva costituito il Centro Studi ORDINE NUOVO, sciolse il Centro studi e con un gruppo di dirigenti rientrò nel partito. Poco prima di rientrare nel partito, Rauti aveva scritto sul periodico 'Ordine Nuovo' che «una vera avanguardia rivoluzionaria non può stare a guardare, arroccata sulle sue posizioni. La dispersione delle forze sarebbe un lusso letale». Si pone «la necessità vitale di inserirsi dalla finestra del sistema, da cui eravamo usciti dalla porta, per poter usufruire delle difese che il sistema offre attraverso il Parlamento. E quale poteva essere lo strumento di quest'inserimento se non il MSI?» Parte dei militanti contrari al rientro nel Msi, accusando il MSI di essere 'asservito alla borghesia e all'imperialismo statunitense', il 21 dicembre 1969, diedero invece vita al movimento Ordine Nuovo, guidato da Clemente Graziani. Anche a Lucca furono in diversi a schierarsi con il nuovo movimento che, addirittura, affittò una sede prestigiosa nel palazzo Massoni in via dell'Angelo Custode dove i militanti si riunivano e programmavano la loro attività politica cittadina.
GLI ISCRITTI AL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO DAL 1948 AL 1951 Un amico, qualche tempo fa, mi ha consegnato un grande librone, dove sono elencati, con precisione di dati ed in 'bella scrittura' gli iscritti della Lucchesia al Movimento Sociale. Il registro elenca gli iscritti del periodo che va dal 1948 al 1951, gli anni successivi alla fondazione, dove l'impegno e l'entusiasmo di chi aveva deciso di ritrovarsi era senz'altro massimo. I dati che emergono sono davvero interessanti, sia per il numero degli iscritti, sia per la concentrazione degli stessi in alcune sezioni di località periferiche della provincia. Ci sono anche nomi importanti e e quelli di tanti che, negli anni successivi, hanno lasciato quel 'partito famiglia', di uomini coraggiosi nel testimoniare la loro scelta e la loro appartenenza. Gli iscritti. registrati, completi dei dati di nascita, redidenza e professione, sono complessivamente 1955. La parte del leone la fa la Sezione di Lucca con 532 nominativi; a cui si aggiungono sezioni periferiche alla città, come S. Vito con 32 nominativi, La Cappella con 11, San Lorenzo a Vaccoli (dove abitava il vice federale dei miei tempi, il rag. Fabio Dini) con 26 nominativi, Ponte a Moriano con 42 iscritti, San Pietro a Vico con 18 e Nave con 9. Le altre Sezioni, i cui nominativi sono riportati nel registro sono quelle di: Altopascio 15, Bagni di Lucca 29, Barga 21, Borgo a Mozzano 73 (di cui 18 a Borgo, 22 a Chifenti e 33 a Valdottavo), Camporgiano 49, Capannori (varie sezioni) 180 iscritti, Castelnuovo Garganana 31, Castlvecchio Pascoli 4, Cerageto 8, Coreglia 7, Fiano 28, Fornaci di Barga 36, Gallicano (comprese le frazioni di Verni e Trassilico) 69, Gorfigliano e Gramolazzo 28, Metra 18, Montecarlo 3, Piegaio 10, Pieve Fosciana 14, Porcari 54, Puglianella 11, San Romano Garfagnana (un vero record) con 103 iscritti, Soraggio 3, Vagli con 18 nominativi (6 iscritti a Vagli Sotto e 12 a Vagli Sopra), Torcigliano 23, Villa Basilica 17. Nel registro sono ricomprese anche le Sezioni della Versilia, segno che all'inizio della vita del Movimento Sociale Italiano c'era un'unica Federazione provinciale, mentre, successivamente, venne creata anche una Federazione versiliese con sede a Viareggio. Ecco i numeri di quelle Sezioni: Viareggio n. 129 iscritti, Bargecchia n. 10, Forte dei Marmi n. 23, Lido di Camaiore n. 39, Capezzano n. 17, Stiava n. 15, Corsanico n. 20, Pietrasanta n. 6, Valdicastello n. 22, Stazzema n. 14.
LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 1970 A BORGO A MOZZANO La presenza del Movimento Sociale Italiano nei consessi elettivi della provincia di Lucca era in quegli anni assai modesta (due consiglieri provinciali, due consiglieri al Comune di Lucca, 1 a Capannori, 1 a Viareggio e, dal 1964, uno anche al Comune di Borgo a Mozzano (Pietro Meconi di Valdottavo). Nel 1970 ci furono le nuove elezioni ed io avrei voluto presentarmi come consigliere, ma avevo 19 anni e la maggiore età, allora, era fissata a 21 anni. Convinsi mio zio, Enrico Brunini che abitava a Oneta, a presentarsi nella lista del MSI e fu lui ad essere eletto, battendo l'uscente Pietro Meconi. La campagna elettorale del 1970 fu molto intensa ed accesa; facemmo comizi in quasi tutte le frazioni del territorio di Borgo a Mozzano, con la presenza attivissima di Adolfo Cesari, che era allora il Segretario Provinciale del sindacato CISNAL. In molte frazioni del comune i nostri comizi furono disturbati da giovani di Lotta Continua; durante il comizio a Corsagna fu fatta esplodere una bomba carta sulla strada Chifenti - Corsagna e, nei giorni successivi, fu lanciata una molotov contro la sede missina di Valdottavo, che si trovava in un locale davanti al teatro Colombo. Dal 1970 al 1975 aiutai mio zio Enrico nel suo compito di consigliere comunale, partecipando con lui a tutte le sedute per sostenerlo nei dibattiti che, allora, spaziavano non solo sui temi amministrativi ma anche su quelli di 'alta politica'.
1975: L'ANNO DELLA MIA PRIMA ELEZIONE A CONSIGLIERE COMUNALE Nel 1975, nella nuova tornata elettorale comunale, avendo finalmente l'età, mi presentai come candidato e fui eletto consigliere comunale (primo dei non eletti Donatella Poggi). Sono stato riconfermato consigliere comunale nelle elezioni del 1980, del 1985 e del 1990, sempre rieletto consigliere. Nel 1993 decisi di ritirarmi dall'incarico e mi dimisi dalla carica di consigliere comunale; al mio posto subentrò la dottoressa Donatella Poggi.
LA MIA ELEZIONE A SINDACO DI BORGO A MOZZANO Pensavo di aver concluso la mia vita amministrativa comunale, ma nel 1994 la politica italiana subì uno tsunami, con tangentopoli ed il crollo dei partiti tradizionali. Uomini e donne del MSI scesero in campo, in importanti sfide: a Roma Fini contro Rutelli, a Napoli la Mussolini contro Bassolino. Così anche a Borgo a Mozzano molti pensarono che anch'io avrei potuto sfidare il potere democristiano e socialista che aveva come Sindaco Alfredo Scipioni e Vice Sindaco Luigi Bruni. Accettai la sfida come candidato sindaco contro gli altri candidati che erano il dottor Alessandro Alessandri Stringari, l'avvocato Gianni Del Carlo, il dottor Mosè Cervetti e, nelle elezioni di domenica 23 aprile 1995, fui eletto Sindaco (primo Sindaco eletto direttamente dai cittadini, primo Sindaco in Toscana iscritto ad Alleanza Nazionale). Non avrei mai pensato di arrivare a questo traguardo. Dedicai la mia elezione a mio padre Carlo Settimo (morto nell'ottobre 1994) che mi aveva sempre aiutato e sostenuto e ai missini che avevano subito tante umiliazioni negli anni precedenti, per i quali, con la mia elezione a consigliere comunale, ero stato una speranza di riscatto.
LA CONFERMA A SINDACO PER IL SECONDO MANDATO Nelle elezioni del 13 giugno 1999, contro la sfidante del centrosinistra la dottoressa Silvana Citti, fui riconfermato per il secondo mandato con circa il 62[[[]]%[]] dei suffragi...
LA STORICA SEDE DI VIA DEL MORO, 2 E I DOCUMENTI STORICI DEL MSI LUCCHESE La storica sede del MSI, posta in via del Moro n.2, proprio all'angolo con via Buia, che anc'io ho frequentato per tanti anni aveva la grande finestra della 'stanza del federale' che si affacciava proprio su via Buia, in direzione di via S. Lucia, visibile fin da piazza S. Michele. All'ingresso c'era un grande salone che serviva anche per le riunioni e perfino per i congressi. Sul salone di affacciava un piccolo ufficio di segreteria, la stanza del federale, la sala del biliardo e un accogliente ufficio/salotto; attraverso un corridoio si arrivava alle stanze dei gruppi giovanili (Giovane Italia, Fuan) e sul corridoio si affacciava un altra stanza utilizzata come Sezione di Lucca; dal corridoio si accedeva anche ai bagni. Quando la sede è stata trasferita in Via Veneto, si sono lì succedute, in quei locali le sigle di Alleanza Nazionale, del PDL, di Forza Italia, ecc. Anche i documenti, i libri, le foto, i gagliardetti del glorioso MSI sono finiti lì. Alla chiusura di quella sede il materiale del MSI è andato disperso. Spero che l'abbiano preso persone che avevano voglia di conservarlo. Chissa se un giorno potremo, attraverso quel materiale, conoscere meglio la storia di un Partito in cui in molti abbiamo creduto....
Gabriele Brunini - ultimo aggiornamento 6 giugno 2020
I RAGAZZI DEL CICLOSTILE: IO ERO UNO DI LORO...
Nel settembre 2021 due autori, Adalberto Baldoni e Alessandro Amorese, hanno dato alle stampe un libro dal titolo: I RAGAZZI DEL CICLOSTILE - LA GIOVANE ITALIA, UN MOVIMENTO STUDENTESCO CONTRO IL SISTEMA, con la prefazione di GIORGIA MELONI -ECLETTICA eDIZIONI SAS. In quel libro, alle pagine 327 e 328, si parla anche della mia esperienza nella Giovane Italia lucchese, movimento in cui entrai nel lontano 1967. Ecco il testo:
Interessante, nella rossa Toscana, l'esempio di Lucca dove inizia il suo percorso militante Gabriele Brunini: 'Ho smpre vissuto a Borgo a Mozzano e in casa ho respirato ideali in cui mio padre credeva senza tentennamenti. Come i manichei sapeva che esisteva il bene e il male, e per lui il bene era quello in cui aveva creduto nella sua giovinezza. Nemmeno la tragica ritirata di Russia, che aveva affrontato con coraggio e determinazione da alpino del Battaglione Saluzzo della Divisione Cuneense, subendo lo sbandamento e camminando con un piede congelato, aggregandosi alla Tridentina e partecipando alla battaglia di Nikolajewka, gli aveva fatto nascere dubbi. Mi aveva chiamato Gabriele, in onore di un suo amico, Gabriele Zamboni, che aveva aderito alla RSI ed era stato fucilato presso il cimitero di Piacenza il 1 maggio 1945. Quando sono andato alle superiori ho frequentato l'Istituto Magistrale Paladini di Lucca e, caso davvero strano, mi sono ritrovato in una classe dove i ragazzi erano più delle ragazze. Nel 1967 mi sono iscritto alla Giovane Italia ed ho cominciato a fare politica a scuola, trovandomi insieme ad un altro iscritto lucchese che era Roberto Bonelli. Piacevo ai compagni di classe perchè contestavo i professori antifascisti. Piano piano anche i tanti maschi della mia classe hanno cominciato a darmi una mano, talvolta più per amicizia e cameratismo che per ideologia. E così durante l'anno scolastico 1968/1969 l'istituto Magistrale era diventato una roccaforte di coloro che non aderivano agli scioperi e alle manifestazioni sessantottine. Ricordo che nell'anniversario del 1918 la rivista Storia Illustrata regalava, nel numero di ottobre, una bandiera italiana. Acquistammo un pò di quei numeri e dalle finestre dell'istituto sventolavamo le bandiere per far incazzarre i cortei che passavano per via San Nicolao e minacciavano di forzare il portone della scuola, che noi avevamo chiuso e che presidiavamo dall'interno, pronti a difenderci'.
Gabriele Brunini - testo pubblicato il 25 aprile 2022
IL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO A LUCCA: I RICORDI DI UN GIOVANE CHE HA ATTRAVERSATO IL 1968 E GLI ANNI DI PIOMBO...ED E''SOPRAVVISSUTO, SENZA CAMBIAR BANDIERA. Domenica 25 marzo 2018 il quotidiano LA NAZIONE, nella cronaca di Lucca, a pagina 12, ha pubblicato un articolo dal titolo 'Il '68 nei ricordi dei 'ragazzi' del MSI. Tante scazzottate, ma nulla di più', a firma di Fabrizio Vincenti. A corredo dell'articolo una foto piuttosto sbiadita di un gruppetto di giovani che, nella sede storica del Movimento Sociale Italiano di via del Moro n. 2, ascoltano seduti qualche relatore. Tra questi giovani ci sono anch''io (nella foto il primo a sinistra della prima fila). Leggendo le date sui manifesti che fanno da sfondo alla foto, penso che sia stata scattata alla fine del 1973 o ai primi dell'anno 1974; anni in cui partecipavo attivamente alla vita di federazione, da giovane militante della Giovane Italia, a cui mi ero iscritto fin dal 1967 (vedi la mia tessera della Giovane Italia nelle immagini a corredo di questo articolo). Nella foto pubblicata riconosco alcuni amici, come Frediano Bacci, Lido Fava, Roberto Bonelli, Umberto Menesini, Rizzo... Guardando quell'immagine, assai sbiadita, mi è tornata alla mente l'emozione della prima volta che salì le scale di via del Moro ed entrai nella grande sala della federazione missina, pavesata di bandiere e manifesti. Ho rivisto, come in un film indimenticabile, piazza S. Michele gremita di gente per ascoltare Giorgio Almirante e ho riascoltato, nella mia mente, l'''Inno a Roma', di Giacomo Puccini che, immancabilmente, apriva e chiudeva ogni comizio del Partito. C'era tanto entusiasmo, ma erano davvero anni molto difficili per chi aveva deciso, come me, di fare una scelta controcorrente, schierandosi a destra, nel Movimento Sociale Italiano che, per i più, era solo un movimento nostalgico e neofascista. Con il 1968, poi, le tensioni si erano acuite; sembrava, ormai, che il moto di ribellione e di rivoluzione travolgesse tutto ciò che era stato fino a quel momento. Noi giovani del MSI ci ergemmo a difesa di valori e tradizioni e, perfino, a difesa dello Stato, che di certo non ci amava; mi domando, oggi, se quella fu una scelta giusta. A partire dal 1967 e poi negli anni successivi la mia frequentazione della federazione missina di via del Moro fu davvero molto intensa, quasi quotidiana, e, in breve, entrai a far parte degli organi dirigenti, prima in quelli della Giovane Italia, che era l'organizzazione giovanile del Partito e poi del Partito stesso, arrvando ad essere membro della 'giusta federale'. Di certo quella scelta e quella assidua frequentazione influì negativamente sul percorso di studi che avevo intrapreso (facoltà di giurisprudenza di Pisa). Il Segretario della federazione lucchese (il federale) era, in quegli anni, Rino Nissim (classe 1909), apprezzato funzionario delle imposte di consumo, appartenente ad una importante famiglia di origine ebraica. Il federale era un signore burbero ed austero, ma persona carissima, che nutriva per me considerazione e affetto. Nissim aveva subito una operazione alla gola e quindi aveva difficoltà a parlare e così, molto spesso, affidava a me il compito di aiutarlo nel far conoscere la sua opinione e le sue decisioni. Altre figure di primo piano nella federazione e nel Partito erano, in quegli anni, l'avvocato Aldo Campetti (classe 1906) consigliere provinciale, Danilo Ravenni (classe 1913), che era stato tra i fondatori del MSI, l'avvocato Giorgio Nencini (classe 1930), Renato Cervi (classe 1934), Ilio Lelio Martinelli, Fabio Dini, funzionario della Banca Nazionale del Lavoro e più volte consigliere comunale di Lucca; tra i più giovani del gruppo Claudio Riccardi (poi consigliere regionale) con cui ho mantenuto sempre una cordiale amicizia.. La presenza quotidiana in Federazione, con mansioni di 'impiegato' l'assicurava Leo Landi che, come gli piaceva ricordare, era stato un impiegato della 'Casa del Fascio' lucchese ed aveva vissuto, in prima persona, i momenti drammatici del 25 luglio 1943, che portarono alla fine del 'regime'. Ricordo che quando si entrava nella sua piccola stanza, anticamera di quella del Federale, il Landi era solito alzarsi in piedi, di scatto, per salutare, come evidentemente era abituato negli anni del suo lavoro. Ad aiutarlo ed a fargli compagnia, nel quotidiano lavoro di segreteria, c'era un altro pensionato molto attivo: Spartaco Ciani. In quegli anni il compito di noi giovani era quello di fare proselitismo nelle scuole e di curare le campagne elettorali, girando ogni giorno quartieri della città e i paesi dell'intera provincia, per annunciare, con gli altoparlanti piazzati su una vecchia cinquecento, prestataci da Rino Ponzi, manifestazioni, comizi o, semplicemente per invitare a votare 'Fiamma Tricolore', come usava allora. La provincia di Lucca era divisa in due federazioni, quella di Lucca, che comprendeva la Piana, la Mediavalle e la Garfagnana e quella di Viareggio, che aveva competenza su tutti i comuni della Versilia. La nostra attività di propaganda si concentrava, soprattutto, sulla città e i quartieri periferici alla cerchia delle mura, il Capannorese, il comune di Montecarlo, dove avevamo come uomo di punta Ivaldo Fantozzi, e poi nei comuni della Valle del Serchio e Garfagnana, dove avevamo varie sezioni importanti con sedi aperte, come Valdottavo, Bagni di Lucca, Gallicano, Castelnuovo Garfagnana. Ma diversi altri paesi avevano sezioni molto numerose e fiorenti, anche senza avere sedi ufficiali; questo soprattutto nei primi anni successivi alla fondazione del Movimento Sociale Italiano (avvenuta il 26 dicembre 1946, a Roma). Per tutte voglio citare il caso del Comune di Camporgiano dove c'era una fiorente Sezione con persone di grande visibilità e spessore culturale, come il Mario Pellegrinetti, direttore didattivo, Giorgio Santarini, maestro elementare, il prof. Raffaello Crudeli, la maestra Giovanna Fiorani e il 'maresciallo' Giovanni Fiorani. Il paese più missino del Comune era senz'altro Casatico, il paese dove viveva il Fiorani. Con l'arrivo alla segreteria dell'MSI, nel 1969, di Giorgio Almirante, Pino Rauti, che aveva costituito il Centro Studi ORDINE NUOVO, sciolse il Centro studi e con un gruppo di dirigenti rientrò nel partito. Poco prima di rientrare nel partito, Rauti aveva scritto sul periodico 'Ordine Nuovo' che «una vera avanguardia rivoluzionaria non può stare a guardare, arroccata sulle sue posizioni. La dispersione delle forze sarebbe un lusso letale». Si pone «la necessità vitale di inserirsi dalla finestra del sistema, da cui eravamo usciti dalla porta, per poter usufruire delle difese che il sistema offre attraverso il Parlamento. E quale poteva essere lo strumento di quest'inserimento se non il MSI?» Parte dei militanti contrari al rientro nel Msi, accusando il MSI di essere 'asservito alla borghesia e all'imperialismo statunitense', il 21 dicembre 1969, diedero invece vita al movimento Ordine Nuovo, guidato da Clemente Graziani. Anche a Lucca furono in diversi a schierarsi con il nuovo movimento che, addirittura, affittò una sede prestigiosa nel palazzo Massoni in via dell'Angelo Custode dove i militanti si riunivano e programmavano la loro attività politica cittadina.
GLI ISCRITTI AL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO DAL 1948 AL 1951 Un amico, qualche tempo fa, mi ha consegnato un grande librone, dove sono elencati, con precisione di dati ed in 'bella scrittura' gli iscritti della Lucchesia al Movimento Sociale. Il registro elenca gli iscritti del periodo che va dal 1948 al 1951, gli anni successivi alla fondazione, dove l'impegno e l'entusiasmo di chi aveva deciso di ritrovarsi era senz'altro massimo. I dati che emergono sono davvero interessanti, sia per il numero degli iscritti, sia per la concentrazione degli stessi in alcune sezioni di località periferiche della provincia. Ci sono anche nomi importanti e e quelli di tanti che, negli anni successivi, hanno lasciato quel 'partito famiglia', di uomini coraggiosi nel testimoniare la loro scelta e la loro appartenenza. Gli iscritti. registrati, completi dei dati di nascita, redidenza e professione, sono complessivamente 1955. La parte del leone la fa la Sezione di Lucca con 532 nominativi; a cui si aggiungono sezioni periferiche alla città, come S. Vito con 32 nominativi, La Cappella con 11, San Lorenzo a Vaccoli (dove abitava il vice federale dei miei tempi, il rag. Fabio Dini) con 26 nominativi, Ponte a Moriano con 42 iscritti, San Pietro a Vico con 18 e Nave con 9. Le altre Sezioni, i cui nominativi sono riportati nel registro sono quelle di: Altopascio 15, Bagni di Lucca 29, Barga 21, Borgo a Mozzano 73 (di cui 18 a Borgo, 22 a Chifenti e 33 a Valdottavo), Camporgiano 49, Capannori (varie sezioni) 180 iscritti, Castelnuovo Garganana 31, Castlvecchio Pascoli 4, Cerageto 8, Coreglia 7, Fiano 28, Fornaci di Barga 36, Gallicano (comprese le frazioni di Verni e Trassilico) 69, Gorfigliano e Gramolazzo 28, Metra 18, Montecarlo 3, Piegaio 10, Pieve Fosciana 14, Porcari 54, Puglianella 11, San Romano Garfagnana (un vero record) con 103 iscritti, Soraggio 3, Vagli con 18 nominativi (6 iscritti a Vagli Sotto e 12 a Vagli Sopra), Torcigliano 23, Villa Basilica 17. Nel registro sono ricomprese anche le Sezioni della Versilia, segno che all'inizio della vita del Movimento Sociale Italiano c'era un'unica Federazione provinciale, mentre, successivamente, venne creata anche una Federazione versiliese con sede a Viareggio. Ecco i numeri di quelle Sezioni: Viareggio n. 129 iscritti, Bargecchia n. 10, Forte dei Marmi n. 23, Lido di Camaiore n. 39, Capezzano n. 17, Stiava n. 15, Corsanico n. 20, Pietrasanta n. 6, Valdicastello n. 22, Stazzema n. 14.
LA CAMPAGNA ELETTORALE DEL 1970 A BORGO A MOZZANO La presenza del Movimento Sociale Italiano nei consessi elettivi della provincia di Lucca era in quegli anni assai modesta (due consiglieri provinciali, due consiglieri al Comune di Lucca, 1 a Capannori, 1 a Viareggio e, dal 1964, uno anche al Comune di Borgo a Mozzano (Pietro Meconi di Valdottavo). Nel 1970 ci furono le nuove elezioni ed io avrei voluto presentarmi come consigliere, ma avevo 19 anni e la maggiore età, allora, era fissata a 21 anni. Convinsi mio zio, Enrico Brunini che abitava a Oneta, a presentarsi nella lista del MSI e fu lui ad essere eletto, battendo l'uscente Pietro Meconi. La campagna elettorale del 1970 fu molto intensa ed accesa; facemmo comizi in quasi tutte le frazioni del territorio di Borgo a Mozzano, con la presenza attivissima di Adolfo Cesari, che era allora il Segretario Provinciale del sindacato CISNAL. In molte frazioni del comune i nostri comizi furono disturbati da giovani di Lotta Continua; durante il comizio a Corsagna fu fatta esplodere una bomba carta sulla strada Chifenti - Corsagna e, nei giorni successivi, fu lanciata una molotov contro la sede missina di Valdottavo, che si trovava in un locale davanti al teatro Colombo. Dal 1970 al 1975 aiutai mio zio Enrico nel suo compito di consigliere comunale, partecipando con lui a tutte le sedute per sostenerlo nei dibattiti che, allora, spaziavano non solo sui temi amministrativi ma anche su quelli di 'alta politica'.
1975: L'ANNO DELLA MIA PRIMA ELEZIONE A CONSIGLIERE COMUNALE Nel 1975, nella nuova tornata elettorale comunale, avendo finalmente l'età, mi presentai come candidato e fui eletto consigliere comunale (primo dei non eletti Donatella Poggi). Sono stato riconfermato consigliere comunale nelle elezioni del 1980, del 1985 e del 1990, sempre rieletto consigliere. Nel 1993 decisi di ritirarmi dall'incarico e mi dimisi dalla carica di consigliere comunale; al mio posto subentrò la dottoressa Donatella Poggi.
LA MIA ELEZIONE A SINDACO DI BORGO A MOZZANO Pensavo di aver concluso la mia vita amministrativa comunale, ma nel 1994 la politica italiana subì uno tsunami, con tangentopoli ed il crollo dei partiti tradizionali. Uomini e donne del MSI scesero in campo, in importanti sfide: a Roma Fini contro Rutelli, a Napoli la Mussolini contro Bassolino. Così anche a Borgo a Mozzano molti pensarono che anch'io avrei potuto sfidare il potere democristiano e socialista che aveva come Sindaco Alfredo Scipioni e Vice Sindaco Luigi Bruni. Accettai la sfida come candidato sindaco contro gli altri candidati che erano il dottor Alessandro Alessandri Stringari, l'avvocato Gianni Del Carlo, il dottor Mosè Cervetti e, nelle elezioni di domenica 23 aprile 1995, fui eletto Sindaco (primo Sindaco eletto direttamente dai cittadini, primo Sindaco in Toscana iscritto ad Alleanza Nazionale). Non avrei mai pensato di arrivare a questo traguardo. Dedicai la mia elezione a mio padre Carlo Settimo (morto nell'ottobre 1994) che mi aveva sempre aiutato e sostenuto e ai missini che avevano subito tante umiliazioni negli anni precedenti, per i quali, con la mia elezione a consigliere comunale, ero stato una speranza di riscatto.
LA CONFERMA A SINDACO PER IL SECONDO MANDATO Nelle elezioni del 13 giugno 1999, contro la sfidante del centrosinistra la dottoressa Silvana Citti, fui riconfermato per il secondo mandato con circa il 62[[[]]%[]] dei suffragi...
LA STORICA SEDE DI VIA DEL MORO, 2 E I DOCUMENTI STORICI DEL MSI LUCCHESE La storica sede del MSI, posta in via del Moro n.2, proprio all'angolo con via Buia, che anc'io ho frequentato per tanti anni aveva la grande finestra della 'stanza del federale' che si affacciava proprio su via Buia, in direzione di via S. Lucia, visibile fin da piazza S. Michele. All'ingresso c'era un grande salone che serviva anche per le riunioni e perfino per i congressi. Sul salone di affacciava un piccolo ufficio di segreteria, la stanza del federale, la sala del biliardo e un accogliente ufficio/salotto; attraverso un corridoio si arrivava alle stanze dei gruppi giovanili (Giovane Italia, Fuan) e sul corridoio si affacciava un altra stanza utilizzata come Sezione di Lucca; dal corridoio si accedeva anche ai bagni. Quando la sede è stata trasferita in Via Veneto, si sono lì succedute, in quei locali le sigle di Alleanza Nazionale, del PDL, di Forza Italia, ecc. Anche i documenti, i libri, le foto, i gagliardetti del glorioso MSI sono finiti lì. Alla chiusura di quella sede il materiale del MSI è andato disperso. Spero che l'abbiano preso persone che avevano voglia di conservarlo. Chissa se un giorno potremo, attraverso quel materiale, conoscere meglio la storia di un Partito in cui in molti abbiamo creduto....
Gabriele Brunini - ultimo aggiornamento 6 giugno 2020
I RAGAZZI DEL CICLOSTILE: IO ERO UNO DI LORO...
Nel settembre 2021 due autori, Adalberto Baldoni e Alessandro Amorese, hanno dato alle stampe un libro dal titolo: I RAGAZZI DEL CICLOSTILE - LA GIOVANE ITALIA, UN MOVIMENTO STUDENTESCO CONTRO IL SISTEMA, con la prefazione di GIORGIA MELONI -ECLETTICA eDIZIONI SAS. In quel libro, alle pagine 327 e 328, si parla anche della mia esperienza nella Giovane Italia lucchese, movimento in cui entrai nel lontano 1967. Ecco il testo:
Interessante, nella rossa Toscana, l'esempio di Lucca dove inizia il suo percorso militante Gabriele Brunini: 'Ho smpre vissuto a Borgo a Mozzano e in casa ho respirato ideali in cui mio padre credeva senza tentennamenti. Come i manichei sapeva che esisteva il bene e il male, e per lui il bene era quello in cui aveva creduto nella sua giovinezza. Nemmeno la tragica ritirata di Russia, che aveva affrontato con coraggio e determinazione da alpino del Battaglione Saluzzo della Divisione Cuneense, subendo lo sbandamento e camminando con un piede congelato, aggregandosi alla Tridentina e partecipando alla battaglia di Nikolajewka, gli aveva fatto nascere dubbi. Mi aveva chiamato Gabriele, in onore di un suo amico, Gabriele Zamboni, che aveva aderito alla RSI ed era stato fucilato presso il cimitero di Piacenza il 1 maggio 1945. Quando sono andato alle superiori ho frequentato l'Istituto Magistrale Paladini di Lucca e, caso davvero strano, mi sono ritrovato in una classe dove i ragazzi erano più delle ragazze. Nel 1967 mi sono iscritto alla Giovane Italia ed ho cominciato a fare politica a scuola, trovandomi insieme ad un altro iscritto lucchese che era Roberto Bonelli. Piacevo ai compagni di classe perchè contestavo i professori antifascisti. Piano piano anche i tanti maschi della mia classe hanno cominciato a darmi una mano, talvolta più per amicizia e cameratismo che per ideologia. E così durante l'anno scolastico 1968/1969 l'istituto Magistrale era diventato una roccaforte di coloro che non aderivano agli scioperi e alle manifestazioni sessantottine. Ricordo che nell'anniversario del 1918 la rivista Storia Illustrata regalava, nel numero di ottobre, una bandiera italiana. Acquistammo un pò di quei numeri e dalle finestre dell'istituto sventolavamo le bandiere per far incazzarre i cortei che passavano per via San Nicolao e minacciavano di forzare il portone della scuola, che noi avevamo chiuso e che presidiavamo dall'interno, pronti a difenderci'.
Gabriele Brunini - testo pubblicato il 25 aprile 2022
Anonimo - inviato in data 02/05/2022 alle ore 21.23.51
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