Quella seconda quindicina del mese me la ricorderò per sempre. Ogni giorno a Lucca, era ormai diventata un’abitudine, nel primo pomeriggio scoppiava sempre un violento, anche se fugace temporale. Il rovescio obbligava i pochi passanti del centro storico a ripararsi dalla pioggia scrosciante camminando velocemente fino a sfiorare i muri della città. Anche quel giorno, come da copione, Giove Pluvio, che evidentemente ce l’aveva con qualcuno, giusto intorno alle quattordici fece la sua comparsa. Mezzora più tardi la pioggia cessò ed un forte vento, di quelli davvero incavolati, spazzò via, ad una ad una tutte le nubi. Pochi minuti dopo, ricevetti una breve telefonata, una telefonata bruttissima, una di quelle che ti spezzano il cuore e che ti cambiano per sempre la vita. E dunque quel giorno venni anch’io spazzato via, non certo come le nuvole dal vento, ma da un fiume in piena di sensazioni e di dolore, e così, in pochi istanti, la mia vita venne cancellata come una gomma che, con un semplice movimento, cancella i segni, gli errori e gli scarabocchi di una matita. La mia prima impressione fu quella di avere ricevuto una coltellata in pieno petto. Per poco non crollai svenuto a terra sul ruvido pavimento. Mi sentivo come un manichino rotto e senza volto, abbandonato al suo destino dal proprio manovratore. Oramai ero un immondo rifiuto da gettare nell’immondizia. Da quel giorno non ho più avuto alcun contatto con Georgeta e ben presto a causa del grande dolore che aveva arrecato al mio cuore, e anche perché mi accorsi poi di cosa aveva fatto dei miei sudati risparmi, la mia sofferenza si trasformò in disprezzo ed in puro odio. Eppure, se devo essere proprio sincero, purtroppo, amo ancora Georgeta, e non posso vivere senza di lei, non riesco proprio ad accettare la fine di questo mio grande amore. Adesso, davanti a me c’è solo il nulla, soltanto una grande oscurità in eterno movimento e mille e mille immagini che mi sfrecciano intorno senza che io possa afferrarle e neppure mettere a fuoco col mio sguardo. Oramai ho perso ogni speranza e a questo punto ho smesso di credere anche agli angeli! Ma è anche vero che il trauma subito per l’improvvisa e per l’inattesa fine del mio grande amore, mi ha trovato del tutto impreparato, ed allora ho deciso; rinuncio di buon grado al monotono sonno di questa notte e di ogni altra notte a venire, e dopo che avrò ingerito questa mortale dose di sonniferi, attenderò ad occhi aperti il sonno eterno, già prima che le luci del giorno facciano capolino dalla finestra della mia camera da letto.
Dalla cronaca di Lucca. …il suo corpo ormai senza vita è stato rinvenuto in camera disteso sul letto. Il vecchio pensionato era un uomo molto magro, dall’aspetto quasi scheletrito. La sua pelle era ruvida, grinzosa, scura più del bronzo, e la sua folta capigliatura era più bianca della neve. L’anziano, ex dipendente delle ferrovie a riposo, vedovo da vent’anni, senza figli, aveva da poco superato i settantacinque anni. Era titolare di una pensione di circa mille euro al mese, e ci risulta che, pochi giorni prima di morire, avesse presentato denuncia di furto ai Carabinieri di Cortile degli Svizzeri, furto avvenuto nella propria abitazione di un discreto gruzzolo di euro in contanti, frutto dei risparmi di una vita che, a torto, egli aveva ritenuto al sicuro perché, a suo dire, era ben nascosto sotto al materasso. Il vecchio purtroppo, non aveva superato lo shock, la gran botta, la mortale mazzata di essere stato illuso, preso in giro, beffato, ed infine anche derubato dalla bella Georgeta, che al tempo stesso era la sua donna delle pulizie, nonché ladra matricolata ed incallita truffatrice. Insomma, una trentenne perfida, furba ed attraente, un’affascinante biondina appiccicosa più del miele, che aveva circuito e gabbato quel povero ed attempato pensionato fingendosi innamorata di lui, e che in pochi istanti, con una semplice telefonata con cui l’aveva liquidato, aveva cancellato l’intera vita di questo fragile e delicato vecchio, la cui unica colpa era quella del suo tardivo, quanto senile amore che provava per Georgeta, quel suo attaccamento quasi morboso a quella giovane malvagia e ingannatrice, a quella malafemmina di cui, sicuramente, fino al suo ultimo respiro, egli era ancora pazzamente innamorato, innamorato cotto di un diavolo con le sembianze di una giovane e splendida donna. Ecco dunque come si può cancellare una vita.
S T E L E
Anonimo - inviato in data 19/02/2012 alle ore 10.09.44
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