A SPAM! The odor of the elephant after the rain
con il coreografo e danzatore libanese Omar Rajeh
Un assolo di danza, un film e un discorso sul palco come un atto politico. Da cui emerge tutto il dolore di un paese, il Libano, devastato da una crisi economica e politica, aggravata dalla pandemia da Covid 19 e dalla devastante esplosione nel porto di Beirut dell’agosto 2020. Ad aprire la rassegna multiculturale Sconfinati, curata da ALDES/SPAM! Rete per le arti contemporanee nella sede di via Don Minzoni 34 a Porcari, sarà il coreografo e danzatore libanese Omar Rajeh. Martedì (14 dicembre) alle 21 sul palco della sede dell’associazione culturale presenterà The odor of the elephant after the rain (L’odore dell’elefante dopo la pioggia). Un progetto dal profondo significato politico e sociale in cui racconterà Beirut, la sua cultura e le sue contraddizioni attraverso le strutture, le strade, le persone che ne sono il cuore pulsante. Partendo dalla considerazione che il primo gesto di uno spazio architettonico è quello di accogliere il corpo umano offrendogli un luogo da abitare e un’idea da vivere Omar Rajeh con The odor of the elephant after the rain, mette in scena una performance intensa che attraverso il movimento e la danza si interroga sulla presenza individuale e sulla dimensione corporea dell’uomo di fronte alle difficoltà estreme della vita, sulla sua vulnerabilità, sulla sua forza e sulla sua capacità di resistenza e ribellione o, semplicemente, sul suo esistere in relazione a una catastrofe. Una performance che mette in discussione l’essenza del dolore: come lo comunichiamo e come proviamo quello degli altri. Una rappresentazione, nata, come detto, da una serie di eventi disastrosi per il suo Libano: lo smantellamento forzato di Citerne Beirut, centro culturale nel cuore della capitale, nell’agosto 2019, seguito dal collasso politico ed economico del paese, dalla pandemia e dalla distruzione di metà della capitale a causa di una impressionante esplosione al porto. Sofferenza, morte, devastazione, dunque. Tutto questo, insieme alle notizie di disordini, manifestazioni, disgrazie e disuguaglianze nel mondo, propone la questione della nostra stessa architettura come esseri umani in crisi, e dei nostri pensieri e comportamenti, specchio della nostra realtà, paragonati a quelli di chi ne vive una, invece, distrutta. Prima dello spettacolo, a partire dalle 20,10, e successivamente all’esibizione, sarà possibile mangiare un piatto caldo e bere un bicchiere di buon vino, grazie alla cooperativa sociale Equinozio.
Per partecipare alla rassegna Sconfinati è richiesta la prenotazione. Occorre scrivere a info@spamweb.it oppure contattare il numero 348.3213504. L’ingresso agli appuntamenti del 14, 15 e 16 dicembre presso SPAM! (dalle 20,10, spettacoli alle 21) è di 7 euro per il biglietto intero e 2 euro per gli under 25. Il prezzo delle bevande è 1 euro, per il piatto unico 5 euro. È richiesto il green pass rafforzato.
Per il programma completo della rassegna è possibile consultare il sito https://www.aldesweb.org/progetti-locali/sconfinati oppure la pagina Facebook https://www.facebook.com/events/431549401703828. Omar Rajeh Figura di riferimento per la danza contemporanea nel mondo arabo, Omar Rajeh è coreografo, danzatore e direttore artistico del Maqamat Dance Theatre. Con il suo lavoro, intenso e potente, ha dato un contributo essenziale e significativo alla creazione di una scena della danza contemporanea in Libano. Ha fondato la sua compagnia Maqamat a Beirut nel 2002 e da allora ha girato il mondo arabo, l’Europa, il Canada e la Corea. Nel suo lavoro affronta temi sociali e politici spesso ispirati alla vita quotidiana di Beirut, la città in cui vive. È fondatore di Beirut international platform of dance – BIPOD, uno dei festival di danza più importanti del Libano, che dal 2004 offre un ricco programma internazionale di spettacoli, workshop, conferenze e incontri, attirando più di 5mila spettatori ogni anno. È il co-fondatore di Masahat Dance Network, una rete regionale di danza contemporanea in Libano, Siria, Palestina e Giordania: un’ambiziosa connessione regionale che è stata ulteriormente estesa alla piattaforma Moultaqa Leymoun, creata da Omar Rajeh per fornire lo spazio e l’opportunità agli artisti arabi giovani e affermati di mostrare e sviluppare il proprio lavoro. Inoltre, l’artista ha fondato il nuovo spazio per le arti dello spettacolo nel cuore di Beirut – Citerne Beirut – destinato a coltivare e arricchire ulteriormente i progetti di Maqamat, raggiungendo un pubblico sempre più ampio. Citerne Beirut è stata però costretta allo smantellamento nell’agosto 2019. Omar Rajeh è inoltre il fondatore della piattaforma culturale digitale Citerne.live. Nel 2021, l’artista ha ricevuto il titolo di Cavaliere dell’Ordine delle arti e delle lettere dal ministro francese Roselyne Bachelot-Narquin, per il suo contributo e impegno per la cultura.
La rassegna Sconfinati
Quella di martedì sera è la prima di una serie di tre perfomance che saranno l'occasione per scoprire nuove visioni del mondo, oltrepassare i propri confini culturali e parallelamente, per far conoscere anche al di fuori del circuito dei grandi festival internazionali, in una realtà periferica come quella di Porcari, modi diversi di pensare l’arte ed essere artisti. Un modo per viaggiare, nonostante le limitazioni di questo periodo, utilizzando l'arte, come mezzo di trasporto.
A salire sul palco mercoledì (15 dicembre) sarà Edivaldo Ernesto, danzatore, insegnante, coreografo mozambicano, con Brace, cui seguirà la prima parte del documentario di Graziano Graziani 8 giorni a Maputo. Appunti sulla scena artistica del Mozambico, realizzato per Rai Radio 3. Giovedì (16 dicembre), l’attrice turca naturalizzata italiana Deniz Ozdogan si esibirà insieme a Tommaso Rolando e Ruben Esposito con la cantata in 7 capitoli Istanbulbeat.
Le performance saranno affiancate dalla mostra di maschere e sculture artigianali africane a cura di Abdou Ngoupayou, visitabile durante tutta la durata della rassegna.
Redazione - inviato in data 13/12/2021 alle ore 15.12.00
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