POESIA ANGELICA

Piccola routine segreta,
e ancora una volta lui mi prese con gli artigli.
La mia voce divenne fioca,
sul mio viso lampi di paura e ostilità.

Boccheggiavo nuda in una morbida poltrona.
Forse niente d’importante.
Le gambe divaricate,
ma questo a lui non bastava,
mi fece girare,
non aveva paura della galera.

Che fosse un gigantesco inganno?
Forse!
O forse un folgorante esempio di anime ambigue e allucinate.

Ampi recinti,
numerosi recessi,
pareti massicce e un forte sentore di disgusto e di tedio.

Monotonia!
Sensazioni stampate nella memoria.
Ombre grigie,
deboli ricordi e stregonerie.

Poi tirò su una boccata dal suo sigaro,
e…….mi penetrò selvaggiamente!
Provai una fitta tremenda.
Era pazzo!
Era assolutamente pazzo,
ma io ero pazza di lui!
Ero più pazza di lui!

Pentirsi?
Indubbiamente era meglio pentirsi
che essere perdonati.


ANGELICA C.

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