La bicicletta

Mi destreggio dall’acquaio ai fornelli a preparare cena.
D’improvviso sono libera e felice mentre gioco in altalena.
Mi spingo molto in alto senza l’aiuto di nessuno.
Un grido mi intima con forza. C’è qualcuno
che mi urla che devo rallentare.
Io non vedo e non sento nulla…e continuo a volare
leggera. Nel ritorno avverto il vuoto, deglutisco.
Sono forse in preda alla paura?
Invece ricomincio a spingere. Sfido la sorte
e proseguo l’avventura.
Lo slancio ha superato il limite consentito.
L’altalena sbanda, zigzagza, barcolla. Un istante di infinito.
Ma io resisto, salda, appiccicata al sedile
con le mani incollate alla fune. Un desiderio febbrile
di emozioni forti non ancora provate è una grossa novità.
Colgo e mi nutro di quell’infinitesimale attimo di pura eternità.

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=20028
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