Un giorno mia madre mi raccontò. Racconto.

Un giorno mia madre mi raccontò che, quando ero piccolo, avevo appena quattro anni, ci fu un lunghissimo periodo in cui non riuscivo a dormire. “Eppure”, mi disse: “Fino allora avevi sempre dormito bene, eri un bambino assolutamente sano, vivace, eri bravo e intelligente e avevi sempre avuto un grande appetito”. Tutto era cominciato sei mesi prima, da quando avevamo traslocato dal Piaggione a Lucca. Mia madre mi aveva fatto visitare più volte dal pediatra, ma nessuna cura era riuscita a farmi dormire. “E allora?” dissi a mia madre: “Come andò a finire mamma?”- Lei, dolcemente mi rispose: “Andò a finire che piano piano ritrovasti il tuo sonno perduto e io la mia tranquillità”. Anche se mia madre non me l’aveva detto, ero sicuro che lei avesse sempre saputo il vero motivo di quella mia lunga insonnia. Anch’io però non ho mai detto a mia madre che ne ero perfettamente al corrente, che sapevo qual era la vera causa di quelle mie lunghe notti insonni. Era accaduto dopo la morte di mio padre. Purtroppo papà aveva un male incurabile che lo stroncò in pochi giorni. Papà era macchinista delle ferrovie. Papà guidava i treni. In quel periodo noi, abitavamo al Piaggione, vivevamo in un fabbricato molto vicino alla ferrovia e quando, dopo cena, la mamma mi accompagnava a letto, dopo aver detto le preghiere ed aver avuto da lei il bacio della buonanotte, spenta la luce, di lì a poco, sentivo sempre passare il treno, quel treno guidato da mio padre, dopodiché mi addormentavo tranquillo. Dormivo davvero come un ghiro per tutta la notte. Dopo la perdita di papà, ci trasferimmo subito, immediatamente a Lucca, in Via delle Sette Arti. Cominciò proprio da lì, quel mio lungo calvario della notte. Non riuscivo più a dormire, non sentivo più il rumore notturno del treno che passava vicino a casa, e con questo cadeva in me l’illusione che alla guida di quel treno ci fosse mio padre. Mia madre, ancor meglio del pediatra, capì quasi subito qual era il mio problema, purtroppo però, prima di trovare una nuova abitazione, ci vollero molti mesi, e io, nel frattempo, continuavo a non guarire da quella mia brutta insonnia. Finalmente, con l’aiuto di un bravo sensale, traslocammo in Piazza Ricasoli, molto più conosciuta come Piazza della Stazione. Mamma aveva preso in affitto un grazioso appartamento posto al secondo piano, proprio sopra l’Hotel Rex. E così, ogni sera, da lì, dopo aver detto le mie brave preghierine ed aver ricevuto dalla mamma il bacio della buonanotte, prima di addormentarmi, sentivo i treni che passavano, che si fermavano e che partivano. Era come se alla guida di quei treni, ci fosse sempre mio padre. Fu così che di colpo terminò quella mia lunga e fastidiosa insonnia.

S T E L E

Poscritto: C’è libertà nel mondo dei racconti. Quello che vi è descritto potrebbe essere accaduto precisamente come è scritto, ma forse è accaduto in tutt’altro modo.

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Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=20046
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