Il lungo viaggio

Se penso a un viaggio, più che alla sua destinazione,
penso con fastidio alle valigie e ai bagagli
che devo preparare con la massima attenzione
quando so già che commetto tanti sbagli.
Non so cosa portare né quello che mi serve;
tutto quel quantitativo di riserve
non è che un ingombrante fardello.
Figuriamoci al rientro che bordello!
Molto del vestiario pulito e ben stirato
lo riporto a casa tutto spiegazzato.
Mi incute timore la parola viaggio:
furti, incidenti, guai…e mi scoraggio.
Aumenta lentamente l’apprensione,
che si trasforma in forte agitazione…
non sono neppure in procinto di partire
che sogno di rientrare senza farlo finire.
Nessun mezzo di trasporto reputo sicuro:
luoghi, estranei, lingua, abitudini… giuro
che ai piedi mi sento appeso il piombo
e avverto d’istinto ritrosia giù nel profondo.
Mi piace allontanarmi alla giusta distanza
sia nel quotidiano che durante la vacanza
perché adoro coricarmi nel mio letto
e col mio cuscino,
immersa nel profumo casereccio
delle cose care che mi stanno vicino.
Nelle brevi uscite fatte con moderazione
provo emozioni e una gran soddisfazione,
perciò ritengo inutile e dannoso
iniziare un viaggio che può essere rischioso.
Fortunatamente per il lungo viaggio,
che dovrò obbligatoriamente affrontare,
serve soltanto qualche piccolo dettaglio
come ad esempio gli effetti personali,
una veste o poco più e un paio d’ali.
Non escludo qualche inevitabile preparativo,
perché del luogo che sarò costretta a visitare
ne ho già intravisto un po’ da uno spiraglio…
e l’ho trovato, purtroppo, più che indicativo!

EVITA

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=20464
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