LA MIA TERRA

Il sole è appena tramontato, e mentre le ombre della sera si addensano sempre di più, le rondini nel crepuscolo intrecciano i loro voli sfrecciando libere nel cielo della nostra meravigliosa cittadina, terra di principi e poeti. Per giungere alla mia dimora bisogna passare da uno stretto sentiero che si inerpica dalla Villa fino ad una meravigliosa piana alberata. Molto spesso, nel sicuro rifugio della mia casa, coccolato dai miei cari, penso al nostro avvenire. Per qualche minuto, che sembra un secolo, resto assorto a poltrire con un grande senso di benessere. Poi apro gli occhi e mi sembra che tutto sparisca; i nostri sogni, la gente, il tempo che pensavo di avere e quello che scorre veloce come un torrente in piena. Poi mi scuoto, mi guardo intorno con aria disinvolta assicurandomi che nessuno mi stia osservando. Mi affaccio alla finestra e vedo file di alberi, distese di terra, morbide colline e monti ricoperti di boschi verdeggianti. Vedo la mia terra, la mia amata terra e penso: noi tutti viviamo sotto ad un diluvio di chiacchiere, delle quali pochissime sono veramente degne di nota, ma perché non ci rimbocchiamo le maniche e pensiamo un po’ di più all’avvenire del nostro amato paese? Torno in cucina, bevo un bel bicchiere d’acqua fresca dei nostri monti, e vado a sedermi sulla mia poltrona di fronte al fuoco scoppiettante del camino.

Caio Tullio Marone

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