Bagni di Lucca Una storia vera 2°PARTE

Non voglio elencare tutte le altre torture psicologiche a cui sono stata sottoposta in quegli anni, la storia diventerebbe troppo lunga e noiosa. Il loro atteggiamento è sempre stato il solito: facevano i loro porci comodi senza considerare la mia presenza ed io continuavo a nascondere che soffrivo. Era cambiato qualcosa però; volevo sempre starmene da sola a casa, ero ancora una bambina quando la sera la casa si svuotava perché mio padre andava da lei e i miei fratelli maggiori uscivano con i loro amici. Volevo stare da sola, essere grande e non sentirmi più un peso per nessuno. Pregavo in silenzio che qualcuno restasse a casa, che volesse passare un po’ di tempo in mia compagnia, ma non succedeva mai. Non mi voleva nessuno!!! Per un po’ è stato cosi, ma il tempo passava ed io da bambina mi stavo trasformando in adolescente, avevo nuove amicizie, andavo alla scuola superiore e i fine settimana ero libera di uscire il pomeriggio, il sabato sera andavo a ballare. Un giorno mio padre mi disse che la sua amica era incinta e presto si sarebbe sposato con lei. Una fitta al cuore! Già la odiavo da tempo, era normale credo, non era mai stata brava con me se non solo per il suo tornaconto. Adesso cosa sarebbe successo? Veniva a vivere con noi?
Avevo 14 anni quando si sono celebrate le nozze, ho dovuto partecipare, festeggiare con loro con la morte nel cuore. Sua madre mi prese da parte è mi presentò ai parenti come nipotina. Ma che vuole questa? Chi è? Chi l’ha mai conosciuta? Ma siamo pazzi? Entrano nella mia vita cosi, da estranei e vogliono essere miei parenti? Divento sempre più ribelle nei confronti di questa gente, non mi piace, non li voglio intorno! Quell’estate mi spedirono 3 settimane a Londra in un collegio. Il mio primo volo aereo, senza nessuno, in viaggio da sola, ero grande ormai. Avrebbero avuto 3 settimane di libertà dalla mia presenza, davo proprio fastidio…. Ed io a Londra ho iniziato a fumare, l’unica cosa che mi sforzavo di dire in inglese era proprio per comprare le sigarette. Non sono stata male a Londra, era un collegio molto libero, non ho mai fatto lezione, la mattina preferivo dormire e il pomeriggio eravamo liberi di andare in giro con un pullman che ci accompagnava nelle varie cittadine vicine. E’ stata una bella esperienza e di questo li ringrazio, peccato però che ancora oggi non so una parola di inglese e sono un’accanita fumatrice.
Avevamo una casa a due piani, al piano 1° ci abitavo io insieme a mio fratello e mia sorella, al pianoterra ci abitavano loro e i piani erano comunicanti. La sera ci ritrovavamo a cenare senza papà ed io ne sentivo la mancanza. Ero combattuta tra la libertà di vivere da sola e la voglia di avere la famiglia unita. Lei, la evitavamo, adesso che era sposata voleva fare la padrona e ha iniziato portandoci via la donna delle pulizie che abbiamo sempre avuto da quando mamma stava male. Le cose erano cambiate davvero, lei voleva nostro padre solo per se, faceva di tutto per mettercelo contro, e papà non lo capiva. Andai anche a farle visita in ospedale quando partorì, lei non mi rivolse mai lo sguardo, era come se non ci fossi, ed io avevo fatto uno sforzo enorme a recarmi da lei. Tornò a casa, adesso si che voleva comandare, voleva avere autorità su di me ed io non glielo permettevo, allora faceva presa su mio padre, non voleva che andassi al piano di sotto, non voleva che chiedessi la paghetta settimanale, non voleva farmi usare il telefono che noi non avevamo più, come non avevamo più neppure il televisore. Per i miei fratelli più grandi non era un dramma, venivano a casa solo per fare la doccia, mangiare e dormire, per me era una vita diventata impossibile. In paese parlavano di lei e venni a sapere che aveva fatto sempre la vita molto libertina con gli uomini, non so se si fosse fatta pagare o no, ma dicevano che aveva sposato mio padre solo per interesse perché era sempre stata un’arrivista. Effettivamente mio padre stava bene economicamente, aveva un sacco di proprietà. Nata la bambina avrebbero potuto permettersi anche una babysitter oltre alla domestica, invece no, toccava a me farle da balia. La bambina stava bene in mia compagnia, ma io no. Dovevo stare attenta che non le succedesse niente, con le mani in mano…. Che noia! E poi se le succedesse qualcosa? Quando dormiva, dovevo controllare che respirasse e quando era sveglia che non si facesse male in alcun modo. Non riuscivo a tenerla buona, era sempre in movimento. Dopo un po’ di tempo che sbuffavo quando toccava a me farle da balia mi accorsi che per farla stare buona bastava metterla davanti allo specchio. Ci stava a ore ed io potevo fare quello che volevo. Bene, risolto il problema….. durò poco però, era curiosa e aprì il cassetto dei trucchi, prese il rossetto e s’imbrattò la faccia, si divertiva, rideva e faceva ridere anche me. Quando però venne sua madre…… mi trattò da imbecille, me le disse di tutti i colori ed io trovai il coraggio per rispondere e dirle che da ora in poi sua figlia se la sarebbe guardata da sé. Ma poi che ci aveva mai da fare? Per la casa aveva la domestica e per lavoro era impegnata 2-3 ore il giorno!!! Non faceva niente per farsi accettare da noi, figli di nostro padre, addirittura un giorno provò a buttarmi fuori di casa. Non ricordo cosa mai le avessi combinato, niente di grave sicuramente, altrimenti non avrei dimenticato, lei mi urlo contro” Fuori da casa mia” Non l’ avesse mai detto…… Casa sua?? Quella era la casa di mia mamma e di mio papà e prima di lei c’ero io!!!!! Mi scagliai contro di lei e la picchiai. Da quella volta anche il rapporto con papà peggiorò, non ci parlavamo quasi più, eravamo l’uno contro l’ altro, ognuno con le sue ragioni. Intanto mia sorella si sposa e va a vivere in una nuova casa, io rimango con mio fratello. Purtroppo la mia situazione peggiora, mio fratello ha problemi di droga, la casa diventa un via vai di persone che non conosco e che prendono possesso dei miei spazi, addirittura del letto. Non posso vivere cosi! L’unica cosa che posso fare è andare a chiedere aiuto a mio padre. Vado al piano di sotto, spiego la situazione e chiedo di aiutare mio fratello prima che sia troppo tardi. Mi rispondono: “ Non è vero quello che dici, ti stai inventando tutto solo per avere nuovamente l’ amore di tuo padre. La tua è solo gelosia per la nuova famiglia” ????Ma sono fuori di testa???? Nel frattempo mio padre aveva acquistato una nuova casa ed erano in attesa di traslocare, sarei rimasta davvero da sola in quella situazione orribile, con pericolo per la mia incolumità. Non esagero, la situazione in casa era drammatica. Lascio immaginare, ma personalmente non ho mai neppure visto un film tanto smodato. Rimango in quell’ ambiente per un periodo non troppo lungo, nel frattempo papà si è accorto che non mentivo e gli chiedo momentaneo rifugio nella sua nuova casa. Mi rispondono: “Ti sposerai….!” Ma cosa dicono? Ho a malapena 18anni e un fidanzato, sì, ma senza alcuna intenzione di matrimonio. Risolvo trovando una casa in affitto, non ho un lavoro stabile, ma ce la farò. Purtroppo ancora una volta devo chiedere aiuto a mio padre per una firma, nessuno si fida ad affittare una casa a una ragazza cosi giovane sola. In quella casa mancava tutto, non avevo riscaldamento, c’era solo l’indispensabile ma finalmente ero tranquilla. Piano piano ristabilisco contatti con mio padre, mi invita anche a pranzare da lui nella pausa lavoro ed io accetto, ma dopo poco ecco di nuovo una discussione a causa di sua moglie: devo contribuire alle spese, non devo mangiare gratis. Ma è possibile? Ancora una volta lei vuole interrompere il rapporto che sono riuscita a recuperare con mio padre. Non accetto, non me lo posso permettere e poi ci sono rimasta male, mio padre fa tutto quello che lei le chiede? Quanto gli importa di me? Non capisce che si comporta cosi perché vuole eliminarci dalla loro vita?
continua...

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