Poesia in versi liberi:
'Martire o Assassina?'
Lunghe linee grigie, quasi inesistenti, astratte, una porta che si socchiude ed uno spiffero di gelo che le raggrinzisce il volto.
Lei che ringhia fra le sbarre, lei disperata e distrutta dalla claustrofobia, lei che nacque bellissima, lei che visse sempre illibata e innocente.
Lei che, prima d’essere giustiziata, racconta al suo confessore la sua triste storia. Sì, è vero! L’ho ucciso per difendere la mia verginità! E così lui, quel cane, quell’infame di mio padre, è morto prima del tempo che il Signore gli aveva concesso.
Che dio mi perdoni padre confessore! Dopodiché sorride lievemente. Ora il suo volto è rilassato e soave perché sa bene che sta per arrivare il suo momento. Ed, infatti, il suo momento è giunto. Lei, chiude gli occhi e spira.
Oggi, per fortuna, il boia non lavorerà.
Saluti dal Gran Tamerlano.
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