Dormivo e sognavo. Era davvero un sogno strano, accompagnato, quasi a far da sottofondo a quella poliedrica sceneggiatura, da un forte rumore non meglio identificato. Non so come, né perché, ma mi trovavo sul fondo di un’enorme grotta, avvolto da una tenebrosa oscurità, circondato da un’infernale umidità e, per non farmi mancare niente, il mio corpo era costantemente preso di mira da un inesauribile gocciolio d’acqua talmente fredda che per poco non congelavo. Era decisamente un luogo estremamente sinistro e minaccioso. D’un tratto sentii sbattere sopra la mia testa qualcosa che, per pura ipotesi, pensai fossero mille ali di pipistrello, mentre qualcos’altro invece frusciava sibillinamente sul terreno fino a raggiungere i miei piedi, fra parentesi la misura delle mie scarpe è appena una taglia 48. Che fossero degli schifosissimi serpenti? Poi improvvisamente, e solo per una manciata di secondi, un misterioso squarcio di luce illuminò le tenebre e fu così che miriadi d’ombre mostruose apparvero sulle alte pareti della caverna e che contemporaneamente, con stupore e con tanta paura, notai che centinaia di lunghissime ed affilate lame che parevano di ghiaccio, pendevano dal soffitto di quell’enorme, immenso antro, bell’e pronte a penetrare in qualsivoglia istante all’interno della mia povera crapa pelata, ahimè ormai quasi del tutto vuota di materia grigia. Bé, insomma, non c’è che dire; rumori assordanti, buio, umidità, doccia d’acqua ghiacciata, orrende ombre, pipistrelli giganti, serpenti velenosi, terribili stalattiti penzolanti, a quel punto poteva benissimo avvenire ciò che sembrava avesse tutta l’intenzione d’avvenire per davvero da un momento all’altro, sennonché ebbi la fortuna di essere…. udite udite….svegliato dal silenzio! Ma sì certo, vi capisco, sicuramente voi non ci crederete, ma poco prima di quell’angoscioso sogno che mi stava procurando un fortissimo senso di oppressione, mi ero addormentato nel bel mezzo di un gigantesco frastuono causato dalla fottutissima ristrutturazione di un condominio adiacente al mio, fatto sta che, quando quella specie di bolgia, quel diabolico e assordante fracasso di martelli pneumatici e di compressori cessò di colpo, venni magicamente svegliato da una soavissima assenza di rumori e fu così che quel mio strano incubo, avvenuto proprio nel bel mezzo della mia solita pennichella pomeridiana svanì repentinamente nel nulla, e che, per togliermi un pochino di soddisfazione, ben volentieri mandai a farsi fottere quel merdoso incubo della malora. Certo che ebbi davvero un gran culo a svegliarmi proprio in quel momento! Altrimenti chissà cosa mi sarebbe accaduto se all’improvviso non fosse sopraggiunto il silenzio a strapparmi dal pericolo!
Amilcare
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