Lo strano crocevia – Racconto immaginario

Sono sempre io, Ubaldo, un povero vecchio, solo, malato e vedovo da più di vent’anni. Sono quello che dopo le undici di notte, stando alla finestra, vedo spesso quella brava e vecchia gattara che porta da mangiare a quei poveri gatti randagi e affamati. Ebbene, non prendetemi per matto, perché matto non lo sono, anche perché quello che vi racconterò oggi è un racconto vero come lo sono gli altri che vi ho già raccontato, anzi è una storia vera, verissima, anche se potrà sembrarvi incredibile perché purtroppo oltre al sottoscritto non ci sono altri testimoni che potrebbero confermarvi quello che ogni domenica notte vedo a partire dalle ore tre circa.

Dunque, quando ormai, in teoria, per le strade non dovrebbe circolare più nessuno, né pedoni, né ciclisti, né auto, al contrario nel crocevia sotto casa mia inizia un via vai frenetico di macchine che sfrecciano velocemente in ogni senso di marcia in ciascuna delle vie dell’incrocio, e lo fanno senza mai scontrarsi, anche perché al bivio c’è sempre un vigile tutto vestito di bianco che guida questo enorme traffico. Ma il fatto davvero straordinario, anzi, direi miracoloso, è un altro! Perché, udite udite, chi è alla guida delle auto, ve lo posso giurare su ciò che ho più caro al mondo, se ne sta al volante guidando ad occhi chiusi.

Altro fatto strano, le auto non fanno alcun rumore, non so con cosa possano essere alimentate, ma corrono silenziose come se fossero spinte da un vento impetuoso, e il vigile, molto attento e preparato, indirizza le macchine, chi a dritto, chi a destra, chi a sinistra. A volte qualche autista indisciplinato vorrebbe transitare da un’altra parte rispetto a quella indicata dal vigile, ma il pizzardone è irremovibile, tira fuori il fischietto, fischia e invita l’autista disubbidiente a tornare indietro.

A volte, come ieri notte, quando il traffico è davvero caotico arrivano dei vigili in aiuto al primo, comunque, al massimo, sono in tre a snellire quel popò viavai. In genere le persone a bordo delle auto sono molto pallide e tante di loro piangono come fiumi in piena. Una notte, incuriosito mi affacciai alla finestra e urlai gentilmente al vigile. Gli chiesi dove mai andassero tutte quelle macchine, ed egli, facendo uso di un megafono, mi rispose molto gentilmente che tutte le persone a bordo non erano altro che quelle morte sulla terra in quel tale giorno e che era compito suo, incombenza del vigile, quella di indicare ai vari conducenti; a chi la strada per il paradiso, a chi quella per il purgatorio e a chi, purtroppo, quella che portava all’inferno.


RIKKARDO


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