No alla pubblicità del terrore

E' in corso un dibattito su molti media circa l'opportunità di dare sempre meno spazio alle notizie degli attentati islamici (ma anche agli altri come nel caso delle stragi nei campus americani).
Personalmente sono dell'idea che nel momento in cui dedichiamo, come stanno facendo adesso TV e giornali, uno spazio enorme a questi attentati facciamo un errore perché dichiariamo pubblicamente che 'Loro' hanno vinto'. Perché 'Loro' vogliono terrorizzarci, vogliono cambiare il nostro stile di vita portando la guerra nelle nostre strade. Quante volte volte abbiamo letto queste parole. Però, poi, i media hanno dato grande spazio e visibilità a questi nuovi barbari facendo di fatto i loro gioco. Loro vivono di visibilità e per la visibilità sono disposti a morire. Che sia per conto di qualche organizzazione para/pseudo-religiosa o personale, perché sono (quasi tutte) persone psicolabili che cercano un momento di macabra notorietà, se facciamo servizi di intere giornate dedicati a loro significa che hanno vinto. Hanno già vinto.

C'è un attentato a Parigi, Londra, Treviso ? OK, venti righe sul giornale senza foto e notizia in TV di 20 secondi senza filmati. Punto. Trattata come si trattasse di una notizia normale.

E' censura ? non lo so, forse. Ma ogni tanto chi si occupa di informazione dovrebbe anche pensare alle conseguenze di ciò che fa e non solo alle copie vendute o all'audience del programma.

Per quanto mi riguarda i post che arriveranno su questi argomenti saranno pubblicati solo in una rubrica che chiamerò 'NO PUBBLICITA'.

Ogni media dovrebbe adottare questo sistema per togliere a 'Loro' quella visibilità che tanto cercano. Io nel mio piccolissimo, lo farò.


ps: comunque il dibattito è aperto.

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Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=51232
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