La libertà in rete

'Mi ricordo Boldrini e il suo “je suis” al tempo di Hebdo. E l’invasione di bandiere francesi listate a lutto sui social. Bisogna decidere da che parte stare. Coerentemente. La libertà di parola e di stampa esiste SEMPRE o solo quando ci fa comodo? La satira è libera sempre o solo quando punzecchia e ridicolizza gli avversari? Le offese personali sono deprecabili sempre o solo quando ci toccano da vicino? Le offese, gli attacchi personali di pessimo gusto, le opinioni estremamente discordanti dalle nostre, ci sono sempre state. La Rete è solo una grande cassa di risonanza, non è che gli imbecilli siano creature 2.0. Allora, non si può chiedere una CENSURA della Rete, perché ciò va contro la libertà di espressione. Semmai, si può ricorrere a vie legali quando si riscontrano reati di diffamazione, razzismo, ecc. In un altro commento ho espresso la mia solidarietà alla Raggi in quanto donna. Era un’insinuazione volgare da cui mi dissocio. Però fa parte della libertà di stampa, piaccia o meno. Diciamo che fa parte del “pacchetto” quando uno si espone pubblicamente. Semmai c’è da dire che la Rete è uno strumento eccezionale che ha trovato la maggior parte delle persone impreparate a gestirla. Non si è capito subito, e molti ancora non hanno capito, che ciò che si mette in Rete è PER SEMPRE. Non si è capito nemmeno che se si esprime un’opinione ci sarà qualcuno che condividerà, qualcuno che la penserà contrariamente e molti che confermeranno la loro deficienza insultando. Si può introdurre una specie di censura su un blog, un forum gestito privatamente. E’ una cosa impegnativa, perché obbliga il gestore a leggere preventivamente i commenti altrui e censurare quelli ritenuti offensivi e/o volgari. E’ lecito, perché il gestore è “proprietario” di quel blog o forum e decide come ritiene opportuno. Se va bene ok, altrimenti si sceglie altro. Ma non si possono applicare le stesse regole alla Rete in generale. Così non si può chiedere di censurare facebook o whatsapp. Sta a ognuno, se ritiene, mettere gli opportuni filtri. Sostanzialmente, è impensabile “dare l’amicizia” a centinaia di persone, per lo più sconosciute, e pretendere poi di tenerne sotto controllo le esternazioni. Così come è impensabile aprire un blog o facebook pubblici per farsi propaganda facilmente e pretendere che tutti inneggino e condividano le nostre idee. VistI i contenuti di certi profili social, invasi dalle solite amenità, gattini, ricette, luoghi visitati, ultracinquantenni atteggiate da ventenni, ultracinquantenni con la sindrome da Peter Pan, disquisizioni forbite sui massimi livelli (caro “copia-incolla….) e stupidità madornali su semplici regole (poche ma certe) da imporre ai figli, non mi meraviglio affatto che la Rete abbia e continui a mietere vittime, anche “eccellenti”. La colpa non è della Rete...'
di Ortica (commento al post 'Laura Boldrini non è mio padre' http://www.lavocedilucca.it/post_esp.asp?id=54918)

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Perché ho deciso di riprodurre per intero questo commento che verte sulla libertà, vera o presunta, di poter scrivere quello che si vuole in rete ? Perché mi ritrovo in quanto scritto da Ortica, parola per parola. Per l'ipocrisia di coloro che si sono serviti fino a ieri sera tardi di questa libertà, come se fosse una clava, per offendere chiunque salvo poi, questa mattina presto, indignarsi perchè qualcuno ha detto di loro qualcosa poco carino. E' no, non ci siamo. La libertà se ci deve essere che sia, per tutti e contro tutti salvo i casi di diffamazione conclamata - ma per questo c'è la magistratura. Non si può essere liberali, libertari e liberisti a fasi alterne e quando fa comodo.

Pensavo a queste cose mentre leggevo il commento di Ortica e mi sono reso conto (già da un po', ma di questo ne parlerò in seguito) che il ragionamento faceva da sponda ad un'intervista che ho sentito proprio oggi del responsabile dell'Ordine dei Giornalisiti che raccontava come i giornalisti a volte siano oggetto di minacce, anche preventive, su quello che scrivono o NON devono scrivere. Faccio un esempio, per esser più chiaro. Se scrivo di tizio ipotizzando atteggiamenti un po' border line e lo faccio più volte alla fine quello che fa ? Mi querela, anche se non ho scritto niente di falso o diffamatorio; e poi a maggior misura me ne fa un'altra dopo poco. Lui, praticamente, non spende niente perché la pratica va avanti d'ufficio, mentre io devo difendermi e spendere... e spendere. Risultato smetto di scrivere di tizio.
E' anche questa la libertà che va protetta. La libertà di poter denunciare comportamenti illeciti o comunque da verificare.

Tornando all''amica' Boldrini fa un po' sorridere che lei ed i suoi colleghi (politicamente trasversali) vogliano censurare la rete per far smettere a quei cialtroni di nulla facenti, dietro una anonima tastiera, di pubblicare le loro foto mentre magari vanno al supermercato con la scorta o pubblicano i costi, i bnefici e gli sprechi, della politica dei politicanti. Questo, cara signora, si chiama trasparenza, cosa che voi aborrite. E poi in fin dei conti è una battaglia inutile; in primo luogo perché è impossibile mettere il bavaglio ai social, a meno che non si voglia accettare le censure cinesi alla rete, e poi per una questione di impossibilità pratica: come si fa a controllare milioni di post sui social scritto ogni ora ? Quindi signora Boldrini si metta l'animo in pace e faccia tutto alla luce del sole e vedrà che nessuno scriverà niente contro di Lei.

Per quanto riguarda le 'Fake news' vorrei ricordare che sono state ideate dalla politica, nel suo insieme, per delegittimare gli avversari politici. Poi si sono estese a tutta la rete anche fuori dalla politica, ma è da lì che partono, per cui tutta la politica dovrebbe guardare in casa propria e cominciare a fare pulizia proprio da lì.

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Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=54962
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