EMILIETTA

Fra pochi giorni, centoventi anni fa, nasceva a Lucca Emilietta.

“il tre Agosto dell'anno milleottocentonovantotto, negli spedali ed ospizi di Lucca, attuale sede dell'ufficio anagrafe del comune, alle ore sei e trenta, veniva consegnata una bambina dell'apparente età di poche ore cui venne dato il nome di Bruni Emilia.
“Emilietta”, che risiedeva presso l'ospizio invalidi e cronici, è ivi deceduta il ventidue Aprile dell'anno millenovecentosettantasei”.

Questo è quanto si trova scritto di lei presso l'ufficio anagrafe del comune di Lucca.
Per anni la splendida chiesetta di santa Caterina, la chiesa delle sigaraie, è rimasta aperta tutti i giorni grazie a questa trovatella, 'sagrestana''d'eccezione.
Ricordo che le dava saltuariamente una mano un anziano di nome Antonio, conosciuto nel rione come gran raccoglitore di cicche, ma persona semplice, onesta e pia.
Emilietta, questa minuscola donna, era paralitica in quanto priva dell’l’uso delle gambe, credo fin dalla nascita.
Si muoveva in carrozzella o su una seggiola. Ampie roteazioni del braccio destro, la mano sinistra a tener saldamente il sedile impagliato, le consentivano di muoversi seduta per la chiesa e addirittura di salire in sacrestia e ridiscenderne, usando le gambe della seggiola in sostituzione delle sue delle quali non aveva l’uso.
Era un fuscello, pesava si e no 15 chili.
Io ero appena un ragazzo ma l'ho sollevata molte volte senza eccessiva fatica per spostarla dalla sua carrozzina alla seggiola e viceversa, cosa di cui poteva fare a meno ma che gradiva perché le risparmiava sforzi eccessivi, essendo lei quasi priva di muscolatura.
Aveva una forza d'animo inversamente proporzionale al suo peso. Era buona come il pane, aveva sempre un pensiero per tutti: saluta la tua mamma, come sta il tuo fratellino.
In santa Caterina era impegnata ad assicurare al sacerdote quanto necessarie allo svolgimento del servizio liturgico, compresi i ragazzi per servir Messa; insegnava inoltre il catechismo ai bambini più piccoli della parrocchia di san Paolino.
Guidava la recita del Rosario che recitava in latino, un latino tutto suo.
Ad esempio “Regina Sanctorum Omnium” per lei era Regina Santarmonium.
Ma lo diceva così convinta e compunta che sono certo in paradiso, appena giunta, le abbiano affidato questo incarico.
Mi piace pensare, un giorno, di poter ancora recitare il rosario insieme a lei.

Gian Paolo Licheri

Lucca, 29 Luglio 2018

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=66195
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