Manifattura Sud, nessuno dimentichi che ci sono vincoli del Ministero sulla destinazione

Di Vito (SìAmoLucca): 'Manifattura Sud, nessuno dimentichi che ci sono vincoli del Ministero sulla destinazione'

“Si può’ essere contrari o favorevoli al progetto Coima-Fondazione Cassa per la trasformazione della Manifattura Sud, ma affinché l’opinione risulti plausibile (qualsiasi essa sia) bisogna avere studiato le carte: chi non lo ha fatto, esprime una posizione tanto per farlo. E sostenendola, non fa un buon servizio a Lucca e ai lucchesi”. A intervenire sulla questione di cui si sta discutendo da mesi è il consigliere comunale Alessandro Di Vito, uno fra quelli che si è impegnato maggiormente su questo fronte. “Leggo con stupore le affermazioni di colleghi dell'opposizione che richiamano alla coerenza, e che nell'ultima seduta del consiglio comunale hanno votato contro la mia mozione, che chiedeva di sospendere il progetto così come formulato fino a adesso - attacca Di Vito -. Ancora una volta ci si dimentica di ricordare che rispetto ai tempi dell’amministrazione Favilla, e quindi durante i due mandati di Tambellini, non solo c’è stata una totale revisione dei progetti Piuss, ma il Segretariato regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per la Toscana (Mibact) con tre diversi atti (ovvero i numeri 5303/2013, la 210/2016 e la 148/29019) ha posti vincoli su tutta la Manifattura (Nord e Sud) dichiarandola un bene di interesse storico-culturale e ponendolo sotto tutela in base alla legge 42/2004. Vincoli che nascono a seguito della richiesta di vendita della proprietà pubblica, e che comportano vincoli ancora più stretti alla progettualità sull’edificio: prevedendo che non potranno essere modificate le caratteristiche architettoniche e volumetriche dell’immobile, ed escludendo destinazioni d'uso residenziali e/o ricettive che comporterebbero la frantumazione e lo snaturamento degli spazi. E ancora – argomenta Di Vito – l’immobile con quegli atti viene ritenuto compatibile con la destinazione terziario purché a basso impatto, e non dovrà essere destinato ad usi suscettibili di arrecare pregiudizio alla sua conservazione e fruizione pubblica, o comunque non compatibili con il carattere storico e artistico del bene stesso medesimo”. Secondo il consigliere comunale di SìAmoLucca, tutto questo è di straordinaria importanza per la città, ma continua ad essere taciuto. “Il MiBAct regionale, e adesso la Soprintendenza di Lucca che ha il dovere di far rispettare quanto decretato, ha tutelato non solo la Manifattura come bene di interesse storico-culturale, ma pure la città stessa da irrazionali progettualità e da speculazioni economico finanziarie – aggiunge Di Vito -. Purtroppo la variante urbanistica approvata il 17 settembre scorso non ha inserito le deliberazioni del MiBact 2016 e 2019, in quanto avrebbero comportato una limitazione alle destinazioni urbanistiche della Manifattura sud, e in questo modo l’amministrazione comunale ha disposto destinazioni urbanistiche più estensive di quelle del vecchio Piuss. E questo spiega la prepotenza e l’imperialismo che regna all’interno dell’amministrazione Tambellini, che sta portando avanti un’interlocuzione con il privato dal giugno 2019, ma che in realtà pensa di essere ancora ai tempi del progetto Sinloc”. Infine una valutazione politica. “SìAmoLucca è una forza politica civica nata nel 2017 e nessuno dei suoi componenti ha avuto ruoli in precedenti amministrazioni, quelle di centrodestra comprese - conclude Di Vito - mentre in questa consiliatura sul caso Manifattura ha ricevuto un ostruzionismo senza precedenti dal Comune, che ha ritardato e complicato le nostre richieste di acceso agli atti in modo sprezzante e senza precedenti. La nostra lista civica è sempre stata favorevole alla riqualificazione della Manifattura, ma i termini proposti da Coima e Fondazione Cassa, a cui riconosciamo un ruolo importante a servizio della città in questi decenni, non ci convince affatto. In quanto stravolgerebbe il tessuto economico e sociale della città, basti pensare ai 4mila metri quadri di superfice commerciale, non tutelando il suo interesse storico-culturale”.


SìAMOLUCCA

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