Quando la parola è di troppo

Un’antologia delle storie in una sola illustrazione di Doriano Solinas
Si può comunicare senza parole? Certo. I vocaboli rappresentano solo una minima parte della comunicazione e, in fondo, stati d’animo e idee si possono partecipare anche in tanti altri modi: con i gesti, per esempio, con lo sguardo, con la stessa postura del corpo… Oppure, attraverso il disegno. Capace di riassumere in sé, con brevità assoluta, la sintesi perfetta di un concetto, un sentimento, una passione, una rabbia. Una storia… Questa la vocazione professata per quasi mezzo secolo di vita artistica da Doriano Solinas, illustratore di razza, da collocarsi indiscutibilmente tra i grandi del genere. Presente, fin dalla seconda metà del secolo scorso, su tutte le migliori testate satiriche e non - da “Tango” a “Cuore” a “Smemoranda”, senza dimenticare importanti quotidiani come “Il Tirreno”, “La Repubblica”, “Il Manifesto”, “La Stampa”… - dal 2010 l’artista toscano ha lasciato le tavole più strettamente legate alla immediata contingenza politica per un disegno umoristico tout court e di costume: illustrazioni prive di parole, che, non perdendo niente del proprio sguardo ironico sul mondo, risultano meglio capaci di entrare in relazione con un pubblico più vasto e, nella coscienza e nella memoria del Lettore, durare un po’ di più dell’espace d’un matin. Sì, perché un lieve afflato di poesia percorre sempre le storie di Solinas e più e meglio dello sberleffo e della provocazione caustica, ma un po’ fine a se stessa, contribuisce a ingentilire comportamenti e abitudini di questi nostri anni malmostosi e irrimediabilmente incarogniti e ingaglioffiti. E proprio in questo consiste il suo essere abrasivo: ovvero il procedere tenacemente in direzione ostinata e contraria nella leggerezza con cui sorride e fa sorridere senza ricorrere all’irrisione facile di questo o quel personaggio pubblico, magari facilmente identificabile per l’esasperata iperbole di un particolare fisico o di un dettaglio anatomico. No, Solinas ha occhi più larghi, più comprensivi. Con grande sensibilità umana le sue storie in una sola tavola sanno catturare un tratto nascosto ai più, una caratteristica singolare del perenne, faticoso mestiere di vivere e ne evidenziano al tempo stesso le lacerazioni visibili e meno visibili, le incongruenze, le ingiustizie… E anche la possibilità che un gesto, un punto di vista finalmente diverso possa riscattarne la presunta inevitabilità: sembra appartenergli la massima “abbiate l’intelligenza di praticare atti di gentilezza a casaccio e di bellezza senza senso”. Dalle sue chine, di solito, non escono bene le Autorità (rigorosamente con la maiuscola!); gli uomini in divisa, qualsiasi divisa; le Burocrazie di ogni tipo; lo strapotere dei media… Alla grande ne sortiscono, invece, i perplessi, gli incerti, i fragili, i piccoli, gli animali. E gli angeli… Qualcosa vorrà dire?
Ancora fresca di stampa, Oltre la china, un’antologia delle sue tavole sine verbis, prefata niente meno che da Gino&Michele (sì, proprio loro, quelli di Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano), permette al Lettore intelligente e curioso di godere della sua penetrante perspicacia e sensata sagacia in forma di segno.

Luciano Luciani


Doriano Solinas, Oltre la china, prefazione di Gino&Michele, Edizioni Il Pennino, Torino 2021, pp.134, euro 20,00

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=88165
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