A quasi dieci anni dalla chiusura del locale simbolo della città, il capogruppo di SìAmoLucca ed ex candidato sindaco annuncia la convocazione di una commissione Controllo e Garanzia che verifichi cosa ha fatto l'Amministrazione per sbloccare la situazione. E lancia una proposta: 'Il Comune valuti se avviare una trattativa con i privati proprietari per prendere l'immobile in affitto con un contratto pluriennale oppure acquistarlo. E in questa direzione si approfondisca la possibile collaborazione con altri enti, ad esempio la Fondazione Puccini'
“Nel 2022 saranno 10 anni dalla chiusura del Caffè Di Simo, uno dei più importanti simboli culturali della città. Cosa ha fatto il Comune in tutto questo tempo per facilitare la possibile riapertura? Sulla questione, di fondamentale importanza per l’immagine della nostra città e per la sua storia convocherò quanto prima, in qualità di presidente, una seduta della commissione Controllo e Garanzia”. Lo afferma il consigliere comunale della lista civica SìAmoLucca, Remo Santini. “Recuperare la memoria dello storico bar Caselli è davvero un'operazione di grande portata che consente di riappropriarsi di una delle pagine più interessanti del Novecento lucchese, è triste che il ritrovo di Puccini, Carducci, Pascoli, Pea, Mascagni e tanti altri musicisti e letterati resti sbarrato - argomenta l’ex candidato sindaco del centrodestra -. Il Caffè Di Simo, che negli ultimi anni prima della chiusura ha svolto piu’ che altro le funzioni di pubblico esercizio di grande qualità, in passato è stato il luogo in cui la giovane intellettualità cittadina faceva le prime esperienze e scopriva il fascino dell’impegno per la tutela e la valorizzazione di Lucca. Che azione ha svolto dunque in questi due mandati l’amministrazione Tambellini, nonostante le ripetute promesse di impegno a mettere intorno al tavolo tutti i soggetti coinvolti? Sicuramente niente che abbia portato a risultati. Per questo è necessario fare un punto della situazione, per cercare di sbloccare l’empasse che si è creata. Ho letto con interesse in questi giorni l'intervento dei privati proprietari del fondo, che hanno sottolineato come il Caffè Di Simo meriti dei conduttori seri, consapevoli dell'unicità del locale e del suo valore storico- culturale, conduttori non improvvisati che garantiscano con esperienza e professionalità, un recupero di tutte le sue potenzialità, anche nel rispetto dei vincoli imposti dalla Soprintendenza, restituendolo alla città'. Poi una proposta: 'Ritengo che il Comune a questo punto debba valutare, magari in collaborazione con altre realtà come la Fondazione Puccini e in stretto rapporto con la Soprintendenza, di assumere la gestione diretta del prestigioso simbolo attraverso un affitto pluriennale o in alternativa l’acquisto del locale, per far rinascere quel centro culturale che ha in sé l’identità di Lucca, avviando una trattativa con i privati a cui si deve un'importante forma di rispetto per i tentativi fatti fin qui. In questo modo il Di Simo potrebbe rientrare di diritto nel circuito delle location dove si organizzano eventi culturali, mantenendo al contempo la funzione di Caffè. Se è vero che il locale è di proprietà privata, è altrettanto vero che è un patrimonio della città, di fatto un bene pubblico. Se si vuole trovare, sono convinto che una soluzione in un modo o nell’altro possa essere raggiunta. Alla seduta della commissione inviterò tutti i possibili protagonisti della svolta per il futuro'.
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SìAMOLUCCA
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