Pietra vera e pietra finta: l’uso del cemento novità dello stile liberty ne “La Nuova Barga”

Pietra vera e pietra finta: l’uso del cemento novità dello stile liberty ne “La Nuova Barga”

Ultimo fine settimana di apertura per la mostra alla Fondazione Ricci di Barga; sabato 25 settembre il finissage con visite guidate

Ad ottobre la mostra è visitabile dalle scuole, su prenotazione



Barga, 22 settembre 2021 – Pietra vera e pietra finta: arriva con lo stile Liberty l’uso innovativo della pietra artificiale, per decorare i villini liberty e neo eclettici de “La nuova Barga”. È, questo, l’ultimo fine settimana per visitare la mostra-censimento a ingresso libero “La nuova Barga: architettura e arti decorative tra liberty e stile eclettico (1900-1935)”, organizzata dalla Fondazione Ricci ETS insieme all’Istituto Storico della Resistenza sezione di Barga e aperta a ingresso libero nella sede della Fondazione in via Roma 20 a Barga (LU) fino a questa domenica 26 settembre 2021.

Sabato 25 settembre sono previste visite guidate in occasione del finissage: i 4 studiosi curatori della mostra saranno a disposizione dei visitatori dalle 16 alle 19. Inoltre, nel giardino della Fondazione, alle 16 Sara Moscardini presenta il libro di Massimo Capanni “La reliquia del disonore”, alla presenza dell’autore.

Per tutto il mese di ottobre la mostra rimarrà aperta su prenotazione per le scuole di ogni ordine e grado previa prenotazione al 3356699292.

“L’uso della pietra artificiale, anche denominata cemento artificiale o cemento decorativo, si diffuse in Italia alla fine dell’Ottocento – spiega l’architetto Cristiana Ricci, presidente della Fondazione Ricci e ideatrice della mostra -. Nacque con l’intento di imitare la pietra naturale e di sostituirsi ad essa mantenendone l’aspetto estetico e la durevolezza nel tempo. La pietra artificiale fu realizzata con una miscela di leganti che una volta colata in stampi riproduceva le forme volute. Questo tipo di impasto aveva la capacità di indurire velocemente favorendo una messa in opera rapida dei manufatti realizzati. Da non sottovalutare inoltre il lato economico che derivava dall’ uso della pietra artificiale, che risparmiava gli alti costi dell’utilizzo della pietra naturale: sia dell’estrazione della materia prima che della modellazione e infine della difficoltosa messa in opera. Infine, e non ultimo aspetto, la riproduzione in serie degli oggetti eseguiti con gli stampi avviò un processo di transizione tra lavoro artigianale e lavoro industriale che, con il suo largo utilizzo, arrivò a richiedere mano d’opera specializzata, generando anche un buon indotto economico per le ditte locali”.

“La pietra artificiale – prosegue - venne codificata nei manuali edilizi del tempo come nuovo elemento accanto alla pietra naturale, se pur riferito solo ad un suo uso decorativo, e ne venivano specificati alcuni tipi di impasti e le tecniche di produzione. Fu così che per questa sua facilità di esecuzione la pietra artificiale fu adottata pienamente dallo stile Liberty e dallo stile neo eclettico e anche per questa duttilità ad eseguire forme floreali, naturalistiche e spesso sinuose e complesse, degli apparati ornamentali esterni dei villini, come le cornici variamente modellate delle finestre, i mascheroni e le cornici dei sotto gronda, ma anche i semplici colonnini di balaustre e le mensole che reggevano i terrazzi, i capitelli in stile dorico o corinzio delle colonne dei portici e i rivestimenti del paramento murario, ma anche vasi in cemento che adornavano i giardini o posti sulle colonne agli ingressi della proprietà o le mattonelle che lastricavano il vialetto d’ingresso. Una volta messa in opera non si distingueva dalla pietra naturale, salvo nei casi in cui si voleva ingentilire il risultato estetico tingendola di bianco così da risaltare sul colore, spesso in tinte ocra, degli intonaci delle facciate. Ogni committente poteva scegliere su appositi cataloghi le finiture per la propria dimora personalizzandola a proprio piacimento secondo la propria disponibilità economica, ma soprattutto secondo la propria personalità. I villini, anche quelli più comuni con tipica pianta a ‘L’, rivestiti e caratterizzati con questi nuovi apparati decorativi cementizi, assumevano dunque una ‘nuova veste’. Per scoprirli, basta fare un giro ne La Nuova Barga, dove “trovano spazio” ben 113 edifici liberty e neo eclettici tra villini e ville catalogati.

“Dunque un materiale, la pietra artificiale, così economico e di facile portata, ma talmente innovativo che è stato capace di modernizzare e sprovincializzare anche le realtà urbane minori, portando la bellezza e il fascino alla portata di tutti”, conclude Ricci.

La mostra è organizzata dalla Fondazione Ricci ETS e dall’Istituto storico lucchese sezione di Barga, con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Barga, dell’associazione Italia Liberty, con la collaborazione della Fondazione Paolo Cresci e con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca; è stata selezionata tra gli eventi promossi all’interno della Festival Art Nouveau Week (www.italialiberty.it/category/mostre), la settimana internazionale dedicata all’art nouveau promossa in Italia dall’associazione Italia Liberty con il patrocinio di MiC Ministero della Cultura, Enit, Council of Europe e Fondazione Italia Patria della Bellezza.

L’esposizione è aperta giovedì e venerdì ore 16-19, sabato e domenica ore 10-12 e 16-19 a ingresso libero con green pass.

Info: Fondazione Ricci ETS, 0583724357, fondricci@iol.it, www.fondazionericci.info, Facebook “Fondazione Ricci ETS”, Instagram “fondazione_ricci_barga”.

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=88654
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