Lucca, 19 ottobre 2021 - Medici e infermieri aggrediti nella notte al Pronto soccorso dell’ospedale San Luca da un paziente psichiatrico in preda a un raptus violento. L’uomo era stato appena trasportato in ambulanza all’ospedale, ma voleva essere visitato immediatamente, nonostante il suo non fosse un caso urgente. Così ha rivolto improvvisamente la sua frustrazione sul personale in servizio, ferendo almeno sei persone. La prognosi si aggira su 21 giorni a testa per lesioni, contusioni e sospette fratture.
Sarebbero appunto 6 tra medici e infermieri le vittime della sconcertante esplosione di rabbia: adesso sono tutti a casa, in malattia, ma la vicenda sta suscitando un certo malumore in ospedale. Nel frattempo il protagonista dell’aggressione, un italiano già noto per episodi simili, è stato ricoverato in psichiatria in seguito all’intervento delle forze dell’ordine, accorse dopo alcuni minuti.
Il drammatico episodio è avvenuto a tarda notte al San Luca. Il paziente psichiatrico era stato portato in ambulanza e il personale del Pronto soccorso lo stava prendendo in carico in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine. Ma l’uomo, già noto per episodi violenti legati alle sue problematiche psichiatriche, voleva essere visitato immediatamente e ha dato in escandescenza. Ha inziato a gridare e insultare il personale, per poi scagliarsi violentemente con calci e pugni contro chiunque cercasse di calmarlo.
A farne le spese sono stati sei fra medici e infermieri, in pratica quasi un intero turno di servizio. Non è stato affatto facile per la Polizia bloccare l’uomo. L’aggressione ha così mandato temporaneamente in tilt il Pronto soccorso, che ha subito notevoli rallentamenti nell’attività per almeno due ore.
Un episodio che ha suscitato sconcerto e apprensione al San Luca. Purtroppo non si tratta di casi infrequenti. Questa estate avevamo infatti già raccontato delle varie aggressioni avvenute in pochi mesi nel reparto di psichiatria, con prognosi talvolta superiori ai venti giorni ai medici, oss e infermieri, ma anche di altri episodi violenti ai danni di operatori della bolla Covid. La stessa dottoressa Adalgisa Soriani, direttrice del reparto Spdc (Servizio psichiatrico diagnosi e cura) nell’agosto scorso aveva ammesso la delicatezza della situazione, sottolineando l’impegno dell’Asl per fronteggiare il fenomeno.
Spesso medici e personale infermieristico finiscono infatti per essere il capro espiatorio di situazioni di grave stress, frustrazione o rabbia dei pazienti, quando non sono l’obiettivo preferito di soggetti con problemi psichiatrici come in questo caso.
da la NAZIONE
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