DRAGHI FA TUTTO PER LE MULTINAZIONALI
Benché i taxi non siano sottoposti alla famigerata Bolkestein sono stati inseriti ugualmente nel disegno di legge sulla concorrenza dal governo. L'esecutivo e i “tecnici' ultraliberisti hanno deciso di incaricare se stessi della riforma del settore attraverso una legge delega i cui criteri direttivi mettono chiaramente nero su bianco l'intenzione di:
1) Assoggettare gli operatori alle multinazionali delle app. 2) Eliminare adempimenti e requisiti per sostituire i tassisti con driver non professionisti. 3) Stravolgere la territorialità, la tariffazione e le turnazioni. 4) Azzerare il valore di licenze pagate con mutui decennali. 5) Espropriare comuni e regioni delle competenze e trasferirle alle multinazionali.
In una fase in cui non c’è espansione ma si sta uscendo, forse, da una pandemia globale che ha impoverito i lavoratori, i “tecnici” si dimostrano spietati e incuranti delle necessità di decine di migliaia di famiglie.
Il governo delle banche e delle multinazionali vuole rendere il trasporto pubblico locale una giungla in cui ci rimetterebbero tutti, utenti e operatori, e in cui le uniche a guadagnarci sono le multinazionali del caporalato digitale.
L’articolo che riguarda i taxi va cancellato. In seguito va riaperto il tavolo di trattativa per l’elaborazione della norma sulle app e dei decreti attuativi richiesti dalla modifica delle norme di settore che attendiamo dal 2019.
Non sono i taxi a doversi adeguare alle nuove “nuove forme di mobilità”, sono le applicazioni che devono essere regolamentate, obbligate a pagare le tasse e a rispettare le leggi e i regolamenti esistenti.
I tassisti metteranno in campo tutte le forme di lotta possibili per difendere il proprio lavoro e il servizio pubblico e il Partito Comunista sarà al loro fianco per sostenere queste lotte contro le multinazionali.
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