Quello del mancato turnover del personale medico è un problema che, come si può vedere dall’attenzione dedicatavi dai media, ha dimensione sia nazionale che locale, ed interessa specialmente le zone periferiche.
La mancanza di personale medico è largamente diffusa in molti ambiti della medicina, compreso quello dei medici di medicina generale (MMG), che per i cittadini rappresentano la prima, fondamentale interfaccia con il sistema sanitario pubblico nazionale. Figure di per sé fondamentali, che in questo periodo di emergenza pandemica hanno costituito un primo baluardo in grado di alleggerire il carico sul sistema centrale, già messo duramente alla prova.
Nella nostra provincia l’ultimo dei casi a suscitare le proteste dei suoi assistiti è quello del pensionamento della dottoressa Maria Stella Adami, operante nella zona di Ponte a Moriano, previsto per la fine del 2021. Con il suo ritiro, per il quale non si vede alcuna sostituzione all’orizzonte, 1500 persone si troveranno costrette a cercare un nuovo medico di famiglia, in un contesto che vede le liste degli MMG rimasti già quasi completamente sature.
Come riportato dal Tirreno, la questione non si limita al singolo caso, ma riguarda tutto il sistema dei medici di famiglia, con un rapporto tra dottori uscenti e sostituti di 3 a 1. Come Cgil e SPI Cgil di Lucca troviamo che questi difetti siano assolutamente intollerabili in un momento delicato come questo, in cui l’accesso ad un sistema sanitario nazionale pubblico, efficace ed inclusivo è indispensabile. La situazione necessita non solo di una soluzione sul breve termine, per quanto indispensabile, con l’ingresso di un numero di MMG sufficiente per facilitare la gestione di ciascuna delle emergenze quotidiane caratterizzanti questo periodo, ma anche di una progettazione accurata del loro ruolo per il futuro.
In questa ottica guardiamo con interesse al progetto presentato dal direttore della zona distretto Piana di Lucca della ASL Luigi Rossi, volto alla realizzazione e all’implementazione delle Case della Comunità sul nostro territorio. La realizzazione delle cinque strutture previste, due hub e tre spoke, avrebbe grande importanza per garantire ai cittadini maggiore semplicità di accesso ai servizi socio-sanitari. Rappresenterebbe inoltre un importante passaggio nel rinnovamento del sistema sanitario nazionale, con il reinserimento dei MMG nelle strutture pubbliche, dato che nella maggior parte dei casi i loro studi si trovano attualmente collocati presso farmacie o altre strutture private.
Rivolgiamo quindi un appello alle amministrazioni comunali della provincia di Lucca, perché si attivino rapidamente per trovare una soluzione a queste criticità. Sia per quanto riguarda la situazione contingente, con i dovuti inserimenti di professionisti necessari per garantire un’equa assistenza a tutti i cittadini, sia perché il progetto delle Case della Comunità entri effettivamente in azione.
Rossano Rossi - Segretario Generale della Cgil della Provincia di Lucca
Emanuela Bianchi – SPI Cgil Lucca
Francesco Fontana – SPI Cgil Lucca
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