Cruenti delitti e pericolosi deliri, riaprire i ‘manicomi’ è necessario?

ITALIA – L’esistenza di gravi problemi sociali è un dato di fatto. Si tratta spesso di realtà complesse e complicate, storie di vita in cui si sono intrecciate e/o sovrapposte molteplici esperienze negative. Ogni individuo è diverso e, sono molti, i soggetti che soffrono di disagi psichiatrici che si attenuano con le giuste cure, infatti la teoria per cui “la salute mentale si può riacquistare se viene adeguatamente curata” è diffusissima. Nei casi più estremi invece, potrebbe essere necessaria la ‘reclusione’ in strutture dedicate. Una pratica abolita con la legge 180 del 1978, la famosa legge Basaglia che portò alla chiusura dei manicomi sino alla scomparsa negli ultimi anni degli ospedali psichiatrici giudiziari. C’è chi però attribuisce la crudeltà e l’efferatezza di alcuni delitti proprio all’applicazione della legge 180. Il fatto che persone affette da gravi patologie psichiatriche possano vagare per le città ‘a piede libero’ preoccupa, e c’è chi come Filippo Lifodi, collegando alcuni fatti di cronaca a disagi mentali, sta conducendo una battaglia per la riapertura degli ospedali psichiatrici comunitari.  Il giovane operatore socio – sanitario che attraverso la pagina facebook Legge 180/1978, nessuno stato al mondo ha chiuso l’ospedale psichiatrico quotidianamente monitora ciò che succede in Italia, segnala fatti e misfatti collegabili ad una cattiva gestione delle patologie psichiatriche e del disagio sociale.

Ricordando che la Legge Basaglia è la prima e unica norma che impose la chiusura dei manicomi e regolamentò il trattamento sanitario obbligatorio, Lifodi evidenzia che ciò ha fatto dell’Italia il primo (e finora l’unico) paese al mondo ad abolire gli ospedali psichiatrici. Un”anomalia’ che per Lifodi porta a cruenti delitti e pericolosi deliri con conseguenze nefaste che si sarebbero potute scongiurare se solo i protagonisti delle vicende fossero stati a tempo debito inseriti in percorsi di riabilitazione psichiatrica all’interno, appunto, di strutture psichiatriche. Ecco qualche esempio, di episodi verificatisi nelle ultime ore e riportati sulla pagina facebook Legge 180/1978, nessuno stato al mondo ha chiuso l’ospedale psichiatrico. Il 31 Dicembre a Milano un quarantadueenne cinese ha azzannato un egiziano che aveva tentato di rapinarlo staccandogli una falange. Sempre nella notte di San Silvestro nel quartiere Torre Angela di Roma un colombiano ha lanciato la moglie dalla finestra per festeggiare l’arrivo del 2017. Nella capitale, inoltre, una ragazza di ventinove anni, controllore dei bus Atac a seguito di un’aggressione di un uomo che si rifiutò di consegnarle il titolo di viaggio, è finita sulla sedia rotelle e parla a stento. E ancora a Capodanno a Pordenone un quarantanovenne è stato sorpreso mentre armato di martello stava forzando il contenitore delle monete di una cabina telefonica. Arrestato e trasferito in caserma ha cominciato a prendere a testate il vetro, finché non l’ha sfondato ferendo poi tre carabinieri. Fatti che racchiudono in sé disagio sociale e, secondo Lifodi, mentale da trattare e contenere.

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“Non è vero che la 180 è stata una legge progressiva che tutto il mondo ci ha invidiato: nessuno l’ha copiata. In tutti i paesi l’Ospedale psichiatrico, – spiega Lifodi in qualità di amministratore della pagina facebook Legge 180/1978, nessuno stato al mondo ha chiuso l’ospedale psichiatrico – riformato, aperto ed efficiente, è rimasta la base della cura delle malattie mentali. La 180 è stata generata da un rozzo movimento antiscientifico ed oscurantista che negava la malattia mentale attribuendo le colpe dei malesseri psichici alle “istituzioni della violenza”: scuole, carceri ed ospedali psichiatrici. Idee sessantottine deliranti e stupide. Sulla base di queste idee si è avuto una legge crudele che impedisce ogni cura duratura ed efficace ai malati più gravi e più giovani. Peraltro psichiatri e psicologi, che alla 180 si sono riferiti, hanno creato comode nicchie di potere e consistenti benefici economici, che fanno sì che queste persone costituiscano un solido blocco di reazione e di conservatorismo, a tutto svantaggio della cura dei malati. Il trattamento dei malati di mente costituisce in definitiva la più grave vergogna della nostra società. I nostri malati più deboli ed indifesi sono stati lasciati in balia dei più loschi demagoghi, e delle ideologie più stupide. Una classe intera di malati è stata condannata ad un inutile e drammatico peggioramento senza speranza di cure efficaci. Peggioramento che, nei casi più gravi, ha significato e significa la morte. Ogni anno i malati di mente causano gravi incidenti stradali e decessi. Chiediamo più controlli e sospensioni delle patenti immediate. Se la polizia municipale valuta che una persona è alterata o dissociata la patente va revocata. Il Trattamento Sanitario Obbligatorio inoltre è solo una pratica violenta ed inutile ne sono convinto, dura una settimana e poi il malato torna a casa. Senza ospedali psichiatrici correttamente adeguari ed un’assistenza psichiatrica reale il TSO rimarrà una pratica violenta e brutale. Praticamente inutile e traumatizzante. Paradossalmente, in queste condizioni, è meglio sperare in un arresto“.

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