Dopo due anni di pandemia i professionisti della salute vanno in sciopero

Dopo due anni di pandemia i professionisti della salute esausti, stremati,
inascoltati dichiarano sciopero il 28 gennaio2022
Siamo arrivati alle porte coi sassi, parafrasando un vecchio detto popolare ma che fa capire la realtà
sanitaria di questi giorni. La nuova escalation covid, la quarta ondata, ci obbliga a riflessioni che
portano alla luce ancora una volta le inefficienze nella gestione di questa pandemia ai danni dei
cittadini e dei professionisti della salute. L'amministrazione regionale, nonchè le direzioni delle
varie aziende ospedaliere e delle ASL hanno perpetrato gli stessi errori, la stessa incapacità di
programmazione e di implementazione di azioni e politiche atte a fronteggiare una situazione che
già all'inizio del 2020 si prospettava drammatica e adesso si preannuncia catastrofica.
Nonostante tutto questo permane il blocco delle assunzioni con concorsi già espletati e graduatorie
già in essere, peggiorando la voragine storica nelle dotazioni organiche, alla quale si aggiungono
pensionamenti, certificati lunghi, gravidanze non sostituite, assenze per infezioni da covid,
quarantene ecc.
In questi giorni hanno annunciato lo sblocco delle assunzioni, ma va considerato che gran parte
delle assunzioni annunciate, sono costituite da infermieri che già stanno lavorando a tempo
determinato e che proprio per questo non porteranno nessuna implementazione nelle dotazioni
organiche. Un esiguo incremento forse lo potremo vedere non prima di un paio di mesi, tempo
dovuto all’iter burocratico necessario all’espletamento delle pratiche per le assunzioni.
L'aumento dei contagi, la recrudescenza dei quadri clinici, l'aumento dei ricoveri, hanno portato alla
riapertura delle degenze e delle terapie intensive covid positivi e all'implementazione dei posti letto,
senza che la regione e le direzioni aziendali avessero veramente pianificato una strategia
organizzativa per affrontare questa ennesima ondata che per tutti era prevedibile.
Avevamo già paventato sia in sede aziendale che regionale, che un'altra ondata associata al blocco
delle assunzioni non sarebbe stata sostenibile. Anche se l'impatto nelle terapie intensive non è
paragonabile ai precedenti periodi, tutto è stato comunque rimesso in moto, riaperto, riorganizzato.
Il personale sanitario è stato ancora una volta catapultato nel giro di poche ore a sopperire alle
mancanze gestionali e organizzative, ricollocato repentinamente in setting e degenze ad alta criticità
e specializzazione. I servizi domiciliari e territoriali, la cui attività riveste un ruolo nevralgico in un
periodo come questo, non sono stati implementati adeguatamente.
Tocca constatare ancora una volta che il personale sanitario è palesemente insufficiente, tale da non
poter garantire pause adeguate durante i turni di lavoro, non esiste una programmazione degli
intervalli di riposo atti a diminuire lo stress da lavoro correlato (psicofisico), negli ultimi due anni
sono stati accumulati mesi di ferie ed ore di straordinario, ferie e riposi comunque ancora sospesi.
Da inizio pandemia un numero sempre più esiguo di lavoratori ha garantito le prestazioni per le
attività ordinarie e portato avanti tutte le nuove attività nate con la pandemia (vaccinazioni,
tamponi, sorveglianza sanitaria, tracciamento, terapie monoclonali, aperture nuove degenze covid,
USCA, ecc).
Tutto si impara, tutto si affronta, è stato ampiamente dimostrato da chi, specialmente negli ultimi
due anni, ha risposto in modo esemplare e professionale, ma mancano le risorse umane e senza assunzioni, senza un risolutivo adeguato e celere intervento atto ad incrementare le risorse
necessarie, le prossime settimane avranno un impatto ancora più devastante sui luoghi di cura, sui
professionisti sanitari e sui cittadini.
Mai avremmo pensato di arrivare a questo punto, ma dopo due anni di richieste completamente
inascoltate non abbiamo altra scelta che proclamare uno sciopero generale per il prossimo 28
gennaio al fine di manifestare il nostro disagio che ad oggi ha raggiunto un livello non più
sostenibile. Chiediamo a tutte le istituzioni, agli ordini professionali, ai Sindaci di supportare la
nostra richiesta di aiuto che deve necessariamente essere raccolta al fine della tutela della salute di
tutta la collettività.

La Segreteria Territoriale NurSind Lucca

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Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=90738
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