ARBOREA: COLDIRETTI, UN FALLIMENTO ANNUNCIATO

Duro il commento di Coldiretti dopo l’annuncio di Arborea di chiudere lo stabilimento di Lucca:

rincari e mancato accordo sul prezzo del latte ulteriori fattori che fanno sparire la filiera locale.

“La filiera del latte sparisce senza un adeguato sostegno ed una giusta remunerazione”: così Coldiretti Lucca, la più critica all’indomani del passaggio nel 2018 di mani della storica San Ginese alla cooperativa sarda 3A Arborea, commenta l’annuncio della proprietà di chiudere lo stabilimento del Compitese e di licenziare i 26 dipendenti.

Del resto la principale organizzazione agricola, che solo alcuni giorni fa aveva denunciato il ritardo sulla mancata applicazione dell’accordo nazionale sul prezzo del latte sfornando anche i numeri della sofferenza della zootecnica locale (una stalla su tre già chiusa) alla luce anche dell’impennata fuori controllo dei costi di produzione di queste settimane, aveva ampiamente previsto quanto sarebbe accaduto: “la nuova proprietà non era interessata al latte delle aziende del territorio, come i fatti hanno purtroppo hanno dimostrato, ma solo allo storico marchio San Ginese. – spiega Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca - Dopo quattro anni il progetto è già fallito, l’azienda si avvia verso la chiusura, i dipendenti verso il licenziamento e gli allevatori che dovrebbero essere l’anello da tutelare e da far crescere sono in parte fuggiti di fronte a prezzi del latte alla stalla insufficienti per la sostenibilità di qualsiasi azienda mentre una parte ha continuato a conferire. Se vuoi commercializzare un prodotto di qualità, legato alle caratteristiche di un territorio e soprattutto ad un marchio vincente, devi mettere nelle condizioni gli allevamenti di ottenere una giusta remunerazione. Il giusto prezzo qual è? Non può essere inferiore ai costi di produzione. Se ad un allevatore produrre un litro di latte costa dai 0,37 ai 0,38 centesimi il litro non puoi pagarlo 0,38 centesimi il litro. E’ abbastanza evidente – prosegue Elmi - che così le stalle chiudono disperdendo un patrimonio fatto di animali, tradizioni e pascoli e che si favoriscono le importazioni di materia dall’estero. Il danno non è solo diretto, per le aziende, è indiretto e sul lungo periodo. Rabbrividisco di fronte all’incapacità della filiera lattiero-caseraria e della Gdo di non comprendere questo legame indissolubile tra stalle, territorio e prodotto”.

Coldiretti aveva stimato in oltre 1 milione di litri di latte inutilizzato che avrebbe potuto, con un piano di conferimento legato alle stalle locali, garantire la materia prima sufficiente insieme alla qualità. “Probabilmente – spiega ancora Elmi – Arborea ha sottovalutato l’effetto boomerang del marchio che è legato a questo territorio così come ha sottovalutato la reazione di consumatori sempre più attenti e consapevoli. Se la cooperativa chiude non è certo per mancanza di latte ma della volontà di pagarlo il giusto e di commercializzare un prodotto San Ginese con materia prima locale. E’ questo quello che i consumatori vogliono e la pandemia lo ha ampiamente ricordato a tutti. I prodotti che sul mercato funzionano sono ancorati all’esperienza e all’identità locale”. Per Coldiretti “le stalle sono le principali vittime di questa crisi che non inizia certo oggi e che i rincari di questi mesi hanno solo aggravato. – analizza ancora Elmi - Se la cooperativa oggi chiude non è certo perché manca il latte”.

Coldiretti non nasconde delusione: “il territorio non si può permettere di perdere un altro pezzo della sua storia. Tutti gli attori coinvolti devono fare il possibile con coraggio e responsabilità mettendo in campo gli strumenti e le risorse necessarie a tutela delle stalle, dei lavoratori e del territorio. Noi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Per informazioni www.lucca.coldiretti.it, pagina ufficiale Facebook @coldirettilucca, Instagram @Coldiretti_Toscana e pagina ufficiale YouTube “Coldiretti Toscana”

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Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=91054
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