Nel 1822 la duchessa fondò la “Scuola di Idrostatica e Idraulica” per formare esperti nella gestione delle acque del Serchio che nel 1820 aveva rotto gli argini
Quella di Maria Luisa di Borbone appare agli occhi degli studiosi sempre di più una gestione illuminata del territorio Lucchese, tanto avanti che, nell’anno scolastico 1821/1822, ben due secoli fa istituì corsi di idrostatica e idraulica per formare esperti capaci di gestire le inondazioni del Serchio.
Lo ricorda il professor Pietro Paolo Angelini nell’ambito delle iniziative del bicentenario di Maria Luisa di Borbone volute e organizzate dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, per ricordare la figura della Duchessa di Lucca.
“Nel corso del 1821 – spiega Angelini - ben nove decreti della Duchessa di Lucca sono dedicati alla tematica delle inondazioni del fiume Serchio. Fra questi merita attenzione il Decreto n° 70 che predispone un piano di vigilanza e di intervento in caso di inondazione del Serchio e di alcuni affluenti; mentre il successivo fissa i compensi da versare ai danneggiati dalla rotta dell’argine destro del Serchio dell’ottobre del 1820. L’intervento più innovativo appare il decreto n° 56, col quale Maria Luisa crea, nel Reale Liceo da lei fondato, ‘La Scuola di Idrostatica e Idraulica’”. Nella premessa del decreto si evidenzia che il corso è finalizzato a fronteggiare una grave problematica del territorio lucchese, causata dalle frequenti inondazioni del Serchio: “Si rende necessario pertanto - si legge -, formare ingegneri qualificati da impiegare nelle opere di contenimento delle acque”.
“Una scuola pratica – sottolinea Angelini - nella quale è previsto che si dovrà in particolar modo applicare la pratica alle località del nostro Ducato Lucchese, così è previsto che durante le lezioni il professore porti gli scolari ‘più idonei a visitare i pubblici lavori delle acque ed ivi ammaestrarli’. Il corso inoltre era obbligatorio per tutti i laureati che si presentavano all’esame per ottenere la Matricola in Ingegneria, titolo che li abilitava alla libera professione”.
Nel decreto n° 56/1821 che istituisce i corsi si ricordano infatti alcune esigenze del territorio lucchese a cui la Duchessa intende dare una concreta risposta: “Noi Maria Luisa di Borbone… Considerando che uno degli oggetti più utili alla felicità dei Nostri amati Sudditi è quello di provvedere ai bisogni sempre nuovi, ed urgenti, che presentano i Fiumi e le Acque che inondano il Nostro Ducato; considerando inoltre che al medesimo non si può prestare un più efficace presidio senza una speciale istruzione sulla Idrostatica e Idraulica adatta alla natura ed alle località del Territorio Lucchese…”.
“Ci piace pensare – conclude il professor Angelini - che questi decreti siano stati suggeriti a Maria Luisa dal fidato Architetto Lorenzo Nottolini, che da poco aveva conseguito al Reale Liceo la qualifica di ingegnere (20 marzo 1821). Infatti, tale specializzazione sarebbe risultata utile per quegli ingegneri che lo avrebbero accompagnato nella realizzazione delle opere di contenimento del fiume Serchio, da lui curate, negli anni successivi.
Lorenzo Nottolini non solo fu Architetto Regio della Casa e Corte: dal 1818 fu membro del Consiglio delle Acque, Strade e Acque del Ducato; dal 1819 Ingegnere Capo del Primo Dipartimento del Consiglio delle Acque (in Versilia) e dal luglio 1822, Ingegnere in Capo del Commissariato delle Acque e Strade. All’impegno nella costruzione delle opere monumentali pubbliche e private, Lorenzo Nottolini seppe unire un’apprezzata professione di ingegneria civile nelle opere di Pubblica Utilità legate alla gestione del territorio (settore acque, strade e macchie).
Nella foto: una veduta del Serchio con il Ponte di Monte San Quirico costruito 2 secoli fa dal Nottolini
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