Cgil Lucca: aggiornamenti dal tavolo di trattativi per la crisi dello stabilimento S. Ginese - Arborea
Lunedì sera, al termine di un nuovo vertice tra associazioni sindacali e datoriali indetto dall’amministrazione comunale di Capannori riguardo alla situazione di crisi dello stabilimento di S. Ginese della Arborea, il Segretario della Cgil Toscana Mirko Lami è intervenuto per commentare lo stato delle trattative.
“Innanzitutto, come Cgil e Flai, dobbiamo ringraziare il consiglio comunale straordinario di Capannori per essere riuscito ad imbastire questo confronto tra le varie associazioni di rappresentanza dei lavoratori e delle parti datoriali, che si sta rivelando proficuo.
Prima di tutto per la decisione di Arborea di eliminare le procedure di licenziamento, permettendo l’attivazione degli ammortizzatori sociali per i 26 lavoratori dello stabilimento nel capannorese, che per loro rappresentano una boccata d’ossigeno in questa situazione complicata. Questa piccola conquista è la dimostrazione che se si lavora tutti assieme, è possibile ottenere dei risultati. Ma non dobbiamo farci illusioni, la strada per una vera risoluzione di questa crisi è ancora tutta in salita.
Purtroppo la decisione di chiudere l’impianto produttivo lascia intuire il desiderio dell’azienda di abbandonare questo territorio, all’interno di una manovra che sembrerebbe andare nella direzione di un tentativo di espansione in direzione del mercato orientale.
Il risultato potrebbe rivelarsi una grave perdita per tutto il territorio, visto che all’interno dello stabilimento di S. Ginese si concentravano delle professionalità specializzate che rappresentano risorse importantissime per la realizzazione di prodotti caseari di alta qualità. La scomparsa di una realtà come questa sarebbe quindi una grave perdita non solo per i suoi dipendenti.
Ora sta ad Arborea e alla politica trovare strategie per rilanciare sia il prodotto che lo stabilimento. Urgono altri incontri con l’azienda, che deve trovare un modo per aiutare i suoi dipendenti a ripartire, in primo luogo attraverso la firma che porti all’effettiva attivazione degli ammortizzatori sociali. Poi sarà anche dovere di Arborea, data la sua situazione finanziaria stabile, lasciare ai lavoratori e nell'impianto produttivo gli strumenti necessari perché una sua rilevazione da un’altra azienda rimanga appetibile. A questo dovrà contribuire anche il mondo politico, attraverso l’utilizzo di politiche attive che aiutino a trovare un’impresa subentrante, possibilmente locale e non multinazionale, le quali, come si è potuto vedere in diverse occasioni, spesso arrivano con l’intenzione di generare profitto da situazioni simili per poi abbandonare nuovamente il territorio. In questo modo, oltre ai lavoratori, verrebbe preservato anche il comparto di produzione che rappresenta una realtà radicata nella zona nonché un’eccellenza del settore agroalimentare locale.”
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