Commenti diffamatori su Facebook, l'autore si scusa e il sindaco ritira la querela

Fornaciari: “Le parole sui social hanno un peso: questo episodio sia da esempio”


La libertà di espressione e il diritto di critica, talvolta, sconfinano nel reato di diffamazione. È il caso di un cittadino di Porcari, che ha scelto Facebook per commentare, con affermazioni false e offensive, un incendio divampato sul territorio comunale nella notte del 15 agosto 2019. Frasi lesive dell'operato degli amministratori e dei dipendenti pubblici, accusati dall'uomo di aver taciuto i pericoli per la salute degli abitanti in occasione di un precedente incendio, quello della Rox del 2017, in cambio di tangenti. A questo si aggiunge l'accusa estemporanea, rivolta ai consiglieri comunali di maggioranza, di aver commesso atti di vandalismo imbrattando muri con delle svastiche poco prima di essere eletti.


Parole pesanti alle quali il primo cittadino, Leonardo Fornaciari ha risposto con una querela per ribadire l'integrità morale e la correttezza del Comune di Porcari con atti e fatti noti, trasparenti e dimostrati.


Ieri (22 febbraio), tuttavia, la giunta ha deliberato per il ritiro del procedimento giudiziario. Le spese legali, pari a 1500 euro, dovranno comunque essere sostenute dal querelato. Il motivo? L'autore dei commenti diffamatori ha presentato al sindaco le sue scuse formali per le frasi scritte su Facebook, autorizzandone la pubblicazione.


Si legge nella lettera ricevuta dal sindaco: “Ritengo doveroso indirizzare alla Sua persona e all'amministrazione comunale di Porcari formali scuse per aver scritto, un post sul suo profilo Facebook contenente frasi diffamatorie e denigratorie del vostro operato. Sono una persona semplice ed animata da buone intenzioni ma, in quel momento a seguito dell'ennesimo incendio accaduto a Porcari e che rendeva l'aria irrespirabile, fui preso dalla rabbia, dalla polemica e dall'impulsività ricordando il grave incendio che - tempo prima - distrusse il capannone dell'azienda ErBa Market srl distributrice di Rox a Porcari e dalla preoccupazione per la salute e l'incolumità dei miei genitori 70enni che abitano in quella zona, ho utilizzato termini e concetti che non mi sono propri, inserendo nel post dichiarazioni inutili ed infondate. Anche io abito li e nel momento in cui si è verificato l'incendio della Rox ero in Spagna per lavoro, ma ero molto agitato a causa di tutta la polemica accesa in seguito all'episodio e per la nube tossica che si è sviluppata a seguito del rogo stesso e che ha costretto gli abitanti della zona a tenere chiuse le finestre e sostare all'aperto solo in caso di necessità. Non era mia intenzione mettere in dubbio la sua onestà, né la capacità e professionalità sua e della sua amministrazione. E di questo me ne rammarico”.


Commenta Leonardo Fornaciari: “Ho aspettato le scuse fino all'ultimo giorno, ma non sono arrivate. Solo dopo ho sporto querela. Il giudice ha compreso le mie ragioni e il cittadino è stato rinviato a giudizio. Ora che sono arrivate le scuse abbiamo scelto di ritirare la querela perché non era nostra intenzione assumere un atteggiamento persecutorio o vendicativo nei confronti di un cittadino che non ha riflettuto abbastanza prima di scrivere. Di fronte alle scuse pubbliche abbiamo ritenuto giusto fermarci. Ma questa vicenda sia da monito per tutti i cosiddetti 'leoni da tastiera': ogni parola ha un significato e un prezzo. Comprendo la diffusa diffidenza, è un fenomeno sociale e culturale con il quale facciamo i conti ogni giorno. Ma esistono, e sono il cuore di questo paese, anche persone che si mettono a servizio della comunità per passione, per un senso alto delle istituzioni, del vivere civile, della legalità. Dobbiamo lavorare tutti insieme per riappropriarci della fiducia persa: è questa la sfida politica oggi più importante per chi amministra un territorio”.

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=91406
Stampa Post