Le dinamiche in corso richiedono maggiore progettualità e flessibilità per rispondere alle nuove esigenze ed opportunità che potranno prospettarsi. La Pubblica Amministrazione in carica, a fine mandato, ha adottato un Piano Operativo privo di visioni e strategie di sviluppo. Il nuovo Piano Operativo è fondato su presupposti teorici, declinati in maniera manichea e formale, che lo rendono rigido e non adatto ad un momento di innovazione e incertezza, quale quello che appare configurarsi nel dopo Covid e in vista delle opportunità offerte dal PRNN. Le contraddizioni che emergono fra le aspettative enunciate e le effettive possibilità di realizzarle, impongono una riflessione che, con l’esame delle osservazioni, permetta un salto di qualità progettuale per raggiungere una visione identitaria condivisa, che trovi la sintesi in uno strumento profondamente modificato, in grado di permettere la reale possibilità di sviluppo e riordino del territorio comunale. Occorre partire dal reale fabbisogno di nuove residenze, che dovrebbe essere monitorato con uno specifico censimento del patrimonio edilizio esistente, del suo grado di conservazione e di utilizzazione, nonché della sua prospettiva di vita, per avviare un processo radicale di ristrutturazione urbanistica, che preveda la possibilità di demolire e ricostruire con trasferimento di volumetria e perequazione edilizia, al fine di poter riprogettare le parti dei quartieri extraurbani più congestionate; riorganizzare la rete stradale e ciclopedonale; tracciare nuovi percorsi tranviari; connettere i corridoi del verde pubblico e privato.
#CAMBIALUCCA
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