Toni Capuozzo : FARE GLI EROI CON LE VITE DEGLI ALTRI

Caro amico ti scrivo
Ho avuto un breve scambio di opinioni che ora sta sepolto nei commenti e che forse interessa a più di qualcuno. Lo riporto qui.
Luigi (ometto qui il cognome perchè ignoro se gli faccia piacere o meno) mi scrive: ' Buongiorno Tony, ho un amico russo che viveva nel Donbass ma dopo le repressioni ucraine del 2014 in quella regione é scappato in Italia aiutato dalla sorella che vive qui dopo che gruppi di guerriglieri con la svastica gli hanno ucciso i genitori........'
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GIORNALISTA INVIATO
Toni Capuozzo

Caro Luigi ....., rispondo a Lei, ma vale anche per altri che intervengono sullo stesso tema. Conosco un po''le vicende del Donbass, e le 'gesta' del battaglione Azov, ora inquadrato nell'esercito ucraino. Peggio ancora di quelle ombre naziste mi sembra la natura di alcuni partiti di governo, a Kiev. Conosco la storia del paese, recente (il rogo di Odessa) e passata (le fosse comuni degli ebrei e le complicità locali). Conosco il cantiere di questa guerra, e le responsabilità di chi confonde il contagio della democrazia con l'allargamento della Nato. Naturalmente conosco anche le ombre speculari della Russia e di Putin. Semplicemente penso che ORA conti fermare la guerra, e negoziare, ognuno con le sue ragioni e i suoi torti. Chi preferisce vadano sino in fondo, a Washington o dal divano di casa sua, faccia pure. Quanto all'onestà intellettuale credo di essere stato l'unico, in questi giorni di retorica, a fare in uno studio televisivo il nome di Andy Rocchelli. Grazie comunque per la gentile pacatezza della sua critica. E''nello spirito e nello stile di questa nostra paginetta.


FARE GLI EROI CON LE VITE DEGLI ALTRI
Nelle ore più buie ci si aggrappa all’unica domanda urgente: dov’è il Male in questo momento, e dove il Bene ? Non c’è dubbio che il Male è l’aggressione di Putin, e che il Bene sia fermarla. Come ? Scommettere che la resistenza di Kiev avrà ragione di un’invasione via via più pesante, e sperare che logori Putin sul campo e persino in casa sua fino a impantanarlo ? Le sanzioni, armi a doppio taglio, funzionano nel lungo periodo, non ora e adesso. Gli aiuti in armi salvano la coscienza, non cambiano la battaglia. Serve sacrificare Zelensky sull’altare, immolare migliaia di vite per vincere la guerra dell’immagine e incollare la figurina gelida di Putin per sempre sull’album dei cattivi della Storia ? Quando vedo la distribuzione delle armi ai cittadini, quando vedo donne confezionare bottiglie molotov, quando sento di trattative rifiutate perché non si tratta con la pistola alla tempia, la mia memoria da vecchio cronista mi riporta ai luoghi in cui la dignità è morta, ed è rimasta solo la sopravvivenza e la pietà. Alle bombe Nato sui colleghi della televisione di Belgrado, ai curdi di Kobane, alle donne afghane illuse e abbandonate, alle doppie morali e alle sovranità sussultanti, sacre ora, relative domani. So per esperienza che dietro le parole delle guerre c’è il cinismo dei fatti, e la modestia preziosa e ingannata delle vite della gente qualunque. Non predico la resa, né fisica né morale: si dice che la Russia può reggere solo dieci giorni di attacco, se Zelesky e i suoi reggono l’urto. E del resto siamo solo spettatori, che possono tifare, stupirsi di una colonna cecena spazzata via, o preoccuparsi di un deposito di scorie radioattive sotto tiro, temere e pregare, guardare o chiudere gli occhi. Mi sembra però che i leader -e noi tutti – immaginiamo molto come combattere senza farci male (noi, qui) e poco come far cessare il fuoco. Negoziati in Bielorussia ? Magari. Intanto abbraccerei quegli anziani disarmati che rallentano mezzi corazzati, e perfino ne prendono in giro gli occupanti, quella resistenza passiva che forse è la sola distanza possibile a noi vecchi, quando la gioventù mette l’elmetto, e pronuncia parole di marmo, come la gloria. Preferiamo passare alla geografia, nascondendo i cartelli stradali, che alla Storia. Se guerre le hai viste, ogni tregua è buona come il pane.

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