Era già successo contro il Monza, è risuccesso contro la Reggiana. In un caso i tifosi avversari furono fatti scendere direttamente davanti a quelli rossoneri, nel secondo invece si è consentito che scegliessero dove fermarsi liberamente, andando ad aggredire i supporter di casa.
Le veline della Questura dopo l'incidente sono un'ammissione di colpevolezza: si ribadisce infatti in modo furbesco che senza l'intervento della polizia ci sarebbero stati danni maggiori. Grazie, ma il problema è un altro: non ci dovevano essere proprio danni. È mancata infatti la totale prevenzione degli eventi.
Ma la brutta figura dei tutori dell'ordine la pagano i tifosi, quelli che si sono trovati assaltati dai reggiani e che - agli occhi delle telecamere - diventano solo colpevoli di 'rissa aggravata'. Perché in sostanza si sono difesi, non sono scappati e non si sono fatti ammazzare.
Ecco che la Questura si lancia all'arresto immediato di uno dei difensori della città - perché di questo si tratta, almeno di voler dire che un lucchese assaltato nella propria città da un reggiano dovrebbe fare diversamente da un ucraino assaltato nella propria città da un russo - per un giudizio per direttissima. Altra cortina di fumo per nascondere le proprie omissioni. Ora un padre di famiglia incensurato sarà descritto come 'pericoloso', per dimostrare che la polizia ha reagito subito.
In tutta questa situazione restano degli interrogativi semplici:
a) perché i tifosi reggiani sono stati lasciati liberi di fermarsi dove volevano?
b) perché non era adeguatamente presidiata via Cantore, dove si trova un pub che raccogliere da sempre i tifosi dopo la partita?
c) perché i reggiani non sono stati fatti passare dalla parte opposta della circonvallazione, sapendo la Questura dove si ritrovano abitualmente i tifosi rossoneri?
Domande che ci auguriamo che qualche parlamentare locale porti all'attenzione del Prefetto e del Ministero della Giustizia.
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