Con estremo dispiacere, in coincidenza con quella che voleva essere giornata mondiale della salute, di ricordo e gratitudine verso gli operatori sanitari che ci hanno aiutato e ci stanno aiutando a superare la pandemia, dobbiamo condannare un provvedimento delle aree vaste molto discriminatorio e con ogni probabilità incostituzionale.
Come possono aver pensato i dirigenti delle aree vaste, l’assessore alla sanità, lo stesso presidente della regione, di riservare corsie preferenziali nelle prestazioni sanitarie in base alla residenza anagrafica?
A quanto si apprende dai giornali e dalle proteste espresse dallo stesso sindaco di Livorno, a Pisa, ma anche presso le altre aziende ospedaliere universitarie come Firenze e Siena, i pazienti residenti 'in loco' otterrebbero la prenotazione delle prestazioni con precedenza rispetto a chi 'viene da fuori'.
Ci domandiamo: noi lucchesi non paghiamo le tasse come i pisani? O come i fiorentini e i senesi? Non abbiamo gli stessi diritti?
Ci aspettiamo dai politici lucchesi così pronti a lodarsi ed autocelebrarsi una pronta protesta e la difesa dei diritti dei loro concittadini.
Vogliamo sperare che nessun cittadino abbia dovuto patire ritardi nelle prestazioni a causa di questo assurdo criterio, ma se ritardi ci fossero stati ci chiediamo: può la Giustizia tollerare che i cittadini abbiano diverso trattamento in base al luogo di residenza?
Chi ha potuto emanare queste norme senza che nessuno ne controllasse la costituzionalità?
Ci pare una questione molto seria. Speriamo che venga riesaminata con urgenza e che siano adottati i provvedimenti necessari per evitare il ripetersi di simili situazioni per il futuro. Un debole tentativo,comunque, questo di ordinare i cittadini per aree di residenza. Per far quadrare un 'bilancio' che fa acqua : quello delle aree vaste, sulla cui realizzazione noi avevamo da subito espresso la nostra forte contrarietà. Il criterio selettivo della residenza ne denuncia e ribadisce la impotenza. Così come le quotidiane odissee dei cittadini che, dopo interminabili attese ai telefoni dei CUP, ricevono prenotazioni in strutture lontanissime quando non, appunto, l'invito a rivolgersi al proprio CUP di residenza. Ma l'area vasta non doveva armonizzare e semplificare? Non pare proprio che sia così.
Questa situazione sembra invece ancora una volta evidenziare il fallimento della riforma, un palese e colpevole deficit organizzativo, unitamente alla gravissima e invalsa carenza di personale organico. Non si fanno le nozze con i fichi secchi. Sono ancora i cittadini a pagare il prezzo più alto.
Comitati Sanità Lucca (in memoria di Raffaello Papeschi)
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