IL LINGUAGGIO DELLA PREPOTENZA

IL LINGUAGGIO DELLA PREPOTENZA
di Ferdinando Pastore

La dittatura delle immagini intima alle masse un preciso scopo di prevaricazione. Lo sviluppo bulimico di informazioni rende la critica anestetizzata, vuota. Si punta, in questo modo, alla costruzione di una 'democrazia del consenso' che si espande solo attraverso riferimenti simbolici. Accattivanti. Quindi emozionalmente incontestabili.
Dentro questo disegno totalitario non importa più di tanto la dimensione vero/falso. Scioccare più persone possibile è la tecnica di comunicazione adatta all'espansione immediata e capillare delle ragioni di potere. L'eliminazione della consapevolezza critica, della capacità di discernere, rende gli anticorpi presenti in ogni comunità, che contrappeserebbero le voglie delle autorità, invisibili. Si offre al consumatore un'interpretazione precostituita, priva di qualsiasi ragionamento logico, cosicché i fatti scompaiano dietro la maschera dello shock emozionale.
Specialisti in quest'opera di manipolazione sistematica sono gli influencer assoldati dal Regime. Loro veicolano frasi, storielle, fotografie, volutamente standardizzate, consone a reazioni pietistiche, ma che contemporaneamente hanno l'intento di stuprare la democrazia e la libera circolazione delle idee. Utilizzare i bambini, senza i limiti che imporrebbe l'etica, in una sbornia di sciacallaggio immorale, è uno dei molteplici stratagemmi utilizzati da questi moderni cantori di corte.
Nello specifico, il loro capostipite, colui che ha ridisegnato il conformismo in virtù, dimostra di non avere alcun pelo sullo stomaco. Prende in prestito una foto, raffigurante un bambino mutilato nel 2015 dai bombardamenti ucraini nel Donbass e d'imperio lo sposta temporalmente. Improvvisamente diventa una vittima dei russi del 2022.
Così il vero diventa verosimile e quel verosimile assume la qualità di reale, senza possibilità, grazie alla voluminosità globale della Rete e all'immediatezza del tipo di comunicazione, di essere smentiti.
Roberto Saviano, dunque, è un baro di professione e si crogiola nell'arte della contraffazione grazie alla rispettabilità concessagli dall'alto, nell'atto di investitura di cui godono le classi parlanti, in quella società civile che funge da ricettacolo per i chierici apostolici del colonialismo di mercato. Corruzione intellettuale impastata da cinismo individuale e intimo spregio per le qualità del proprio uditorio. Ritenuto di per sé facile vittima di spicciola propaganda.

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=92379
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