La Renza e la Pasqua, che credeva potesse rendere migliore l'Umanità

Questa mia opera ad acquerello è dedicata a Renza, una vecchia signora che un giorno, essendo una delle festività più significative per i cristiani, era convinta che la particolarità della giornata avrebbe indotto l'Umanità ad una profonda riflessione interiore e spirituale, determinando comportamenti ed azioni pacifiche, benevoli, amorevoli, caritatevoli e rispettose, diverse e migliori da quelle vissute tutti gli altri giorni. Come ogni mattina, appena alzata, lavata e vestita, con una sorta di automatismo abitudinario, arrivata in cucina per prepararsi una tazza di latte caldo con i biscotti, accese la sua vecchia radio per ascoltare i notiziari del mattino. Le prime cose che ascoltò si riferivano ad una guerra in corso, ed ai tanti innocenti uccisi. La violenza della guerra non risparmiava nemmeno i bambini e le notizie parlavano anche centinaia di scuole ed ospedali bombardati e distrutti, così come interi paesi abitati solo da civili inermi, che nulla avevano a che fare con obiettivi militari. Il cuore di Renza iniziò subito a soffrire nell'ascoltare quelle orribili notizie, ma cambiando canale, ed ascoltando un altro programma, sentì parlare anche di femminicidi appena compiuti per le solite ragioni di uomini pronti ad uccidere perchè incapaci di accettare la separazione coniugale. Il programma poi parlò di abusi sui minori perpetrati per anni da alcuni preti, cosa che sorprese e colpì particolarmente Renza, che aveva sempre considerato tutti gli uomini di chiesa quasi con caratteristiche di santità. Dopo questa notizia spense la radio ed uscì per andare a fare i suoi quotidiani lavoretti nell'orto, che curava con passione e dedizione, nonostante l'età avanzata. Il tempo passò presto ed arrivò il momento di prepararsi il pranzo. Tornando in cucina con alcune verdure fresche, accese la TV ed ascoltando i telegiornali sentì parlare di fatti appena accaduti che riguardavano lo spaccio della droga, ma anche di un commerciante ucciso durante una rapina e di altri commercianti che denunciavano la pesante e costante richiesta del pizzo, che li poneva in grave difficoltà. Cambiò canale ed in un altro TG sentì parlare di gravi problemi d'inquinamento che stavano rendendo invivibile l'aria di un'importante area del mondo, mentre a causa del riscaldamento globale, facevano vedere distaccamenti di grosse quantità di ghiacciai dal circolo polare. Le notizie poi riportarono gravi fatti di razzismo verso persone di colore, uccise durante fermi di polizia e fatti di discriminazione religiosa con uccisioni perpetrate in nome della Divinità. Renza cambiò ancora canale, ed ascoltò un programma che denunciava scandalosi ritrovamenti di rifiuti tossici interrati in aree destinate agli allevamenti bovini ed all'agricoltura, ma anche di gravi insufficienze sanitarie in alcuni Pronto Soccorso, incapaci di offrire ricovero e sufficiente assistenza ai pazienti. Nello stesso notiziario sentì poi parlare di chiusure di fabbriche che scegliendo di diversificare le proprie aree geografiche di produzione, licenziavano centinaia di operai ed impiegati, avvisandoli solo con una mail. Renza era sconvolta da tutte queste notizie e provò a cambiare ancora canale, ma nel nuovo programma sentì la notizia che proprio in quel giorno erano state scoperte violenze fisiche ed umiliazioni perpetrate su vecchi ospitati nei ricoveri per anziani e truffe a danno dello Stato per appropriazione indebita del cosiddetto reddito di cittadinanza. E proprio mentre veniva trasmesso un servizio sulle torture ed umiliazioni perpetrate su poveri emigranti in prigioni libiche, gli occhi le andarono sui titoli del quotidiano appena portato in casa da suo nipote, che riportava la morte per annegamento di un gruppo di disperati extracomunitari che stavano cercando di espatriare attraversando il mediterraneo su barconi fatiscenti per tentare la sopravvivenza fuori dai loro Paesi caratterizzati da carestie e guerre. Renza, sconvolta da tanta sofferenza, spense la TV e si raccolse in silenzio riflettendo sul fatto che quel giorno che lei aveva considerato speciale, la Pasqua, era in realtà un giorno come tutti gli altri, nel quale il “male” non si era fermato, ma aveva continuato a manifestarsi in ogni sua forma, condannando alla violenza, all'ingiustizia, alla sofferenza, alla vergogna ed all'umiliazione umana. Sentendosi inizialmente impotente di fronte a tutto quel male, si raccolse quindi in meditazione chiedendosi cosa potesse fare in prima persona affinchè il “bene” potesse trovare vie sicure per raggiungere ed inondare i cuori dell'Umanità. Dopo una profonda riflessione si rispose che l'unica risposta al “male” è l'Amore, che ognuno può sentire ed offrire al prossimo per come sà e per come può. Ecco che improvvisamente decise di andare nel suo orto a raccogliere tutti i freschi ortaggi della giornata che riuscì ad infilare in una gran borsona ed uscì di casa per andarli a donare alla vicina mensa dei poveri, dove accolsero il suo dono con grande sorpresa e gioia, per poi ritornare a casa con una nuova verità interiore capace di offrirle nuova fiducia e leggerezza nel cuore.

Bruno Pollacci

Direttore dell'Accademia d'Arte di Pisa

Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=92381
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