Come ormai accade ogni anno la scure dei tagli si abbatte sulla scuola pubblica.

La dirigente scolastica provinciale, Donatella Buonriposi fa sapere che, di fronte alle richieste delle scuole della provincia, dalle scuole dell'infanzia alle scuole primarie, dalle medie alle superiori, ci sarà un taglio di ben cinquanta classi.
Si tornerà indietro di settant’anni quando c’erano le pluriclassi, vale a dire classi di livello diverso che dovranno convivere nella stessa aula con la stessa insegnante; fino a trenta studenti per classe, come se fosse possibile fare insegnamento in queste condizioni. Senza parlare delle gravi difficoltà originate dalla pluriclasse, già adottate nel dopo guerra in particolari contesti ed estreme necessità e, non a caso, abbandonate quasi dappertutto. La dirigente in questione si difende dichiarando che ha solo applicato i criteri ministeriali, come dire: chiedete conto al Governo.
Rischia di non fare più notizia il taglio al servizio scolastico, al pari di altri servizi fondamentali per la comunità, perché ogni anno sono sempre meno le risorse investite dai governi. Istituti comprensivi ed istituti superiori lasciati senza soldi e senza personale con strutture fatiscenti e non a norma. Problemi di trasporto irrisolti, impossibilità di seguire gli studenti con disabilità. La lista sarebbe ancora molto lunga, senza considerare che sono già molti gli Enti locali che non ce la fanno più a trovare le risorse per garantire i servizi come mense e trasporti o fare interventi edilizi sui plessi.
Come ogni anno poi, si scatena il teatrino della protesta dei parlamentari, dei consiglieri regionali e dei sindaci, gli stessi che ci hanno chiesto il voto utile per battere la destra e per fare politiche di sinistra. E’ l'ora di scardinare questo gioco perché poi i loro ministri, presidenti e assessori di riferimento sono i responsabili di questi disastri. Servono atti concreti e scelte politiche per garantire, non solo a parole durante le campagne elettorali, diritti costituzionali e investimenti per il futuro del Paese. Invece aumentano gli stanziamenti per gli armamenti e per le rendite parassitarie e finanziarie lasciando i più deboli impoveriti e privati di un presente e futuro dignitosi.
Il PCI chiama le famiglie, gli studenti ed i lavoratori della scuola ad unirsi alla protesta contro questa ennesima ingiustizia.
La segreteria della Federazione

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Estratto da www.lavocedilucca.it/post.asp?id=92759
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