Toscana la primo posto per incidenti causati da animali. Pesciatina, Lodovica, via Romana e viale dei Tigli tra le strade a più alto rischio.
Un incidente ogni 48 ore. E’ la tragica frequenza con cui i cinghiali causano incidenti nel nostro paese rappresentando uno dei principali pericoli per la sicurezza stradale e per le persone. La Toscana si trova al primo posto negli incidenti con investimenti di animali con 27 sinistri dove in nove casi su dieci si tratta di animali selvatici secondo Asaps. A dirlo è Coldiretti Lucca commentando il grave incidente avvenuto intorno alle 6 del mattino sulla provincia Biagioni ad Altopascio che ha coinvolto una donna, trasferita in codice rosso all’Ospedale, in seguito al violento impatto con un cinghiale che ha ribaltato la sua auto facendola sobbalzare fuori dall’abitacolo. Negli ultimi dieci anni, ricorda Coldiretti Lucca sulla base dei dati Aci Istat, il numero di incidenti gravi con morti e feriti causati da animali è praticamente raddoppiato (+81%) sulle strade provinciali.
“Con l’emergenza Covid che ha ridotto per mesi la presenza dell’uomo all’aperto la presenza dei cinghiali nelle città e nelle campagna è ulteriormente aumentata così come statisticamente a livello nazionale il numero degli incidenti causati da animali selvatici che sono cresciuti del 35% rispetto al 2020 – analizza Andrea Elmi, Presidente Coldiretti Lucca – Questo ennesimo sinistro dimostra che sono un elemento di grandissima pericolosità per gli automobilisti. Quelle dell’alba e del crepuscolo sono le ore più a rischio, con i branchi di cinghiali che si muovono razziando cibo nelle periferie urbane o distruggendo campi e colture, riuscendo a percorrere fino a 40 chilometri alla volta. Tra le strade a più alto rischio, mappate recentemente, ci sono la Lodovica, la Pesciatina, via Romana ed il viale dei Tigli che sono stati una o più volte teatro di incidenti”. La cronaca riporta al centro la necessità di ridurre la popolazione di cinghiali presenti in tutta la regione. “I cinghiali – conclude Elmi - non sono soltanto più un problema degli agricoltori ma della comunità come dimostrano anche queste situazioni”.
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