È apparso nella mattinata di venerdì, alla fermata dell'autobus dell'ex ospedale campo di Marte, un manifesto contro il diritto all'aborto firmato dall'associazione Evita Peron in rete.
Un manifesto che offende la dignità della donna e la vita, i diritti individuali e collettivi. Un atto gravissimo, ancor più perché vicino ad una struttura sanitaria, che dimostra la degenerazione di un pensiero conservatore capace solo di offendere e limitare le donne, e dunque la società intera con messaggi di colpevolizzazione. In un periodo storico che ha aumentato le diseguaglianze, le donne risultano ancora più fragili, più limitate dalla pandemia e dalla crisi occupazionale. Utilizzare il corpo della donna per effettuare minacce psicologiche è un atto da condannare fermamente.
Il manifesto, che riporta una donna gravida stilizzata con scritto 'questo è il mio corpo' e nel grembo il feto che recita invece 'questo no', allude ad una pericolosa scissione della donna, privata non solo dei diritti sul proprio corpo, ma anche dell' identità fisica psichica e relazionale. Dunque, del suo diritto non solo alla libertà, ma all'esistenza.
La salute delle donne, la tutela delle condizioni di vita, il benessere nelle fasi che attraversa, sono da mettere al primo posto, oggi più che mai.
La CGIL condanna questo atto vandalico e pericolosamente reazionario, volto a distruggere la figura ed i diritti della donna.
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