LA NUOVA FRONTIERA DEL LIBERISMO: LA CONQUISTA DEI SERVIZI PUBBLICI LOCALI

Il rumore delle armi e i litigi da cortile dei nostri politici, coprono una operazione politica, che si sta per compiere sulla pelle dei cittadini italiani. C’è un articolo nel disegno di legge sulla concorrenza, in discussione in questi giorni al Senato, l’articolo 6, che esprime tutta l’arroganza di questo sistema di potere dominante che pretende di “stracciare” l’esito del referendum del giugno 2011, e insieme ad esso la carta costituzionale.
L’articolo 6 interviene come se la Costituzione non esistesse ed assume a suo riferimento ideologico, la lettera della Banca centrale europea a firma dell’allora presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e dell’allora governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, inviata al “Primo ministro” il 5 agosto del 2011 in cui si afferma testualmente: “È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali”. Questo disegno di legge rappresenta una rottura rispetto al quadro tracciato dalla Costituzione: il pubblico viene configurato come recessivo e per esistere deve persino giustificarsi. La norma è il mercato, la concorrenza. 
Il sistema di potere dominante spinge per fare dei servizi pubblici locali un enorme business. La classe dirigente Toscana, in netta prevalenza PD ma anche con consistenti apporti, in termini di consenso all’operazioni in atto, da parte della destra, impone alla Toscana il superamento del vecchio modello di gestione pubblico privato con un nuovo modello fatto da grandi multiutility che nelle intenzioni di questa classe dirigente scellerata, dovranno mettere insieme gestione dell’acqua, dell’energia e dei rifiuti, cioè servizi essenziali per la vita delle persone. Il sistema dominante non si accontenta più delle privatizzazioni, pretende e impone la finanziarizzazione, cioè la quotazione in borsa della nuova multiutility Toscana 2 quando il percorso di costruzione di Multiutility Toscana 1 sarà completato, attraverso fusioni e accorpamenti che verranno ratificati in consigli comunali, composti in larga parte da consiglieri eletti da PD e destre, ridotti a semplici ratificatori obbedienti al volere dell’élite economica finanziaria del paese. Il centro dell’operazione è il cuore del sistema di potere del PD: Firenze, Empoli e Prato ma già anche il Comune di Arezzo, con un’amministrazione di destra ha reso pubblico che lei sarà della partita, come sicuramente lo sarà Siena, poi l’attacco verrà portato alla Toscana tirrenica e successivamente si acquisiranno aziende locali oltre gli stessi confini regionali perché più grandi si diventa più cresce l’attrattività in borsa e più si attraggono capitali privati.
I servizi locali coinvolti sono tutti essenziali per la qualità della vita dei cittadini ma due, acqua ed energia sono elementi fondamentali di vitale importanza per la transizione ecologica tesa a contrastare i cambiamenti climatici. Dall’ultimo report 2022 del IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) emerge come lo stress idrico dell’area mediterranea, oltre ad altre aree del pianeta, comporterà una crisi idrica che lascerà a secco decine di milioni di persone e avrà conseguenze disastrose sulla produzione agricola cioè sulla produzione del cibo. Vi immaginate voi in questo quadro futuro, cosa ne sarà del diritto dei cittadini all’acqua, quando la gestione di questa dovrà garantire remunerazione ai capitali privati investiti? Ve lo immaginate voi come sarà possibile fare una politica di gestione equa a garanzia del diritto di tutti all’acqua, cioè alla vita? Senza energia non esiste nessuna attività umana, il mondo si ferma, senza acqua, semplicemente non esiste la vita.
Per questo PD, sempre più malato di Draghite acuta e baluardo del liberismo a tutti i costi, questa è la strada per essere innovativi e competitivi, state certi che, per milioni di cittadini, questa è di sicuro la strada che porta dritti all’inferno.
Lo scontro è tra due visioni del mondo: da un lato, la cultura egemonica che mira alla massimizzazione del profitto e che ha come orizzonte autoreferenziale il neoliberismo che cerca sempre nuovi spazi da mercificare. Dall’altro, una sinistra che è minoritaria e marginale, il cui orizzonte ha al centro la persona inserita in una rete di relazioni, la dignità, i diritti, la partecipazione. Un orizzonte, quest’ultimo, che ha la sua trascrizione giuridica nella Costituzione. Il problema serio è che, a forza di votare i meno peggio, nei consigli comunali sono rimaste poche ed isolate voci critiche antiliberiste e di sinistra, disposte a battersi per questi valori e per questi principi di civiltà e di umanità.

Eugenio Baronti
Responsabile Ambiente Sinistra Italiana Toscana
26/05/2022

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