Brividi di freddo, il cielo è terso, occhieggia il sole. Il tepore di una sciarpa mi incornicia il viso per proteggerlo dalla brezza pungente. Un narciso spicca in compagnia di alcune viole: ha la corolla gialla e un lungo stelo. Ha sfidato l’inverno e, incurante del gelo, si eleva per farsi sfiorare da un raggio. Sono sorpresa. Vorrei anch’io avere il coraggio di affrontare le incognite con lo stesso ardire, libera di scegliere quando dove e se fiorire. E’ bellissimo, nessuna creatura l’ha scalfito perché i nemici giacciono addormentati. E’ al sicuro fino a quando, affamati, non si destano. Allora, però, avrà esaurito tutto il potenziale di preziosa energia e salutando con un pizzico di gelosia, dovrà conferire l’onore agli altri fiori. La tentazione è forte di farne un ornamento: l’osservo, l’accarezzo e poi mi pento. Sarebbe bello ammirarlo ancora in divenire ma mi rattristo al pensiero di vederlo appassire lontano dal suo ceppo. Grinzoso, scolorito e infecondo. Non è forse un’inutile tortura? Un generale risveglio contagia la natura, e il mio stupore dura all’infinito.
Anonimo - inviato in data 22/02/2012 alle ore 10.48.54
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